Trading online: quali previsioni per i mercati, tra rischi e opportunità
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Trading online: quali previsioni per i mercati, tra rischi e opportunità

24 aprile 2021 | 8:0


I presupposti per un rally dell’inflazione ci sono tutti, a questo punto non rimane che comprendere come investire tra rischi e opportunità.


Il superamento a febbraio dei 50 mila dollari da parte di Bitcoin ha suscitato molto scalpore, tuttavia è stato appena il segnale di una previsione sempre più concreta sul miglioramento della crisi pandemica. Le criptovalute rappresentano ormai il piano b di molti investitori, alle prese con lo spettro del ritorno dell’inflazione, dopo un 2020 all’insegna della stagnazione dei prezzi.

Secondo le analisi del mercato forex dello staff di borsainside.com, le preoccupazioni sulla perdita di fiducia nelle valute ufficiali sono abbastanza evidenti, come dimostra l’andamento dei principali cross valutari nelle ultime settimane. Inoltre, la crescita del prezzo del petrolio, l’aumento dei rendimenti dei Treasury americani a 10 anni e l’incremento delle posizioni sulle materie prime sono ormai segnali che vanno in un’unica direzione.

Gli investitori stanno scommettendo su una possibile salita dei prezzi, movimento favorito dagli stimoli fiscali di USA e Unione Europea, dall’accelerazione del programma di vaccinazione e da un progressivo ritorno alla mobilità grazie ai nuovi vaccini contro il Covid-19. I presupposti per un rally dell’inflazione ci sono tutti, a questo punto non rimane che comprendere come investire tra rischi e opportunità.

L’incognita delle criptovalute: bolla o bene rifugio?

Le prestazioni record di Bitcoin, al pari di quelle dei principali asset cripto, stanno sollevando seri dubbi per il lungo termine. Leggendo le quotazioni delle criptovalute in tempo reale a cura del sito Europar2010.org, è evidente come i volumi di scambio mostrino il forte interesse da parte dei trader retail e degli investitori istituzionali, soprattutto nell’ottica di un aumento dell’inflazione.

Eppure un allarme sui rischi arriva proprio dalla Bce per voce di un membro del consiglio direttivo, Gabriel Makhlouf, il quale ha paragonato il rally su Bitcoin alla bolla sui tulipani del 1600 in Olanda. Nonostante queste dichiarazioni la Banca centrale europea è al lavoro sull’euro digitale, un progetto in controtendenza con la valutazione delle criptovalute fatta dalla stessa Christine Lagarde.

Preoccupazioni arrivano anche da Janet Yellen, ex presidente della FED e oggi Segretario Dipartimento del Tesoro con il governo Biden, mentre aumenta l’elenco delle aziende che hanno annunciato che useranno le criptovalute, tra cui già si annoverano MasterCard, PayPal, Tesla e Bank of Ny Mellon. Tutto ciò mentre gli asset cripto sono presenti in tantissimi portafogli istituzionali, con ETF interamente dedicati alle criptovalute che stanno spopolando tra gli investitori retail.

La crescita degli investimenti in materie prime e oro

Se da un lato le criptovalute sono asset molto gettonati per la speculazione, in grado di offrire un’elevata tutela anche contro la crescita dell’inflazione, l’aumento dei prezzi fa tornare l’attenzione sulle materie prime. Le commodity sono asset tangibili, per questo motivo quando i mercati azionari non garantiscono più un incremento elevato oro, petrolio, platino e argento recuperano il loro fascino.

In alcuni settori stiamo assistendo a un vero boom delle posizioni sulle materie prime, con l’esplosione degli investimenti sui futures sul greggio e un forte interesse anche sul gas. Tuttavia è anche lo stagno a presentare un trend positivo e un alto livello di volatilità, segnale del nervosismo che iniziare a circolare sui mercati finanziari. La ripresa economica sembra più vicina, quindi si investe anche sul rame, l’alluminio, il nickel, lo zinco e il cobalto.

Anche l’oro ritorna in grande auge dopo un lungo periodo di indifferenza, specialmente considerando il rischio legato alle oscillazioni sui prezzi delle criptovalute, il potenziale incremento dell’inflazione e le probabilità che la FED possa pensare ad un rialzo dei tassi tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. Per il momento meglio evitare i titoli obbligazionari non indicizzati all’inflazione, soprattutto di lunga scadenza, ma anche i titoli growth puntando invece sulle azioni value.

Per investire in Borsa, nell’ottica della diversificazione, bisogna ripartire dai fondamentali delle società quotate, analizzando le prospettive di crescita delle aziende per capire quali titoli potrebbero essere penalizzati dalla ripresa economica. Al contrario, è importante individuare le imprese che potrebbero giovare del recupero dei consumi e della pioggia di investimenti pubblici in arrivo, tra cui sale l’attenzione verso i titoli mid e small cap, considerati quelli con il più alto potenziale nel post-covid.