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Articolo Redazionale

In Italia fare acquisti online è ormai una consuetudine, i numeri che lo dimostrano

il 53 per cento degli italiani, pari a 27 milioni e 800mila individui, si avvale dei servizi di e-commerce

Nel 2019, quasi 44 milioni di italiani si sono dimostrati consumatori multicanale: in pratica, 4 persone su 5. Il dato proviene da uno studio che è stato promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano attraverso l’Osservatorio Multicanalità in collaborazione con Nielsen. Dalla ricerca emerge che il 53 per cento degli italiani, pari a 27 milioni e 800mila individui, si avvale dei servizi di e-commerce, mentre oltre il 30 per cento dei consumatori multicanale è rappresentato da utenti che si servono di Internet unicamente per informarsi: sono più di 16 milioni di persone. Nel 63 per cento dei casi, invece, si ha a che fare con eshopper, cioè utenti che comprano a tutti gli effetti in Rete.

La sfida della multicanalità

Ci sono, poi, i nuovi arrivati sul mercato del commercio elettronico, i cosiddetti cherry picker, che con più di 8 milioni di persone costituiscono il gruppo di eshopper più nutrito. Come è evidente, dunque, al giorno d’oggi un’impresa non può fare a meno di adattarsi a tali evoluzioni, non solo per non correre il rischio di rimanere indietro ma anche per approfittarne e trarne un vantaggio concreto. La sfida della multicanalità deve essere affrontata sul piano strategico mediante una progettazione integrata che coniughi l’ambiente digitale con lo spazio fisico.

Come approfittare dell’evoluzione del mercato

Si verifica un cambiamento dell’architettura di interazione con il mercato, e ciò dovrebbe indurre i brand a rinnovare il ruolo dei negozi fisici. I punti vendita, insomma, devono essere rinnovati, e ciò vuol dire anche integrarli con i diversi canali digitali, così da mettere a disposizione degli utenti la possibilità di usufruire di esperienze di acquisto ibride. A fronte di quasi 44 milioni di soggetti multicanale, è chiaro che gli italiani sfruttano sempre più di frequente i punti di contatto digitali, anche in modo disinvolto, sia per ottenere informazioni che per comprare servizi e prodotti.

I punti di contatto digitali

Allo stato attuale, i punti di contatto digitali devono essere considerati indispensabili anche per coloro che fino a poco tempo fa adoperavano unicamente i canali tradizionali, cioè fisici. Emergono, dunque, percorsi di acquisto che cambiano a seconda delle specifiche esigenze di acquisto, delle abitudini e degli articoli che vengono ricercati, con una fruizione integrata dei canali digitali e di quelli fisici.

Il caso di Prezzo8.it

Un esempio può essere individuato in prezzo8.it, il motore di ricerca che permette agli utenti di comparare i prezzi di più di 1 milione e 600mila prodotti in vendita su oltre 400 e-commerce. Questo servizio si fa apprezzare per la sua semplicità, per la sua comodità e per la sua trasparenza: se lo si desidera si può fare in modo di essere avvisati ogni volta che il prezzo di un certo articolo scende, così da non perdere l’opportunità di acquistarlo risparmiando. In più sono presenti recensioni dettagliate che forniscono informazioni precise sui pro e sui contro di ogni prodotto.

La composizione degli eshopper

Tra gli eshopper spiccano gli everywhere shopper: sono poco meno di 7 milioni, pari al 25 per cento del totale, e corrispondono a quei consumatori più evoluti che, nel loro rapporto con i marchi, si muovono tra i diversi canali con la massima libertà. Il 23 per cento degli eshopper è costituito, invece, dai pragmatic, che scelgono il commercio elettronico soprattutto per risparmiare tempo in virtù di una maggiore efficienza dei processi di acquisto. Vogliono risparmiare denaro, infine, i cosiddetti money saver, che a loro volta coprono una fetta superiore al 20 per cento della quota complessiva degli eshopper.

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