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Mercoledì delle Ceneri, il Papa: “Siamo il sogno di Dio, non lasciamoci soffocare dalla polvere dell’ipocrisia” foto

Nella basilica di Santa Sabina all'Aventino il tradizionale rito che apre il tempo di Quaresima, il Pontefice: "La Quaresima è un tempo di guarigione: bbiamo bisogno di pulizia dalla polvere che si deposita sul cuore"

di FABIO BERETTA

Roma – Siamo nati “per realizzare il sogno di Dio, per amare. La cenere si posa sulle nostre teste perché nei cuori si accenda il fuoco dell’amore. Perché siamo cittadini del cielo e l’amore a Dio e al prossimo è il passaporto per il cielo, è il nostro passaporto. I beni terreni che possediamo non ci serviranno, sono polvere che svanisce, ma l’amore che doniamo – in famiglia, al lavoro, nella Chiesa, nel mondo – ci salverà, resterà per sempre”.

Come da tradizione, Papa Francesco si reca all’Aventino per celebrare il rito che apre il tempo della Quaresima, a Roma celebrata con le suggestive “Stazioni”: dopo il momento di preghiera nella chiesa di Sant’Anselmo, il Pontefice, assieme ai cardinali della Curia, apre la processione penitenziale verso la basilica di Santa Sabina.

Qui Bergoglio presiede la celebrazione dell’Eucarestia con il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri. Ed è proprio sul significato delle ceneri che il Papa incentra la sua omelia.

“Siamo la polvere amata da Dio”

“La polvere sul capo ci ricorda che veniamo dalla terra e che in terra torneremo – spiega il Papa -. Siamo cioè deboli, fragili, mortali. Nel corso dei secoli e dei millenni siamo di passaggio, davanti all’immensità delle galassie e dello spazio siamo minuscoli. Siamo polvere nell’universo”.

“Ma siamo la polvere amata da Dio – ammonisce Francesco -. Il Signore ha amato raccogliere la nostra polvere tra le mani e soffiarvi il suo alito di vita. Così siamo polvere preziosa, destinata a vivere per sempre. Siamo la terra su cui Dio ha riversato il suo cielo, la polvere che contiene i suoi sogni. Siamo la speranza di Dio, il suo tesoro, la sua gloria”.

In questa prospettiva, “la cenere ci ricorda il percorso della nostra esistenza: dalla polvere alla vita. Siamo polvere, terra, argilla, ma se ci lasciamo plasmare dalle mani di Dio diventiamo una meraviglia”.

Eppure, fa notare il Santo Padre, “spesso, soprattutto nelle difficoltà e nella solitudine, vediamo solo la nostra polvere! Ma il Signore ci incoraggia: il poco che siamo ha un valore infinito ai suoi occhi. Coraggio, siamo nati per essere amati, siamo nati per essere figli di Dio”.

Allora “la Quaresima non è il tempo per riversare sulla gente inutili moralismi, ma per riconoscere che le nostre misere ceneri sono amate da Dio”, è un “tempo di grazia, per accogliere lo sguardo d’amore di Dio su di noi e, così guardati, cambiare vita. Siamo al mondo per camminare dalla cenere alla vita”.

Non polverizziamo la speranza, non inceneriamo il sogno che Dio ha su di noi. Non cediamo alla rassegnazione.

La cenere “ci ricorda che noi, figli di Dio, non possiamo vivere per inseguire la polvere che svanisce”. “Se vivo solo per portare a casa un po’ di soldi e divertirmi, per cercare un po’ di prestigio, fare un po’ di carriera, vivo di polvere – avverte Bergoglio -. Se giudico male la vita solo perché non sono tenuto in sufficiente considerazione o non ricevo dagli altri quello che credo di meritare, resto ancora a guardare la polvere”. Ma “non siamo al mondo per questo”, bensì “per realizzare il sogno di Dio”, ovvero “per amare”.

“Togliamo la polvere dell’ipocrisia”

Il Papa cambia poi prospettiva, facendo notare come “la cenere che riceviamo ci ricorda un secondo percorso, quello che va dalla vita alla polvere”.

Guardando il mondo di oggi, “vediamo polveri di morte. Vite ridotte in cenere. Macerie, distruzione, guerra. Vite di piccoli innocenti non accolti, vite di poveri rifiutati, vite di anziani scartati. Continuiamo a distruggerci, a farci tornare in polvere”.

Ma c’è polvere, ammonisce ancora il Papa, anche “nelle nostre relazioni! Guardiamo in casa nostra, nelle famiglie: quanti litigi, quanta incapacità di disinnescare i conflitti, quanta fatica a chiedere scusa, a perdonare, a ricominciare, mentre con tanta facilità reclamiamo i nostri spazi e i nostri diritti! C’è tanta polvere che sporca l’amore e abbruttisce la vita”. Una polvere, sottolinea, che attanaglia anche la Chiesa, nella quale “abbiamo lasciato depositare tanta polvere, la polvere della mondanità”.

Contro la cenere dell’ipocrisia

Il Papa invita quindi a guardarsi il cuore: “Quante volte soffochiamo il fuoco di Dio con la cenere dell’ipocrisia!”.  Proprio l’ipocrisia “è la sporcizia che Gesù chiede di rimuovere oggi nel Vangelo”.

Infatti, precisa il Pontefice, “il Signore non dice solo di compiere opere di carità, di pregare e di digiunare, ma di fare tutto questo senza finzioni, senza doppiezze”.

Quante volte, invece, facciamo qualcosa solo per essere approvati, per il nostro ritorno di immagine, per il nostro ego! Quante volte ci proclamiamo cristiani e nel cuore cediamo senza problemi alle passioni che ci rendono schiavi! Quante volte predichiamo una cosa e ne facciamo un’altra! Quante volte ci mostriamo buoni fuori e coviamo rancori dentro! Quanta doppiezza abbiamo nel cuore… È polvere che sporca, cenere che soffoca il fuoco dell’amore.

“Abbiamo bisogno di pulizia dalla polvere che si deposita sul cuore”, aggiunge Francesco, perché “la Quaresima è tempo di guarigione”.

Che cosa fare dunque? “Nel cammino verso la Pasqua possiamo compiere due passaggi. Il primo: metterci davanti al Crocifisso e ripetere: ‘Gesù, tu mi ami, trasformami’. E dopo aver accolto il suo amore, dopo aver pianto davanti a questo amore, il secondo passaggio, per non ricadere dalla vita alla polvere. Si va a ricevere il perdono di Dio, nella Confessione, perché lì il fuoco dell’amore di Dio consuma la cenere del nostro peccato”.

E conclude: “L’abbraccio del Padre nella Confessione ci rinnova dentro, ci pulisce il cuore. Lasciamoci riconciliare per vivere come figli amati, come peccatori perdonati, come malati risanati, come viandanti accompagnati. Lasciamoci amare per amare. Lasciamoci rialzare, per camminare verso la meta, la Pasqua. Avremo la gioia di scoprire che Dio ci risuscita dalle nostre ceneri”.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media