Ventotene e quel rischio chiusura per la casa alloggio degli anziani

13 febbraio 2018 | 15:50
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Ventotene e quel rischio chiusura per la casa alloggio degli anziani

Santomauro vuole salvare la casa alloggio e ripopolare l’isola, ma, parte dei residenti, essendo contrari hanno già avviato una raccolta firme.

Ventotene – Lo spopolamento dell’isola di Ventotene continua e con lui i numerosi disagi che questo fattore comporta.

Dopo il caso del rischio chiusura della scuola media isolana, nuove complicazioni sorgono riguardo alla casa alloggio comunale per anziani. Attualmente, infatti, ospitate nella struttura vi sono soltanto 4 persone contro gli 8 che vi lavorano e, soprattutto, contro i 180mila euro di manutenzione di fondi annui- derivanti dal Distretto socio sanitario- e i cospicui finanziamenti del Comune.

Costi ingenti, quindi, che rischiano di superare la volontà di mantenere aperto il servizio, soprattutto considerata l’esigua quantità di ospiti che ne usufruisce.

Di fronte a questa nuova sfida, che vede prospettarsi davanti a se un’ulteriore impoverimento dell’offerta comunale isolana, il sindaco Santomauro, però, non si è arreso, lanciando una proposta: riconvertire la casa alloggio. Ovvero, oltre ad ospitare gli anziani, allestire una parte della struttura in modo tale che sia funzionale per ospitare famiglie monoparentali disagiate, affidando, poi, la gestione alla cooperativa “Utopia” di Sezze.

Così facendo, secondo Santomauro si risolverebbero contemporaneamente due problemi:  l’occupazione degli operatori della casa alloggio da un lato, e la possibile chiusura della scuola media- considerato l’arrivo di nuovi bambini sull’isola- dall’altro.

Lieto fine, dunque, per Ventotene? Pare di no.  La proposta, accolta positivamente dalla giunta, non ha avuto gli effetti sperati sulla popolazione,  che ha avviato una raccolta firme, annunciando, inoltre, la volontà di promuovere una mobilitazione contro tale decisione.

Il rischio, quindi, della chiusura della casa alloggio, per ora, resta. Accompagnato dai moti di rabbia dei residenti.

(Il Faro on line)