Il Papa: “Il cristiano non fa il fachiro: rinunciando a piaceri e mondanità cerca Dio”

6 dicembre 2020 | 13:26
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Il Papa: “Il cristiano non fa il fachiro: rinunciando a piaceri e mondanità cerca Dio”

Il Pontefice all’Angelus: “La conversione comporta il dolore per i peccati commessi, il desiderio di liberarsene, il proposito di escluderli per sempre dalla propria vita”

Città del Vaticano – Il fine della conversione “è la ricerca di Dio e del suo regno. L’abbandono delle comodità e della mentalità mondana non è fine a sé stesso, non è solo ascesi, per fare penitenza. Il cristiano non fa il fachiro, è un’altra cosa”.

Lo ribadisce Papa Francesco all’Angelus di questa seconda domenica d’Avvento. Affacciato su una piazza San Pietro sferzata dalla pioggia, il Pontefice, rifacendosi al brano evangelico odierno, che narra della conversione predicata da Giovanni battista, fa notare come la conversione “non è facile, perché sono tanti i legami che ci tengono vicini al peccato. Non è facile, la tentazione tira sempre giù. L’incostanza, lo scoraggiamento, la malizia, gli ambienti nocivi, i cattivi esempi. A volte è troppo debole la spinta che sentiamo verso il Signore e sembra quasi che Dio taccia; ci sembrano lontane e irreali le sue promesse di consolazione”.

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“E allora si è tentati di dire che è impossibile convertirsi veramente. Quante volte abbiamo sentito questo scoraggiamento! ‘No, non ce la faccio. Io incomincio un po’ e poi torno indietro’. E questo è brutto”, aggiunge.  Quindi l’appello a non restare “nelle ‘sabbie mobili’ di un’esistenza mediocre”. “La conversione – sottolinea – comporta il dolore per i peccati commessi, il desiderio di liberarsene, il proposito di escluderli per sempre dalla propria vita. Per escludere il peccato, bisogna rifiutare anche tutto ciò che è legato ad esso: la mentalità mondana, la stima eccessiva delle comodità, del piacere, del benessere, delle ricchezze”.

E conclude: “La conversione è una grazia che ti dà il Signore, e pertanto da chiedere a Dio con forza che davvero noi possiamo convertirci, nella misura in cui ci apriamo alla bellezza, alla bontà, alla tenerezza di Dio. Pensate alla tenerezza di Dio. Dio non è un padre brutto, un padre cattivo, no. È tenero, ci ama tanto, come il buon Pastore, che cerca l’ultima pecora del suo gregge. È amore, e la conversione è questo: una grazia di Dio. Tu incomincia a camminare, perché è Lui che ti muove a camminare, e tu vedrai come Lui arriverà. Prega, cammina e sempre si farà un passo in avanti”.

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