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Palermo e Provincia – Tante occasioni di lavoro, ma mancano i candidati

Ciò è ancora più strano se si pensa che sono più di 67mila le famiglie in cui è erogato il reddito di cittadinanza

In tutto il Sud Italia si moltiplicano le occasioni per lavorare, ma il paradosso è che mancano i candidati. Una situazione che si verifica anche a Palermo, dove sono ben 60mila le persone cercate dalle imprese. Lo testimoniano le rilevazioni effettuate dall’Ordine dei Consulenti del lavoro della provincia, che dimostrano come vi sia una consistente offerta di occupazione che non ha buon esito. Ciò è ancora più strano se si pensa che sono più di 67mila le famiglie in cui è erogato il reddito di cittadinanza, per un totale di 182mila persone, e ben 40mila sono stati affidati alle cure dei centri per l’impiego.

Il fabbisogno scoperto

È dunque di più o meno 60mila unità il fabbisogno scoperto complessivo: il che vuol dire che le offerte di lavoro a Palermo non mancano, come potete notare dal link di approfondimento, ma i candidati disponibili o interessati ad accettarle non si trovano. Tenendo conto sia della città che del resto della provincia, in base ai dati Istat sono poco meno di 80mila i disoccupati del territorio. Eppure, queste cifre così altisonanti stanno a indicare che non funziona per niente il sistema di incontro tra l’offerta e la domanda di lavoro. Fra i settori più in crisi da questo punto di vista c’è quello edile, in teoria rivitalizzato dai tanti cantieri che sono stati aperti grazie al Superbonus 110%; il problema è che manca la manodopera. Non va tanto meglio nel campo della ristorazione, che ha ripreso a operare a pieno regime, e una situazione delicata si riscontra anche nel settore dei servizi alla persona e in quello del trasporto merci. Idem, infine, per la manodopera specializzata per la metalmeccanica.

I disoccupati a Palermo e provincia

Secondo i dati Anpal e Inps, però, a Palermo e provincia c’è una platea molto vasta di disoccupati che, attraverso uno strumento di politica attiva del lavoro, in teoria potrebbero essere formati per andare a soddisfare almeno in parte la richiesta e coprire una quota dei posti a disposizione. Resta da chiedersi il motivo per cui questo non si verifichi. Come è stato fatto notare dall’Ordine dei Consulenti del lavoro di Palermo, le imprese del territorio non sono in grado di assecondare la ripresa che è iniziata in Sicilia, così come in tutta Italia, se non possono contare sulla manodopera necessaria.

Le soluzioni per rimediare

Che cosa si può fare per porre un rimedio a questa situazione? In primis è necessario assicurare il corretto funzionamento dei centri per l’impiego: questo vuol dire stabilizzare il personale precario e velocizzare lo sblocco dei concorsi, affinché sia possibile assumere con più facilità. Ci sarebbe bisogno, inoltre, di mettere a disposizione degli uffici tecnologie nuove, anche se tutto questo dovrebbe essere già avvenuto in virtù di un finanziamento garantito da un Piano nazionale di ben tre anni fa. L’auspicio da parte di molti addetti ai lavori è anche quello di effettuare un giro di vite in materia di reddito di cittadinanza, in modo che esso possa essere concesso unicamente ai destinatari legittimi; fino ad ora, infatti, tale strumento si è rivelato a dir poco inefficiente e disfunzionale nella sua applicazione.

Che cosa si può fare per migliorare

Ancora, è opportuno mettere un freno alle carenze di personale che si riscontrano tra i servizi ispettivi, così da poter aumentare i controlli. Questa è la via da percorrere per favorire l’emersione del mercato sommerso e al tempo stesso distribuire la pressione fiscale e contributiva su un numero più elevato di persone. È chiaro, poi, che occorre darsi da fare per scoprire i furbetti del reddito di cittadinanza, che magari ricevono 1.200 euro al mese e in più lavorano in nero. Il problema, invece, non può essere risolto da una legge sul salario minimo, anche se si tratterebbe comunque di un piccolo passo avanti.

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