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Sigaretta elettronica, positiva per i pazienti asmatici

La ricerca risale a gennaio ed è promossa da due specializzandi di Immunologia dell’ateneo sardo

Secondo uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Cagliari, le sigarette elettroniche sono ampiamente meno dannose rispetto a quelle tradizionali e rappresentano una buona alternativa anche per chi soffre d’asma.

Le caratteristiche dello studio

La ricerca risale a gennaio ed è promossa da due specializzandi di Immunologia dell’ateneo sardo, Alessandro Solinas e Giovanni Paoletti. Coordinati dal professor Stefano del Giacco, hanno svolto le proprie ricerche in collaborazione con un team formato da Marina Di Pino, Paolo Serra e Davide Firinu.

Anzitutto precisiamo che ‘sigaretta elettronica’ è un termine improprio”, sottolineano i ricercatori, “poiché il termine corretto sarebbe vaporizzatore, dal momento che il dispositivo vaporizza sostanze liquide”. Il professor del Giacco, docente di Immunologia presso l’Università di Cagliari precisa come i ricercatori “non invitano a provare i vaporizzatori. Lo studio parte dai danni provocati dal fumo sui pazienti affetti da malattie respiratorie. Stiamo lavorando per capire se i vaporizzatori possono rappresentare un primo passo verso una completa cessazione del consumo di tabacco”.

Paoletti sottolinea come il primo a individuare nei vaporizzatori dei possibili strumenti di lotta al tabagismo è stato Umberto Veronesi circa dieci anni fa: “Da allora sono stati condotti diversi studi e la nostra ricerca si basa su questo tipo di letteratura scientifica”.

Per quanto riguarda lo studio in sé, la ricerca ha sfruttato un campione composto da 3.000 persone, ex fumatori passati alle sigarette elettroniche. Il 98.7% degli intervistati ha dichiarato di stare meglio dopo il passaggio alle e-cig (“attendiamo altri dati prima di pubblicare lo studio” precisano i ricercatori).

La ricerca ha riservato un occhio particolare ad una parte del campione rappresentato da pazienti asmatici: “La maggior parte di essi ha dichiarato di non aver registrato alcune peggioramento dei sintomi e, anzi, di sentirsi meglio dopo essere passati ai vaporizzatori”. Alessandro Solinas spiega i fattori che determinano un cambiamento così netto: “La differenza sta nel prodotto: le sigarette tradizionali bruciano carta, tabacco e centinaia di altre sostanze tossiche mentre le e-cig producono un vapore privo di sostanze tossiche”.

Dal punto di vista pratico, la ricerca ha attinto ai risultati raccolti per mezzo di studi, esami clinici e strumentali, oltre che di test di vario genere (come ad esempio quello del cammino in sei minuti). Ad ulteriore integrazione degli strumenti di ricerca c’è anche un questionario, dal quale emerge che il 90% degli asmatici che hanno rinunciato alle sigarette da combustione per passare a quelle elettroniche afferma di non aver rilevato peggioramenti mentre una percentuale persino superiore ha dichiarato di sentirsi persino meglio.

L’iniziativa dei ricercatori cagliaritani è quantomeno lodevole, dal momento che gli studi sugli effetti della sigaretta elettronica non sono ancora particolarmente diffusi, soprattutto in Italia. A parziale consolazione degli utenti va sottolineato come il mercato delle sigarette elettroniche all’interno della Comunità Europea sia ben regolamentato da precise normative. La direttiva europea del 2016 è stata recepita in Italia già nel 2016 ed impone limiti ben definiti alla commercializzazione dei liquidi da svapo (in particolare in relazione ai formati ed al contenuto dei flaconi). Il consiglio è quello di acquistare prodotti per il vaping solo attraverso canali autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, sia che si tratti di un negozio fisico sia si tratti di uno store online, come ad esempio vaporoso.it. Rispetto a quanto accade in altri contesti, come ad esempio gli Stati Uniti, il mercato è altamente regolamentato: alcuni additivi, come taurina e caffeina, non possono essere aggiunti all’interno dei liquidi per la vaporizzazione che, almeno in Italia, sono sottoposti ad un regime di tassazione differenziato in base al contenuto di nicotina (i liquidi senza contenuto nicotinico sono tassati di circa la metà).

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