Sinodo, il Papa si fa indios e bacchetta la Curia

7 ottobre 2019 | 16:36
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Sinodo, il Papa si fa indios e bacchetta la Curia
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Sinodo, il Papa si fa indios e bacchetta la Curia
Sinodo, il Papa si fa indios e bacchetta la Curia

Il monito del Pontefice ai padri sinodali: “Se qualcuno viene qua con intenti pragmatici, è un peccatore e si converta. Non siamo venuti qua per inventare programmi di sviluppo sociale”

di FABIO BERETTA

Città del Vaticano – “Tesi eretiche”, “violato il tempio vaticano”… Che il Sinodo per l’Amazzonia, inaugurato ieri con la messa in San Pietro (leggi qui), non fosse ben accetto da una parte della Chiesa era chiaro già da un po’ di tempo. E oggi il Papa, aprendo ufficialmente i lavori della prima Congregazione generale del Sinodo con un discorso pronunciato completamente a braccio, in spagnolo, e durato circa venti minuti, ha replicato alle dure critiche di chi non ha visto di buon occhiogli indios sudamericani, con indosso i tipici copricapi piumati e gli abiti tradizionali, pregare nella basilica di San Pietro dinanzi alla tomba del Principe degli Apostoli.

Sotto la volta dell’immensa cupola, nella mattinata, sono risuonati gli strumenti musicali tipici delle popolazioni che vivono in Amazzonia, in continuità con quanto previsto dalla costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium del 1963, che recita:

La Chiesa, quando non è in questione la fede o il bene comune generale, non intende imporre, neppure nella liturgia, una rigida uniformità; rispetta anzi e favorisce le qualità e le doti di animo dei vari popoli. Tutto ciò poi che nel costume dei popoli non è indissolubilmente legato a superstizioni o ad errori, essa lo considera con benevolenza e, se possibile, lo conserva inalterato, e a volte lo ammette perfino nella liturgia, purché possa armonizzarsi con il vero e autentico spirito liturgico. Salva la sostanziale unità del rito romano, anche nella revisione dei libri liturgici si lasci posto alle legittime diversità e ai legittimi adattamenti ai vari gruppi etnici, regioni, popoli, soprattutto nelle missioni; e sarà bene tener opportunamente presente questo principio nella struttura dei riti […]. Spetterà alla competente autorità ecclesiastica territoriale determinare gli adattamenti, specialmente riguardo all’amministrazione dei sacramenti, ai sacramentali, alle processioni, alla lingua liturgica, alla musica sacra e alle arti, sempre però secondo le norme fondamentali contenute nella presente costituzione.

Poi la processione, sotto un cielo plumbeo, dalla basilica di San Pietro fino all’Aula del Sinodo, situata all’interno della Sala Nervi, dove per le prossime tre settimane, i vescovi rifletteranno sulla missione della Chiesa in Amazzonia, sull’evangelizzazione e sulla promozione di una ecologia integrale.

Dobbiamo accostarci ai popoli amazzonici in punta di piedi, rispettandola loro storia, la loro cultura, il loro stile del ‘buen vivir’ nel senso etimologico della parola, e non nel significato sociale”, è l’invito del Papa.

Ogni popolo ha un’identità propria, una coscienza di sé da cui viene un sentire, un modo di vedere la verità, una storia, un’ermeneutica”, ha sottolineato Francesco, mettendo in guardia ancora una volta dalla “colonizzazione ideologica, tanto comune”, che “distrugge la storia di un popolo”.

Bergoglio ha chiesto di cominciare il Sinodo non con “programmi confezionati”, per “disciplinare, addomesticare” il popolo amazzonico: “il centralismo omogeneizzante e omogeneizzatore distrugge l’autenticità della cultura di un popolo”.

Aperti alle novità

“Le ideologie sono riduttive”, il monito di Francesco, che ha stigmatizzato “la pretesa di comprendere intellettualmente, ma senza ammirare” e quella a “ridurre la realtà in categorie”, coniando “ismi” in nome di una presunta “civilizzazione che serve ad annientare i popoli”.

Il Pontefice ha quindi spiegato che “il Sinodo per l’Amazzonia ha quattro dimensioni: pastorale, culturale, sociale, ecologica. La prima è l’essenziale, abbraccia tutto”.

Non esiste un’ermeneutica asettica”, ha sottolineato Francesco, esortando i 184 padri sinodali a vivere “la realtà amazzonica con occhi di discepoli e missionari. Senza lo Spirito Santo non c’è annuncio di Gesù Cristo, che non va confuso con il proselitismo”.

Poi, bacchetta la Curia e replica alle critiche: “Se qualcuno viene qua con intenti pragmatici, è un peccatore e si converta. Non siamo venuti qua per inventare programmi di sviluppo sociale, per tutelare una cultura come fosse un museo, con uno stile non contemplativo, come si fanno le azioni di disboscamento”.

“Mi ha fatto tristezza ascoltare qui dentro un commento burlone su queste persone che girano con le piume in testa – ha rivelato il Papa -. Che differenza c’è tra le piume sulla testa e i copricapi che usano gli officiali dei nostri dicasteri?”.

Altrimenti si corre il rischio di approcciarsi “semplicemente pragmatici, quando al contrario serve contemplazione dei popoli, capacità di ammirazione dei popoli”.

E afferma: “Deforestazione, uniformizzazione e spogliazione: è un programma che non rispetta la poesia dei popoli, la realtà dei popoli, che è sovrana. Andiamo a contemplare e a servire i popoli, e lo facciamo percorrendo un cammino sinodale, non una conferenza”.

“Un Sinodo non è un parlamento”

Come in passato, il Papa ha ribadito che “un Sinodo non è un parlamento”, mettendo i presuli in guardia da “una Chiesa sensazionalista, tanto distante dalla nostra santa Chiesa madre cattolica e dalla nostra santa madre Chiesa gerarchica” e dalla tentazione di “imporre qualche idea o qualche piano”.

Il Sinodo è camminare uniti, secondo l’ispirazione dello Spirito Santo, che è l’attore principale del Sinodo. Non lasciamolo per la strada! Pregare, riflettere, dialogare, ascoltare con umiltà. Parlare con coraggio, con parresia. Discernere. E tutto custodendo la fraternità che deve esistere qui dentro

“Il Sinodo è entrare in un processo, non è occupare uno spazio – ha sottolineato Francesco -. E il processo ecclesiale ha una necessità: deve essere custodito, guidato, accompagnato con delicatezza”.

Il Papa ha poi concluso con una distinzione tra il “Sinodo dentro” e il “Sinodo fuori”: “Il Sinodo dentro è il cammino della madre Chiesa”, il Sinodo fuori implica un supplemento di attenzione da parte dei 184 padri sinodali, perché “una informazione data alla leggera, con imprudenza, potrebbe portare a equivoci da parte di chi fa l’informazione”.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media