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Discarica a Pizzo del Prete, guerra di competenze tra Regione e Città Metropolitana

9 gennaio 2019 | 13:50
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Discarica a Pizzo del Prete, guerra di competenze tra Regione e Città Metropolitana

Le Istituzioni si rimbalzano la palla mentre i cittadini del litorale rischiano di essere sommersi dai rifiuti della Capitale

Roma – La Capitale è sommersa dall’immondizia. E dopo l’incendio del Tmb salario, l’emergenza rifiuti si è accentuata. Nonostante la task force messa in campo dall’amministrazione Raggi e dall’Ama per garantire pulizia e decoro urbano durante le festività natalizie, i cassonetti di tutti i Municipi strabordano.

La soluzione? Il ritorno alle discariche. Per adesso è solo un’ipotesi, un’idea presa in considerazione dalle Istituzioni che governano Roma per fronteggiare l’emergenza rifiuti.

Secondo quanto riportato da diversi giornali, nelle scorse ore Città Metropolitana avrebbe consegnato, nel corso di una riunione svolta al Ministero dell’Ambiente, due mappe alla Regione Lazio dove sarebbero segnalate zone “idonee agli impianti di rifiuti”, di cui una dedicata esclusivamente “ai siti di conferimento” (le discariche), l’altra inerente a tutti gli altri impianti, dai Tmb fino agli inceneritori.

Sarebbero sette le aree individuate per la realizzazione di questi impianti: una sul tratto di litorale laziale compreso tra Cerveteri e Fiumicino, le altre all’interno Municipi XI, XII, XIV e in zona Tiburtina verso Guidonia.

Rifiuti di Roma sul litorale, l’ira dei Sindaci

L’area individuata sul litorale sarebbe quella di Pizzo del Prete, una zona che, coma ha ricordato anche il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, “non è area bianca, come erroneamente indicato dalla Città Metropolitana, e quindi in teoria idonea alla realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti”.

Anche il primo cittadino di Cerveteri, Alessio Pascucci, appresa la notizia, è intervenuto sulla questione, dichiarando: “La mappa della Città Metropolitana inviata alla Regione è incompleta di tutti i vincoli presenti nel nostro territorio ed è inaccettabile che si programmi il fabbisogno dell’impiantistica e la loro successiva localizzazione basandosi su una mappa del tutto incompleta e non attinente alla realtà”. Vincoli, nel caso di Cerveteri, anche di tipo archeologico, in quanto il sito è patrimonio dell’Unesco.

La “smentita” di Città Metropolitana

L’ira dei sindaci del litorale si abbatte su Città Metropolitana, che nella mattinata, tramite una nota, precisa di non aver individuato “alcun sito per la realizzazione di discariche per i rifiuti nel territorio della Capitale o dell’area metropolitana”.

La mappa trasmessa lo scorso 22 dicembre alla regione Lazio, con mero atto amministrativo previsto dalla legge, riporta le aree indicate dai Comuni della area metropolitana come idonee alla realizzazione di impianti la cui definizione spetta esclusivamente alla Regione Lazio. Sarà quindi quest’ultima, nell’ambito del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti (l’ultimo risale al 2012), a individuare le tipologie di impianti di smaltimento da realizzare e la loro ubicazione.

E invece no. Poco dopo il chiarimento di Città Metropolitana, infatti, in una nota diffusa dalla Regione Lazio, la Pisana fa sapere che l’individuazione delle aree idonee per l’edificazione di impianti per lo smaltimento dei rifiuti è competenza di Città Metropolitana.

Il chiarimento della Regione

Alla Regione, infatti, come stabilisce l’art. 197 del DLgs 152/2006 al comma 1 lettera d, spetta:

  • L’individuazione, sulla base delle previsioni del piano territoriale di coordinamento di cui all’art. 20, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ove già adottato, e delle previsioni di cui all’art. 199, comma 3, lettere d) e h), nonché sentiti l’Autorità d’ambito ed i comuni, delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti, nonché delle zone non idonee alla localizzazione di impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti.
  • La definizione di criteri per l’individuazione, da parte delle province, delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti, nel rispetto dei criteri generali indicati nell’articolo 195, comma 1, lettera p); o) la definizione dei criteri per l’individuazione dei luoghi o impianti idonei allo smaltimento e la determinazione, nel rispetto delle norme tecniche di cui all’articolo 195, comma 2, lettera a), di disposizioni speciali per rifiuti di tipo particolare”.

Non solo: la Regione ha anche il compito di redigere il Piano rifiuti, “promuovendo politiche attive per ridurre la produzione dei rifiuti, aumentare la raccolta differenziata e stimare il fabbisogno impiantistico dei singoli ambiti provinciali”, si legge nella nota.

Che precisa: “La localizzazione degli impianti, tra le aree ritenute idonee dalla Città Metropolitana di Roma e dalle altre province del Lazio, è invece una competenza degli enti locali, frutto del lavoro e delle scelte delle varie amministrazioni. Queste sono attribuzioni previste dalla legge e non sono suscettibili di interpretazioni di parte”.

A chi spetta decidere? Al momento non ci è dato di capirlo. Di certo rimane solo l’immondizia che, lentamente, sta seppellendo Roma.

E mentre le Istituzioni si rimbalzano la palla della responsabilità, i cittadini del litorale rischiano di essere sommersi dai rifiuti della Capitale, perdendo un’area di pregio naturalistico, storico e archeologico.

(Il Faro online)

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