“Te pio a pizze”, cucina romana: la storia di Alessandro, di nonna Emidia e di Marcello… pescacciatore
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“Te pio a pizze”, cucina romana: la storia di Alessandro, di nonna Emidia e di Marcello… pescacciatore

21 dicembre 2021 | 12:28


Cucina romana, e non solo… Da Te pio a pizze, in via Coni Zugna 51, a Fiumicino, si respira quell’aria familiare che ti mette subito a tuo agio. Le materie prime fanno la differenza


Il rumore del mestolo nel sugo, lo spolverio della farina sulla tavola di legno, le sapienti mani di nonna Emidia che “tirano” la pasta; e la voce di nonno Marcello che tornando a casa metteva sul tavolo verdure di campo, anguille, fagiani. Diciamoci la verità: un bambino cresciuto in un ambiente simile, tra sapori genuini e persone altrettanto genuine, Alessandro D’Elia aveva il destino segnato: essere una persona allegra e fare il cuoco.

E Alessandro non ha tradito le attese, e piano piano si è costruito quel pezzo di mondo fatto di sacrifici, ovvio, ma anche di soddisfazioni. E’ un altro esempio di quei giovani coraggiosi, che in piena pandemia invece di chiudersi a riccio sull’esistente, ha scommesso su se stesso e il proprio futuro, creando un brand che da solo chiarisce lo spirito goliardico, il senso dello “stare in casa”, del suo nuovo locale: “Te pio a pizze”.

Nel nome una simpatica provocazione, tipica dell’ironia romana. E infatti Alessandro, lui fiumicinese di adozione, ha recuperato quello spirito e quell’impostazione proprio dai nonni, titolari per anni di un’hosteria a Portuense. Una vita spesa tra le cucine e i locali (Alessandro per anni ha avuto in gestione “Re per una notte”, storico locale romano), seguendo i consigli della nonna e le “dritte” del nonno, una conoscenza profonda delle materie prime e delle tecniche per utilizzarle. Un’avventura che si è poi trasferita a Fiumicino, per anni all’interno dello spazio dello Sporting Center.

“Nonno era sia pescatore che cacciatore, diciamo pure… pescacciatore, e quando usciva non sapevi mai cosa avrebbe riportato a casa – racconta Alessandro -. Ogni volta era una festa, ma era anche una sfida in cucina: carne, pesce, verdure, cacciagione di ogni tipo. E col fatto che nonna aveva l’hosteria, si cucinava di tutto. Una grande scuola, di cucina e di vita”.

Tutto nella più rigorosa tradizione culinaria romana. E non è un caso se Alessandro, col suo “Te pio a pizze”, sia diventato punto di riferimento a Fiumicino per chi vuole mangiare (bene) la cucina romana. Non è un caso se le sue pinse sono tra le più apprezzate, se le pizze sono tra le più digeribili, se i suoi supplì hanno già nell’impasto ciò che poi determinerà sapori e colori. Per non parlare della carne…

Insomma, dentro ogni piatto c’è tanta passione, ma anche una cultura gastronomica che poi, alla fine, fa la differenza. Una cultura familiare che Alessandro non solo non ha rinnegato, ma ha portato avanti con forza anche in questa sua avventura a Fiumicino.

cucina romanaNel locale di via Coni Zugna 51, all’Isola Sacra, si respira quell’aria familiare che ti mette subito a tuo agio. Papà alla cassa, lui ai fornelli insieme a Sue Ellen, Un team di primo livello per una cucina che vuole essere semplice.

E allora eccolo il trionfo di cucina romana: rigatoni con la pajata, trippa alla romana, coda alla vaccinara, fagioli con le cotiche, e poi le immancabili cacio e pepe, carbonara, gricia. Sia nella più rigorosa tradizione capitolina, sia nelle varianti che la fantasia di Alessandro ha creato, col tartufo fresco piuttosto che col pistacchio.

Quanto ai supplì, c’è tutto un mondo da raccontare. Alessandro impasta il pane, lo cuoce, lo essicca e lo trita: tutto allo scopo di creare la panatura genuina e originale con cui fare i supplì. Per il supplì cacio e pepe, ad esempio, si punta sul pane al carbone vegetale, che darà la tipica colorazione al prodotto finito; per i porcini si usa la farina ai 5 cereali, per i broccoli si mettono essi stessi nell’impasto. Il risotto viene cucinato a parte, con il condimento, per poi fare da protagonista nel supplì. Insomma, un procedimento lungo e selezionato, per poi offrire nel piatto una prodotto unico.

“Abbiamo messo cuore, passione e professionalità in questo locale – conclude Alessandro – Te pio a pizze è un bel posto, con bella gente e buon cibo”. Serve altro?!