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Ostia, pronto soccorso sotto assedio: arrivano le patologie non-covid trascurate nel lockdown

12 maggio 2020 | 08:12
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Ostia, pronto soccorso sotto assedio: arrivano le patologie non-covid trascurate nel lockdown

Esplode la richiesta di assistenza al pronto soccorso: le patologie croniche o non diagnosticate, trascurate durante il lungo lockdown si stano manifestando con effetti gravi

Ostia – Il doppio degli accessi di pazienti, molti dei quali gravissimi: pronto soccorso sotto assedio al “Grassi“. In poche ore sono esplose le patologie trascurate durante il lockdown tornando a mettere sotto pressione il personale già fortemente provato da due mesi di superlavoro.

Sono stati 115 gli accessi registrati al pronto soccorso di Ostia nelle ultime 24 ore, contro una media giornaliera di 65 durante il periodo di lockdown. Un numero enorme di pazienti assistiti, che ha posto il “G.B. Grassi” in seconda posizione come richiesta di soccorso nel Lazio, dopo il Policlinico Casilino. Addirittura 38 dei malati hanno raggiunto la struttura in ambulanza, numero in assoluto più alto della regione.

Diciamolo subito: tra i pazienti ricoverati, nessuno è risultato positivo al covid-19, così come succede da dieci giorni a questa parte per il pronto soccorso di via Passeroni. Tre degli assistiti, però, sono arrivati in gravissime condizioni, tali da dover essere intubati per patologie quali emorragia cerebrale o emorragia addominale.

Cosa sta succedendo? I sanitari danno una sola spiegazione: si stanno manifestando gli effetti del lungo periodo di trascuratezza delle patologie gravi o croniche. E’ convinzione, infatti, che o per la chiusura degli ambulatori di specialistica oppure per la difficoltà di essere visti dal medico di famiglia o, ancora, per il timore di essere infettati, i malati di patologie importanti o neanche diagnosticate, non abbiano fatto i controlli dovuti e gli aggiustamenti delle loro terapie.

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Come risolvere l’emergenza? Ribadito l’avviso molto importante qui indicato, è indubbio che bisogna riaprire nel più breve tempo possibile gli ambulatori della specialistica, con agende fitte e tempi d’attesa ridotti all’osso. Ed è altrettanto indispensabile che la medicina del territorio rafforzi la sua presenza, anche e soprattutto con visite domiciliari: le lunghe attese per un appuntamento dal medico di famiglie o le code infinite sul marciapiedi degli studi professionali, sono diventati un disincentivo a farsi visitare. E troppi alzano le spalle affidando la propria salute più al destino che al consulto di un professionista competente.

Se non si adottano nel più breve tempo possibile queste misure, si rischia moltissimo, con un effetto rimbalzo che gli addetti ai lavori temono fortemente: il personale del pronto soccorso, iperstressato dal lungo pericolo covid-19, potrebbe alzare le braccia e arrendersi. E, allora, sì che sarebbero guai seri.