Vini pregiati, focus sul Sagrantino di Montefalco
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Vini pregiati, focus sul Sagrantino di Montefalco

12 maggio 2020 | 21:51


Al palato è pieno e ampio, caldo e di ottima persistenza


Di vini pregiati in Italia ce ne sono davvero tanti e tutti diversi tra loro. Oggi, però, vogliamo parlarvi di un vino capace di entusiasmare gli appassionati del settore e di sorprenderli ad ogni sorso. Stiamo parlando delSagrantino di Montefalco. Nulla si sa con certezza sull’origine del Sagrantino. Si ipotizza che non sia una varietà locale bensì importata, forse da uno dei numerosi seguaci di S. Francesco di Assisi.

Una circostanza rafforza questa ipotesi. Nel 1452, ai piedi di Montefalco, in una collinetta, a Camiano, si tenne il Capitolo Generale del Terzo Ordine francescano che nasceva allora e si era distaccato dal Conventuale di Assisi e qui si era creata una comunità fondata da Angelo Clareno, i fraticelli di povera vita. Arrivarono in questo territorio frati francescani e monaci praticamente da ogni parte del mondo allora conosciuto, quindi niente di più facile che questo vitigno arrivasse attraverso loro.

Le caratteristiche

Il Sagrantino di Montefalco ha reso famosa l’Umbria in tutto il mondo. Un vino autoctono che rispecchia i profumi ed i sapori di questa terra. Il vitigno Sagrantino cresce solo qui, o meglio è nelle verdi colline attorno a Montefalco e Bevagna che raggiunge i risultati migliori, grazie ad una combinazione di fattori come territorio, clima e la cura dei vignaioli umbri. Siamo in provincia di Perugia.

Il Sagrantino è un vino solenne, pieno, alcolico, dai tannini poderosi: uno dei vini più tannici che esistano al mondo, ma come si fa a riconoscerlo? Quando giovane è rubino scurissimo, inchiostro, da perdercisi dentro. Invecchiando tende al granato. Al naso offre amarene, piccoli frutti di bosco, note terrose, fiori rossi, china, ma soprattutto anice stellato.

Al palato è pieno e ampio, caldo e di ottima persistenza. La versione secca del Sagrantino (con una gradazione alcolica di almeno 13 gradi) grazie ad una grande quantità di polifenoli e tannini, si caratterizza per una straordinaria longevità e patrimonio organolettico. La versione passita del Sagrantino (con una gradazione di almeno 14 gradi) si caratterizza invece per particolari metodi di appassimento con un disciplinare di 80 quintali d’uva per ettaro.

Gli abbinamenti

Il Sagrantino secco, con una temperatura di servizio ideale di 18 gradi, si sposa bene con diversi tipi di carne, dal manzo al suino, dal capretto all’agnello, senza dimenticare i piatti di cacciagione come tordi e palombacci di passo. Altra eccellenza della regione Umbria è senz’altro il tartufo nero, perfetto l’abbinamento con il Sagrantino in quanto questo tipo di vino riesce ad esaltare il profumo e la sapidità del pregiato fungo. Il Sagrantino passito, con una temperatura di servizio ideale di 12 gradi, è perfetto con i dolci tipici umbri come lo stinchetto di marzapane, l’Attorta (un tipico dolce attorcigliato di zucchero e mandorle), il Brustengolo (una polenta di granoturco con mele tritate) e i maccheroni con le noci (tipico dolce umbro del periodo natalizio). Il Sagrantino passito può trovare un eccellente abbinamento anche con la degustazione di formaggi di pecora stagionati tipici della regione Umbria.