Scarpe antinfortunistiche: come scegliere le calzature migliori
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Scarpe antinfortunistiche: come scegliere le calzature migliori

30 giugno 2021 | 8:0


Per tali calzature, la certificazione minima necessaria è SB, laddove la S sta per Sicurezza e la B sta per Base.


Per scegliere le scarpe antinfortunistiche, uno degli aspetti più significativi da prendere in considerazione è quello relativo alle certificazioni di conformità rispetto ai requisiti delle norme EN345, secondo le quali è indispensabile la presenza del puntale di acciaio da 200 Joule. Per tali calzature, la certificazione minima necessaria è SB, laddove la S sta per Sicurezza e la B sta per Base.

Che cos’è la certificazione S1

Le scarpe antinfortunistiche che rispettano la certificazione S1 presentano nella zona del tallone una suola antistatica con assorbimento di energia, ma non la lamina antiperforazione. Inoltre, sono caratterizzate da un puntale in acciaio per le dita dei piedi. Si tratta di calzature adatte a chi, nel corso del proprio lavoro, non mette a repentaglio la pianta dei piedi: si pensi, per esempio, agli operatori per l’industria alimentare o alberghieri, ma anche ai magazzinieri.

Le altre certificazioni

La principale differenza tra la certificazione S1 e la certificazione S2 va individuata nel fatto che la seconda è munita di una tomaia in pelle, o comunque realizzata in materiali simili, di tipo impermeabile. Per il resto, le scarpe che hanno queste due certificazioni sono piuttosto simili tra di loro. Per chi sono consigliate le calzature S2, allora? Esse vanno bene per coloro che lavorano a contatto con i liquidi (non sono adatte, invece, le scarpe S1 con pelle scamosciate). I rivestimenti sono in nabuk o fiore; possono anche essere scarpe scamosciate, ma in questo caso sono state sottoposte a un trattamento idrorepellente grazie a cui risultano impermeabili. Le scarpe S3 e SP1, invece, garantiscono un livello di sicurezza più elevato. Presentano una lamina antiperforazione, che può essere in acciaio o in tessuto e kevlar, e quindi non metallica. Per il resto, queste calzature hanno caratteristiche simili alle S1 e alle S2.

La certificazione S4 e la certificazione S5

Ma non è ancora tutto, perché i livelli di sicurezza offerti dalle scarpe antinfortunistiche possono essere perfino superiori. È il caso delle calzature con certificazione S4 e S5, impermeabili al 100%. Si possono citare gli stivali in gomma, ma anche – più in generale – le scarpe dotate di parti sintetiche in grado di resistere in qualunque circostanza all’acqua. Tali calzature vengono usate di frequente nei cantieri, così che la pioggia non possa bagnare i piedi, e sono munite di una lamina antiperforazione.

Il puntale nelle scarpe antinfortunistiche

Uno degli elementi più importanti a cui si deve prestare attenzione nella scelta delle scarpe antinfortunistiche è rappresentato dal puntale, che costituisce un dispositivo di sicurezza indispensabile per proteggere le dita del piede. Un tempo esso era realizzato in acciaio, che aveva il pregio di essere robusto ma d’altro canto risultava troppo pesante. Ecco perché con l’evolversi della tecnologia i produttori hanno preferito materiali che, garantendo la stessa robustezza, si dimostrassero più leggeri: uno di questi è l’alluminio, mentre un’altra soluzione a cui si ricorre è il composito, che è una materia plastica realizzata con fibra di vetro.

La lamina antiperforazione

La HRP – High Resistant Perforation è una lamina antiperforazione che è stata messa a punto grazie agli sviluppi tecnologici più recenti. Si tratta di un sottopiede antiperforazione, realizzato in tessuto, che protegge al 100% la superficie del piede. Si differenzia, dunque, dalla tradizionale lamina in acciaio, che riesce a garantire una protezione solo all’85%, con una flessibilità più elevata e un peso minore.

La calzata

Nel novero dei fattori da valutare in previsione di un acquisto c’è anche la calzata della scarpa; anche se è indicata da un numero, essa non deve essere confusa con la taglia. La calzata serve a indicare la vestibilità di una calzatura. La calzata 10, che corrisponde alla misura standard di una scarpa da passeggio utilizzata comunemente, non va bene per coloro che hanno i piedi con la pianta larga o piatti. Ecco spiegato il motivo per il quale sono state previste delle calzate supplementari grazie a cui i piedi possono sopportare le varie fasi di una giornata di lavoro. Il piede, grazie alla calzata più larga, non rischia di gonfiarsi e non è eccessivamente affaticato. Per la tomaia, infine, la soluzione più frequente è costituita dalla pelle scamosciata, che è leggera ma ha il difetto di non essere impermeabile.