Il Papa: “Non è un buon discepolo quello che si pavoneggia: il bene si fa in silenzio”

12 gennaio 2020 | 13:18
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Il Papa: “Non è un buon discepolo quello che si pavoneggia: il bene si fa in silenzio”

Il Pontefice: “L’atteggiamento del cristiano deve essere quello della mitezza, della semplicità, del rispetto, della moderazione e del nascondimento”

di FABIO BERETTA

Città del Vaticano – “Quanti – è triste dirlo – quanti discepoli del Signore si pavoneggiano di essere discepoli del Signore. Non è un buon discepolo quello che si pavoneggia. Il buon discepolo è quello umile, mite, quello che fa il bene senza farsi vedere”.

E’ il monito di Papa Francesco, pronunciato all’Angelus di oggi, domenica nella quale la Chiesa celebra la festa del Battesimo di Gesù, festività che conclude il Tempo di Natale.

Il Pontefice, prendendo spunto dal racconto dell’evangelista Matteo, ricorda il dialogo fra Gesù, che chiede il battesimo, e Giovanni Battista, che vuole rifiutarsi. “Questa decisione di Gesù sorprende il Battista – spiega il Papa -: infatti, il Messia non ha bisogno di essere purificato; è Lui invece che purifica. Ma Dio è il Santo, le sue vie non sono le nostre, e Gesù è la Via di Dio, una via imprevedibile. Ricordiamo che Dio è il Dio delle sorprese”.

Servire con umiltà

“Giovanni – prosegue il Santo Padre – aveva dichiarato che fra lui e Gesù esisteva una distanza abissale, incolmabile. Ma il Figlio di Dio è venuto proprio per colmare questa distanza fra l’uomo e Dio. Se Gesù è tutto dalla parte di Dio, è anche tutto dalla parte dell’uomo, e riunisce ciò che era diviso”.

In altre parole, “il Messia chiede di essere battezzato, perché si compia ogni giustizia, si realizzi il disegno del Padre che passa attraverso la via dell’obbedienza filiale e della solidarietà con l’uomo fragile e peccatore. È la via dell’umiltà e della piena vicinanza di Dio ai suoi figli”.

In questa prospettiva si nota che chi serve Dio “realizza la sua missione nel mondo con uno stile contrario allo spirito mondano”. L’atteggiamento del cristiano, ammonisce il Papa, deve essere quello “della mitezza – è questo che ci insegna Gesù con la sua umiltà, la mitezza –, l’atteggiamento della semplicità, del rispetto, della moderazione e del nascondimento, richiesto anche oggi ai discepoli del Signore”.

Quanti discepoli del Signore si pavoneggiano di essere discepoli del Signore. Non è un buon discepolo quello che si pavoneggia. Il buon discepolo è quello umile, mite, quello che fa il bene senza farsi vedere. Nell’azione missionaria, la comunità cristiana è chiamata ad andare incontro agli altri sempre proponendo e non imponendo, dando testimonianza, condividendo la vita concreta della gente.

Riscoprire il nostro battesimo

Nella festa del Battesimo di Gesù, prosegue Bergoglio, “riscopriamo il nostro Battesimo”. “Anche noi siamo rinati nel Battesimo. Nel Battesimo è venuto lo Spirito Santo per rimanere in noi. Per questo è importante sapere qual è la data del mio Battesimo”, dice il Papa ricollegandosi all’omelia pronunciata poco prima dell’Angelus nella Cappella Sistina dove ha battezzato 32 bambini (leggi qui).

Il Pontefice dà quindi dei “compiti da fare a casa”: “Noi sappiamo qual è la data della nostra nascita, ma non sempre sappiamo qual è la data del nostro Battesimo. Sicuramente qualcuno di voi non lo sa… Un compito da fare a casa. Quando tornerete domandate: quando sono stata battezzata? Quando sono stato battezzato? E festeggiare nel cuore la data del battesimo ogni anno. Fatelo. È anche un dovere di giustizia verso il Signore che è stato tanto buono con noi”.

Infine, l’immancabile saluto: “Auguro a tutti voi una buona domenica. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci”

(Il Faro online)