Il processo di imissione in commercio di qualsivoglia integratore alimentare, che sia sportivo o di tipo salutistico, prevede una procedura di notifica ministeriale in cui viene dichiarato lo stabilimento di produzione e le esatte informazioni nutrizionali da riportare in etichetta.
Negli ultimi 10 anni il mercato degli integratori alimentari è cresciuto in maniera esponenziale. Dapprima commercializzati solamente nelle farmacie e parafarmacie, oggigiorno questa tipologia di prodotti possono essere tranquillamente acquistati online o nei negozi specializzati. Ciò però non è sempre un aspetto positivo, dato che, come risaputo, trattasi di sostanze alimentari concentrate la cui scelta deve essere fatta con raziocinio e subordinata ad alcune caratteristiche qualitative specifiche del prodotto che si vuole assumere.
Sebbene rispetto a qualche anno fa le tecniche produttive si siano evolute e con esse anche l’efficacia delle formule assunte per il miglioramento della performance o il mantenimento dello stato di benessere, oggigiorno vengono proposti, specie su internet, prodotti di qualità scadenti e di dubbia provenienza.
Contattato telefonicamente, il Dott. Scanzano, titolare dell’azienda romana di integratori Biosalts e del marchio Farmaenergy, ci conferma che, contrariamente a quello che si possa pensare, gli organi di controllo che dovrebbero vigilare in termini di materia alimentare non agiscono allo stesso modo in tutta la comunità europea secondo quelle che sono le direttive imposte dall’EFSA e dai governi nazionali.
L’Italia sembra quella più “rigida” ma che al tempo stesso tiene di più alla salute dei cittadini. Il processo di imissione in commercio di qualsivoglia integratore alimentare, che sia sportivo o di tipo salutistico, prevede una procedura di notifica ministeriale in cui viene dichiarato lo stabilimento di produzione e le esatte informazioni nutrizionali da riportare in etichetta.
L’ulteriore garanzia viene poi fornita da chi produce; se la ditta produttrice è fisicamente sita sul territorio italiano, per operare deve necessariamente rispettare alcune normative che vanno dall’autorizzazione ministeriale e il nulla osta alla produzione, all’HACCP e fino ad arrivare a certificazioni qualitative tipo il GMP e l’ISO9001.
Ecco perchè, sebbene non sia una regola, acquistare integratori da aziende residenti sul territorio italiano significa, spesso e volentieri, ottenere quella garanzia in più in termini di purezza e qualità delle materie prime utilizzate, provenienti perlopiù da filiera farmaceutica conosciuta.
Per rispondere alla domanda sulla nocività degli integratori alimentari, bisogna quindi tenere in considerazione cosa si acquista e soprattutto dove. Se quanto su detto viene rispettato possiamo stare sicuri su ciò che assumiamo. Basterà rispettare i dosaggi indicati sull’etichetta nutrizionale (che deve obbligatoriamente essere in lingua italiana) e, in presenza di patologie conclamate, confrontarsi preventivamente con il proprio medico prima dell’assunzione.
Differentemente, se siamo alla ricerca del prezzo più basso e dell’offerta migliore reperendo integratori prodotti non si sa bene dove, allora aumenteremo il rischio di esposizione a metalli pesanti, tossine e altre sostanze nocive per l’organismo.