Tasse in Italia: i casi più interessanti del 2025
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Tasse in Italia: i casi più interessanti del 2025

29 aprile 2025 | 21:05


Quali sono le tasse più particolari in vigore nel 2025? Scopriamo quali sono i casi in Italia di leggi vigenti in settori come giochi, criptovalute e altro.


Il sistema fiscale italiano è uno dei più complessi e severi al mondo. Proprio per questa ragione non è difficile trovare casi particolari, ancora vigenti, che possano stuzzicare la curiosità dei nostri connazionali. Dalle tasse giochi all’imposta di soggiorno passando per le criptovalute molti sono, infatti, i campi presi in considerazione.

Il sistema fiscale italiano è famoso per la molteplicità dei suoi tributi. Le imposte principali, quelle più note, sono l’IRPEF (che è variabile e tocca i redditi individuali), l’IRES (che è l’imposta che riguarda le imprese), l’IMU (sui beni immobili), l’IRAP (su quelle che sono le attività produttive e l’IVA (sul valore aggiunto). Andando, però, più nello specifico è facile trovare imposte che siano su settori più particolari e vari.

Tasse italiane: i casi particolari vigenti

Tasse gioco d’azzardo: vincite online

I casinò online hanno tasse diverse rispetto ai giochi fisici. La tassazione del gioco d’azzardo, come vediamo nell’approfondimento di Online-casinos.com, varia di gioco in gioco e gli operatori sono soggetti a tassazione sulla giocata netta. Per fare qualche esempio: i casinò tradizionali pagano l’IRES al 27,5%, i casinò online, invece, pagano l’IRES ma anche un’imposta sulle scommesse che varia dal 3 al 25% a seconda del gioco.

In più, la concessione a distanza dell’Agenzia Dogane e Monopoli ha un costo annuo di 200mila euro. Anche le vincite sono soggetta a tassazione. In questo caso parliamo di IRPEF con aliquote che vanno dal 23 al 43% in base a quanto sia la vincita.

La tassa sulla fortuna: tassa diretta

La tassa sulla fortuna è una imposta che colpisce le vincite che sono superiori a 500 euro. Questo tocca tutti coloro che sono fortunati al Lotto, al Superenalotto o in giochi come i Gratta e Vinci. Anche in questo caso, come per i casinò online, le aliquote cambiano in base al gioco: 8% sul Lotto, 11% sul 10eLotto, 20% sul Superenalotto. Questa è una tassa diretta, che si applica alla fonte e, per questo motivo, ogni vincita non va dichiarata, essendo già tassata.

La tassa sulla criptovalute: dichiarazione obbligatoria

In un mondo sempre più tecnologico, capita anche che la criptovaluta (fino a poco tempo vero oggetto misterioso) sia ora soggetta a tassazione. Dal 2023, infatti, è in vigore una norma che considera la criptovaluta come uno strumento finanziario qualunque e la tassa al 26% se si superano i 2000 euro in un anno. In questo modo, quindi, la loro dichiarazione diventa obbligatoria anche senza il cambio in euro.

La tassa di soggiorno variabile in Lazio: ogni comune la determina

Nel Lazio, soprattutto nella città di Roma, c’è un’imposta di soggiorno che può arrivare anche fino a 7 euro a notte negli alberghi di lusso. Questo tipo di tassa va a finanziare quelli che sono i servizi turistici e varia di comune in comune. La tassa di soggiorno a Venezia, per esempio, varia da 70 centesimi a 5 euro nel centro storico.

Tassa sulle auto di lusso: un super bollo

La tassazione sui veicoli che sono superiori a 185 kW viene considerata una sorta di super bollo per le auto di lusso. Coloro che acquista un’auto veloce, infatti, dovrà pagare 20 euro in più per ogni kW in eccesso. Questa misura è stata considerata, per molto tempo, un po’ troppo aggressiva, non incentivando l’acquisto di beni non necessari.

Curiosità: la tassa sul passeggino

In tema di curiosità sulle tasse e in barba a quanto oggi sia considerato un forte incentivo alla natalità come il Bonus bebè 2025, è bene ricordare una delle tassazioni più strane avvenute nel nostro paese: la tassa sul passeggino. Questa tassa fu introdotta in Italia negli anni 1992-93 e faceva parte di una serie di misure, volute dal governo Amato, per risanare, tramite l’austerity, i conti pubblici. La tassa colpiva passeggini e altri articoli per neonati tassandoli come beni di lusso.

Fu chiamata “la tassa dei bambini” e fu subito abolita, dal governo Berlusconi, nel 1994 a seguito delle tantissime proteste delle associazioni familiari.