Caso Orlandi, capitolo chiuso: il Vaticano archivia l’indagine sul Cimitero Teutonico

30 aprile 2020 | 12:21
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Caso Orlandi, capitolo chiuso: il Vaticano archivia l’indagine sul Cimitero Teutonico

L’archiviazione, fanno sapere da Oltretevere, lascia alla famiglia Orlandi la possibilità di procedere, privatamente, ad eventuali ulteriori accertamenti su alcuni frammenti già repertati e custoditi, in contenitori sigillati, presso la Gendarmeria

Città del Vaticano – “Il procedimento relativo alla presunta sepoltura in Vaticano, presso il cimitero Teutonico, dei resti di Emanuela Orlandi, è stato archiviato dal Giudice Unico dello Stato della Città del Vaticano, che ha integralmente accolto la richiesta dell’Ufficio del Promotore di Giustizia”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dalla Santa Sede che ripercorre, a grandi linee, le tappe dell’indagine, fino ad oggi la prima aperta dal Vaticano, sulla scomparsa della giovane avvenuta il 22 giugno del 1983.

“Il fascicolo – spiegano da Oltretevere – era stato aperto nell’estate scorsa (leggi qui), dopo la denuncia dei familiari della giovane scomparsa nel 1983, a seguito della quale il Promotore di Giustizia, Gian Piero Milano, ed il suo aggiunto, Alessandro Diddi, avevano autorizzato l’accesso a due tombe (leggi qui) ubicate all’interno del Cimitero Teutonico, poi risultate vuote (leggi qui).

In quel contesto istruttorio, un ulteriore accertamento disposto dai Magistrati aveva portato al rinvenimento, in un locale sotterraneo all’interno del complesso cimiteriale, di migliaia di frammenti ossei di diversa epoca ed origine”.

Ma “le verifiche su tali reperti, effettuate dal prof. Giovanni Arcudi, Perito di Ufficio, alla presenza dei consulenti della famiglia Orlandi, hanno portato a concludere che i frammenti rinvenuti sono databili ad epoca anteriore alla scomparsa della povera Emanuela: i più recenti risalgono ad almeno cento anni fa (leggi qui)”.

Di qui, conclude la nota, “la richiesta di archiviazione, che chiude uno dei capitoli della triste vicenda, nella quale le Autorità vaticane hanno offerto, sin dall’inizio, la più ampia collaborazione. In questo spirito, il provvedimento di archiviazione lascia alla famiglia Orlandi di procedere, privatamente, ad eventuali ulteriori accertamenti su alcuni frammenti già repertati e custoditi, in contenitori sigillati, presso la Gendarmeria”.

Il legale: “Non vedo collaborazione”

“Archiviare il procedimento sulle ossa al Cimitero Teutonico e dire alla famiglia che, se vuole fare accertamenti, li deve condurre a proprie spese non ci sembra un gesto di piena collaborazione“. Lo dice Laura Sgrò, avvocato di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela scomparsa 37 anni fa. “Non solo si chiede di farsi carico di analisi così onerose ma dovremmo anche recuperare i frammenti in questo periodo in cui, per l’emergenza Covid, non ci si può spostare”.

I consulenti della famiglia dovrebbero muoversi da fuori Roma. Sgrò contesta anche la velocità e il metodo condotto per l’esame: “Per l’analisi di quelle ossa c’è stato un esame solo visivo, senza alcuna strumentazione, e non è stata accolta nessuna indicazione avanzata dai nostri consulenti, il dottore Giorgio Portera e la dottoressa Laura Donato”. L’avvocato annuncia: “Non ci fermiamo. Non possiamo lasciar correre in questa maniera la vicenda, dopo tutto il dolore indicibile che questa famiglia vive da oltre 36 anni”.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media