Intimo e lingerie femminile: l’indumento più antico della storia
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Intimo e lingerie femminile: l’indumento più antico della storia

13 luglio 2020 | 16:50



L’intimo in generale, ma in particolare quello femminile è uno degli indumenti più antichi e più utilizzato dalle donne di tutte le epoche storiche. Un indumento che anche oggi nessuna donna può fare a meno, ma anzi cerca sempre un capo particolare, di tessuto o colore diverso per arricchire la propria collezione, che agli occhi di ogni donna  sembra essere sempre incompleta. Per fortuna grazie alla presenza di shop che vendono intimo donna onlineè possibile essere aggiornati sempre sulle nuove tendenze e con pochi click e soprattutto in un tempo brevissimo, comprare il completo o il singolo pezzo che ci piace. E anche se secoli fa non esistevano i click veloci e shop online, l’intimo era un indumento molto utilizzato e presente.

Basta pensare che già Adamo ed Eva, universali “genitori” di tutti i cristiani e generatori della stirpe umana, erano soliti coprirsi con foglie di fico le loro nudità. Inoltre sono state ritrovate nell’antichità varie raffigurazioni pittoriche che rappresentano il corpo femminile, in particolare, coperto da vari tessuti nelle parti intime.

Nell’età egizia, le donne introdussero la “moda” di indossare una tunica sotto gli abiti, fungendo così da sottoveste.

Nell’antica Roma, le donne aristocratiche vivevano “senza veli”, con maggiore naturalezza e poca pudicizia la loro nudità e sensualità e spesso erano totalmente nude sotto gli abiti. Ma alcune matrone che avevano seni abbastanza prosperosi, erano tenute a contenerli. Così utilizzavano una particolare fascia di cuoio detta “il mamillare” oppure spesso utilizzavano un corpetto in pelle che fasciava dall’inguine fino a sotto al seno. Invece nell’ambito della palestra e in occasione di attività sportive le donne si fasciavano seno e pube con tessuti di lino per una questione anche di comodità.Questi indumenti intimi sportivi erano detti: “supparum”, quello che copriva la parte di sopra cioè il petto, invece “subligaculum” era la parte di sotto, quella che fasciava e copriva la parte intima inguinale.

Prima di passare all’introduzione della mutanda è bene ricordare lo strano e curioso caso che vide protagonista Edoardo III d’Inghilterra nel 1374 che fondò il più antico ordine cavalleresco che prende il nome di uno degli indumenti più sexy dell’universo femminile, cioè la “giarrettiera”, a cui è legato un episodio divertente. Si racconta che il re raccolse la giarrettiera caduta alla contessa Giovanna di Kent, scivolata dalla sua gamba durante il ballo e a gran voce disse: “Vituperato sia chi ne pensa male”, lasciando scoprire il suo piacere verso questo capo intimo.

Nel Medioevo Caterina dè Medici introdusse le mutande che in latino significa “ciò che si deve cambiare”, per proteggere le parti intime quando si andava a cavallo. Parliamo ovviamente dei mutandoni lunghi fino al ginocchio.

Il Seicento vide l’avvento del corsetto, che stringeva la vita delle donne e proprio in questi anni nacque la moda del vitino da vespa.

Nell’Ottocento ritorna con maggiore diffusione, l’utilizzo del mutandone insieme alla crinolina, un particolare capo intimo dalla struttura circolare e rigida che gonfiava a dismisura le gonne delle donne.

Le vere novità si sono registrate nel Novecento con l’introduzione sia di un rudimentale reggiseno che verrà sempre più migliorato fino ad arrivare a quello che conosciamo oggi e sia dello slip come lo conosciamo oggi, che copre esclusivamente le parti intime e non è lungo fino al ginocchio.

Insomma l’intimo femminile è sempre stato un capo presente nei cassetti delle donne e che con i secoli è diventato anche un indumento di seduzione capace di valorizzare il corpo femminile.