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Il Papa ‘Unire la gloria alla Croce: così Cristo ci riscatta dai vuoti di amore’

29 giugno 2018 | 16:31
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Il Papa ‘Unire la gloria alla Croce: così Cristo ci riscatta dai vuoti di amore’

Nella festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo il Pontefice consegna i palli a 28 arcivescovi metropoliti: “Gloria e croce in Gesù Cristo vanno insieme e non si possono separare”

L’Angelus

Terminata la celebrazione, a mezzogiorno il Papa si affaccia dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico per la tradizionale preghiera dell’Angelus.

Ai tanti pellegrini che affollano la piazza, il Francesco ripercorre ulteriormente il brano evangelico proclamato durante la Messa.

Gesù pone agli apostoli due domande, attraverso le quali, spiega il Pontefice, “sembra dire che una cosa è seguire l’opinione corrente, e un’altra è incontrare Lui e aprirsi al suo mistero: lì si scopre la verità”.

“L’opinione comune contiene una risposta vera ma parziale; Pietro, e con lui la Chiesa di ieri, di oggi e di sempre, risponde, per grazia di Dio, la verità: ‘Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente'”.

“Nel corso dei secoli, il mondo ha definito Gesù in diversi modi: un grande profeta della giustizia e dell’amore; un sapiente maestro di vita; un rivoluzionario; un sognatore dei sogni di Dio… e così via. Tante cose belle”, prosegue il Santo Padre.

Ma “nella babele di queste e di altre ipotesi si staglia ancora oggi, semplice e netta, la confessione di Simone detto Pietro, uomo umile e pieno di fede”.

“Gesù è il Figlio di Dio: perciò è perennemente vivo Lui come è eternamente vivo il Padre suo. E’ questa la novità che la grazia accende nel cuore di chi si apre al mistero di Gesù: la certezza non matematica, ma ancora più forte, interiore, di aver incontrato la Sorgente della Vita, la Vita stessa fatta carne, visibile e tangibile in mezzo a noi”.

La risposta di Gesù, fa notare il Pontefice, è piena di luce: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”.

“È la prima volta che Gesù pronuncia la parola ‘Chiesa’: e lo fa esprimendo tutto l’amore verso di essa, che definisce ‘la mia Chiesa’. E’ la nuova comunità dell’Alleanza, non più basata sulla discendenza e sulla Legge, ma sulla fede in Lui, Gesù, Volto di Dio”.

Infine, la supplica alla Vergine Maria, affinché il Signore “conceda alla Chiesa, a Roma e nel mondo intero, di essere sempre fedele al Vangelo, al cui servizio i santi Pietro e Paolo hanno consacrato la loro vita”.

Quindi, il tradizionale e immancabile saluto: “Auguro a tutti buona festa. E, per favore, non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

Foto © Vatican Media

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