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Porto della Concordia a Fiumicino: il dramma dei piccoli investitori in attesa di risposte

16 giugno 2023 | 07:30
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Porto della Concordia a Fiumicino: il dramma dei piccoli investitori in attesa di risposte

Porto della Concordia a Fiumicino, un paradosso italiano tra investimenti e speranze tradite

Fiumicino – Il Porto della Concordia rappresenta uno dei paradossi italiani più… comuni (scusate l’antinomia): da una parte centinaia di milioni di euro che vengono impegnati, a volte letteralmente buttati a mare, per opere che spesso non vedono neanche la luce, dall’altra pochi spiccioli (si fa per dire…) che dovrebbero rientrare nella disponibilità di chi in quei progetti ha creduto rimanendo tradito.

Fiumicino, sotto questo punto di vista, rappresenta un fulgido (si fa sempre per dire…) esempio di questa antinomia, appunto. Una vicenda che riguarda numerosi piccoli investitori, che attendono ancora di recuperare i loro soldi investiti nel 2010 nel più grande “porto turistico d’Europa”, il cui sviluppo è stato recentemente acquisito dalla Royal Caribbean(leggi qui).

C’è chi ha creduto nel progetto del più grande porto turistico d’Europa, si è lasciato convincere a fare un investimento, guardando al futuro. Non voglio fare la solita solfa del fatto che in Italia non funziona nulla, che ci sono sempre problemi giudiziari, ecc, perché credo invece che il popolo italiano sia capace di grandi eccellenze, e il refrain del “continuiamo così, facciamoci del male” non mi appartiene.

Ma è un fatto che c’è chi ha investito dei soldi (risparmi di lavoro, tesoretto familiare) nel 2010 e, ad oggi, giugno 2023, ancora non è riuscito a riavere indietro il becco di un quattrino. Anzi, peggio: nemmeno è riuscito a sapere se e quanto potrà mai recuperare da quello che, col senno di poi, è stato uno scellerato investimento.

E’ la storia – ad esempio – del signor Sandro Cesareo (ma come lui almeno un centinaio di piccoli investitori) che il 5 maggio 2010 versò il suo primo assegno di 5.450 euro a favore della società Acqua Tirrena per l’acquisto di un posto barca di dieci metri. Il prezzo finale fissato era di 109mila euro, con ben… mille euro di sconto sui 110mila inizialmente previsti.

Pochi mesi dopo, a luglio, fu convocato per la firma del contratto preliminare, previo bonifico di 27.250 euro quale prima tranche dell’acquisto. Totale: 32.700 euro, mica bruscolini. In attesa ovviamente del saldo.

Poi accadde quello che accadde (leggi qui): la società e il suo dominus, Francesco Bellavista Caltagirone, fini sotto inchiesta. I lavori si fermarono, i cantieri vennero “congelati”. Con il passare del tempo emersero anche evidenti criticità strutturali, che impedirebbero anche oggi – visto il tipo di fondale – la costruzione di quel tipo di porto turistico.

In seguito al fallimento delle società di Caltagirone, la questione porto turistico rimase “appesa” per anni; fino a che nel 2022 il Tribunale di Roma, sezione fallimentare, ha assegnato alla Royal Carebbean, o meglio alla Fiumicino Waterfront – non senza polemiche – la concessione rilasciata dalla Regione Lazio (leggi qui).

Si dirà: beh, visto che sono entrati nuovi soldi, finalmente saranno stati pagati i creditori dell’epoca. Nemmeno per sogno, nulla è arrivato, neanche un avviso… E i tempi della burocrazia, della Legge, degli uffici (assegnate un po’ il nome che più vi aggrada) sono insindacabili.

Così c’è chi sono 13 anni (dicasi tredici anni!) che aspetta di riavere i propri soldi, di sapere qualcosa, di capire se e in quale misura questa storia sia stata devastante. Anche qui, la tentazione di dire “siamo in Italia” è grande, ma mi taccio per la seconda volta.

Voglio essere fiducioso sul fatto che una volta sollevato il problema (a proposito, nessuno della grande stampa mainstream nell’ultimo anno si è posto il quesito…) il Tribunale sollecitamente darà una risposta a questi creditori, che altro non sono – per lo più – famiglie italiane che hanno fatto la scelta sbagliata al momento sbagliato.

La situazione del Porto della Concordia solleva interrogativi sul ruolo delle istituzioni e sulla tempistica dei processi burocratici e giudiziari in Italia. Mentre si attendono risposte da parte del Tribunale, gli occhi sono puntati sulla Royal Caribbean e sul progetto che intende realizzare a Fiumicino (leggi qui), e  che, a regime, promette di portare un investimento di 350 milioni di euro. Ci auguriamo (è un eufemismo…) che l’azienda riesca a creare nuovi posti di lavoro, infrastrutture di collegamento e portare sviluppo economico alla città.

Uno degli slogan del neo sindaco di Fiumicino, Mario Baccini, in campagna elettorale è stato “Cresciamo insieme ai loro bilanci”, riferendosi ai grandi gruppi industriali che hanno interessi sulla città. Adesso bisogna dare concretezza a queste parole e garantire che il Porto della Concordia sia un’opportunità di crescita per tutti, senza dimenticare i piccoli investitori che hanno creduto nel progetto e che attendono ancora giustizia.

Fiumicino è stanca di essere residuale rispetto alle grandi iniziative private che lucrano sul territorio. Ora, a partire dal Porto della Concordia, è il momento di fissare i paletti.

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