EMERGENZA CORONAVIRUS |
Sport
/

Luigi Busà: “L’oro olimpico mi aspetta nel 2021. Adesso vinciamo il coronavirus”

26 marzo 2020 | 06:05
Share0
Luigi Busà: “L’oro olimpico mi aspetta nel 2021. Adesso vinciamo il coronavirus”

D’accordo sullo slittamento della competizione a Cinque Cerchi, il capitano della Nazionale di karate parla del difficile momento sanitario e dell’attesa dei Giochi

Siracusa – Luigi dà una risposta da vincente. Da uno che nonostante la presenza del buio riesce a guardare un po’ più in là. Sono state rimandate le Olimpiadi di Tokyo 2020. La denominazione rimarrà la stessa per questioni di sponsorship e merchandising, ma l’anno sarà diverso.

Martedì scorso il Comitato Olimpico Internazionale in accordo con il Governo giapponese ha indicato la tanto attesa decisione. I Giochi di Tokyo verranno disputati nel 2021. Era in fibrillazione il mondo dello sport e gli atleti chiusi in casa non avrebbero potuto prepararsi al meglio per l’evento di luglio. Niente estate 2020 a Cinque Cerchi allora. Ma un 2021 di rinascita. Tutti se lo augurano. Ne parla il pluricampione mondiale ed europeo di kumite Luigi Busà. E non si spaventa di certo dello slittamento avuto l’atleta del Centro Sportivo dei Carabinieri. Lo sa che c’è un’affascinante presenza che lo attende: “Una bella medaglia d’oro si fa sempre aspettare”. Una battuta per sdrammatizzare la causa dello spostamento. Ma una risposta da chi ci crede nel trionfo. E la  convinzione che lui ci riuscirà a prendersi quella medaglia. Con il cuore di un atleta che ogni volta sale sul tatami e combatte per i suoi sogni.

Lo ha fatto Luigi per diversi anni e incontri. Mondiali, Europei e Premier League. E sempre più su nel ranking della World Karate Federation. E’ così che ha strappato il pass per le Olimpiadi il capitano. E adesso niente potrà allontanarlo da esse. Lo ha saputo in competizione a Salisburgo. La sua compagna e futura moglie Laura Pasqua, anch’essa atleta della Nazionale Italiana, glielo ha comunicato dagli spalti durante la  tappa della consueta Premier League. Immediatamente un brivido di emozioni per Busà. Poi festeggiato da compagni e allenatori azzurri. Ma in questo momento, è la vita che chiama per prima. E prima di risalire sul tatami sportivo, bisogna vincere sul tappeto della vita.

Sta crescendo l’emergenza Covid – 19 in Italia e nel mondo e adesso la cosa più importante è la vita stessa. E la salute dei propri cari. Lo sottolinea Busà: “Al mattino mi sveglio e la prima  cosa che voglio sapere è se le persone che amo stanno bene”. E’ quella l’energia più importante per ognuno e quella che il campione azzurro sempre ha portato con sé in gara. E da guerriero del Bushido consiglia alle persone di rendere virtuoso questo momento tra le mura domestiche: “Riscoprire se stessi”. E fare  ciò che non si è mai avuto il tempo di fare. E quello che lui continua senza sosta, sono gli allenamenti. Potrebbe andare nel suo dojo ad Avola, ma preferisce rispettare le indicazioni del Governo. Da atleta olimpico potrebbe farlo, ma resta fermo a casa, insieme ai suoi cari, proseguendo il cammino che adesso si propone di portarlo, da qualificato, a Tokyo 2021.

Da sempre esse il sogno di una vita. Da bambino le seguiva e azzardava il desiderio più ambito. Ce l’ha fatta Luigi. Bisogna solo attendere un altro poco ora. Vincendo il male che attanaglia il mondo. E il cuore di un atleta sa sempre come fare: “Il vero campione si adatta a tutto”. E conosce il proprio valore e il valore della vita.

Caro Luigi, il mondo sta affrontando un momento difficile a causa della diffusione dell’epidemia del coronavirus. Cosa pensi al riguardo ?

Ci troviamo in questo momento storico molto difficile, è arrivato un nemico invisibile ma gigante, però abbiamo la soluzione per contenerlo e affrontarlo, nella speranza che esca qualche farmaco o qualche vaccino che possa definitivamente risolvere il caso e farci tornare alla quotidianità di sempre”.

Come stai trascorrendo questo periodo di quarantena indicata dal Governo ?

Sto trascorrendo questo periodo a casa come indicato dal Governo, e rivolgo nuovamente questo messaggio a tutti, perché nessuno è immune dal contagio, io avrei la possibilità essendo atleta olimpico di andarmi ad allenare nel dojo, ovviamente da solo e con le giuste precauzioni, ma ho scelto di non andare e mi alleno a casa, difficile, ma il vero campione si adatta rapidamente a tutto”.

Lo sport può dare forza nei momenti difficili. Come karateka e campione di una disciplina da combattimento, cosa ti senti di consigliare alle persone ?

In questo momento mi sento di dire alle persone di stare con se stesse con le proprie famiglie e andare a rafforzare la propria anima, riscoprirsi, sentire il proprio corpo mediante sedute di respirazione, leggere un bel libro, preparare un buon piatto insieme alle compagne o ai figli, che magari per il troppo lavoro non si faceva da tempo… e avere rispetto per tutte le persone che stanno male e stanno morendo… altro non possiamo fare che dedicarci a noi”.

Mentre i Giochi Olimpici sono stati posticipati al 2021, tu prosegui la preparazione. Vuoi descrivere come ?

Non sto pensando alle Olimpiadi, ma tutti i giorni mi sveglio e sento la mia famiglia e i miei amici se stanno bene e mi aggiorno sulla situazione dell’Italia e del mondo, la nostra salute viene prima di qualsiasi competizione… mi farò trovare pronto per le Olimpiadi e andrò a prendermi ciò che lo sport ha riservato per me..Sto lavorando tanto con il mio mental coach Nicoletta Romanazzi in videochat per sgombrare la mente e allenarla ad essere sempre più forte anche in questi momenti… è figo perché lavoriamo in squadra e ci sono tanti sportivi di eccellenza con me. Calciatori e 5 olimpionici. Stiamo facendo un grandissimo lavoro, affiancato alla tecnica, con gli allenatori e mio papà, che mi seguono da uno schermo, quindi sfruttiamo la tecnologia a nostro favore”.

…Ma cosa pensi di questo rinvio deciso dal Cio e dal Governo giapponese ?

“Penso che quella medaglia d’oro è così bella, che ha deciso di farsi aspettare ancora.., un po’ come Laura Pasqua fece..quando gli chiesi di uscire. Non accetta subito, se la tira un po’.. ma alla fine.. era così bella che diventò la mia donna. E quella medaglia diventerà mia”.

Come le sognavi le Olimpiadi Luigi ? E come hai saputo di esserti qualificato ?

Per noi karateka sono un sogno le Olimpiadi, che fino a qualche anno fa non si poteva realizzare. Quando ero piccolo, seduto sul divano di casa e all’epoca.. guardavo la finale dei 100 metri di Moris Green o la finale di Maddaloni del 2000 a Sydney. Dicevo in mente mia..se no sembravo pazzo: “Un giorno io sarò lì” e gli amici mi vedranno da casa…. una volta raggiunta la qualifica ho pensato subito a quello, che a volte i pazzi hanno ragione…. L’ho saputo dalla mia futura moglie in tribuna, dopo la fine del mio primo incontro insieme a tutti gli altri della Nazionale. Il mio diretto avversario aveva perso al primo turno e avevo una differenza di punti tale, che mi sarei  comunque qualificato. E’ stato un mix di grandi emozioni, sono scesi tutti i ragazzi della Nazionale ad abbracciarmi e a piangere con me… questo mi ha fatto ancor più piacere della classifica, perché vuol dire che sto lasciando un segnale positivo al mio team e all’Italia del karate come uomo e non solo come atleta. Sono felice. Ho raggiunto il mio obiettivo. A Tokyo combatterò per l’Italia e per il mio sogno”.

(Il Faro on line)(foto@Fijlkam)