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I talebani si prendono Kabul: “Proclameremo l’emirato islamico dell’Afghanistan”

15 agosto 2021 | 21:47
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Il presidente Ghani lascia il Paese mentre i miliziani hanno preso il controllo del palazzo presidenziale. Rimossa la bandiera americana dall’ambasciata Usa

Kabul – I talebani sono entrati a Kabul, capitale dell’Afghanistan. I miliziani hanno preso il controllo del palazzo presidenziale senza incontrare resistenza e proclameranno a breve la nascita dell’Emirato islamico dell’Afghanistan. La dichiarazione, secondo l’agenzia di stampa Press association, verrebbe fatta dal palazzo presidenziale di Kabul.

Il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid ha affermato che non era loro intenzione entrare in città, ma l’azione è stata compiuta per prevenire il saccheggio e il caos. I talebani sono entrati “pacificamente”, riferisce la Cnn. La bandiera americana all’ambasciata degli Stati Uniti a Kabul è stata rimossa. L’ambasciatore Usa sarebbe ora all’aeroporto della capitale, unica via d’uscita dall’Afghanistan.

Per Tolo News, sarebbero in corso trattative: l’obiettivo sarebbe una transizione pacifica. Il ministro dell’Interno ad interim, Abdul Sattar Mirzakwal, ha affermato che “ci sarà una transizione” e “non ci sarà alcuna vendetta” sul popolo afghano. “Assicuriamo alle persone in Afghanistan, in particolare a Kabul, che le loro proprietà e le loro vite sono al sicuro”, ha confermato alla Bbc un portavoce dei talebani, Suhail Shaheen.

“Rispetteremo i diritti delle donne. La nostra politica è che le donne avranno accesso all’istruzione e al lavoro”, ha assicurato Shaheen. “Nessuno dovrebbe lasciare il Paese, abbiamo bisogno di tutti i talenti e di tutte le capacità, abbiamo bisogno di tutti”, ha aggiunto.

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Il presidente del Consiglio supremo di riconciliazione nazionale, Abdullah Abdullah, ha confermato che il presidente dell’Afganistan Ashraf Ghani ha lasciato il paese. In un messaggio, come riporta Tolo News, Abdullah parla di Ghani come ‘ex presidente’ e invita la gente a mantenere la calma, auspicando che questo “duro giorno” passi presto. “I talebani ce l’hanno fatta a rimuovermi…Per evitare un bagno di sangue ho pensato che fosse meglio andare via”, ha scritto Ghani su Facebook.

Il presidente è volato da Kabul al Tagikistan, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Asia-Plus, che cita un funzionario del governo afghano. Secondo il funzionario Sajad Nuristani, Ghani era accompagnato dal suo consigliere per la sicurezza nazionale Hamdullah Muhib. Nuristani ha osservato che dopo il Tagikistan, Ghani volerebbe in un paese terzo non ancora identificato.

Secondo quanto riporta la Cnn, una delegazione di alto livello del governo afghano si recherà a Doha “presto” per avviare i colloqui con i talebani. “La situazione sta cambiando di minuto in minuto, ma potremmo aspettarci che una delegazione del governo afghano che ha più potere e autorità si rechi presto a Doha”, ha detto la fonte.

Anche Jalalabad, la capitale della provincia di Nangarhar, è stata conquistata senza combattere, come hanno spiegato all’agenzia tedesca Dpa due consiglieri provinciali. I talebani sono entrati a Jalalabad alle 6 del mattino (1.30 Gmt), hanno spiegato le fonti all’agenzia tedesca.

La cattura della città di Jalalabad con una popolazione stimata di oltre 280.000 abitanti e di altre aree della provincia dà ai talebani il controllo del valico di frontiera di Torkham, la più grande rotta commerciale e di transito tra l’Afghanistan e il Pakistan. I talebani ora controllano almeno 25 capoluoghi delle 34 province dell’Afghanistan. Tutte queste città sono state acquisite in 10 giorni.

Johnson: “Nessuno riconosca governo talebani”

Il premier britannico Boris Johnson esorta la comunità internazionale ad avere una posizione unita davanti ai Talebani, “non vogliamo che nessuno li riconosca in modo unilaterale”. Il primo ministro ha ammesso nel corso di un’intervista a Sky News che “chiaramente sta avvenendo un cambio di regime adesso, e non sappiamo esattamente che tipo di regime sarà”. “E’ corretto dire che la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi” dall’Afghanistan “ha accelerato” l’avanzata dei Talebani nel Paese.

“Nessuno vuole che l’Afghanistan sia un terreno fertile per il terrore o torni indietro ad una situazione pre-2001”. Lo ha detto il premier britannico Boris Johnson, sottolineando come la “situazione sia sempre più difficile”. “Non pensiamo che sia nell’interesse del popolo afghano che torni indietro a quello”, ha sottolineato il capo del governo di Londra. Johnson ha poi affermato che “la nostra priorità è di assicurare il rispetto degli obblighi verso i cittadini britannici in Afghanistan, verso tutti quelli che hanno aiutato gli sforzi britannici in Afghanistan negli ultime 20 anni per portarli fuori di lì prima che possiamo”. “In duemila hanno già lasciato il Paese – ha detto – ne porteremo via più che possiamo nei prossimi giorni”.

Il premier britannico ha sollecitato “una riunione al più presto possibile” del Consiglio atlantico e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull’Afghanistan, come si legge in una nota di Downing Street, che dà conto dei colloqui telefonici di Johnson con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, e con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà domani, come dicono all’Adnkronos fonti diplomatiche.

Il premier ha sottolineato la necessità di “uno sforzo concertato della comunità internazionale nei prossimi mesi per affrontare la minaccia estremistica e l’emergenza umanitaria in Afghanistan e l’importanza di nessun riconoscimento di un nuovo governo afghano a livello unilaterale”.

Il rimpatrio degli italiani

A quanto si apprende sono iniziate nella mattina del 15 agosto le operazioni per il rientro in Italia del personale dell’ambasciata a Kabul e dei connazionali presenti in Afghanistan. Il personale dell’ambasciata e i connazionali italiani che hanno risposto all’appello della Farnesina sono arrivati all’aeroporto di Kabul. Per le 21.30 locali è prevista la partenza.

”A seguito del deterioramento delle condizioni di sicurezza in Afghanistan, nei giorni scorsi, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha richiesto al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli che, con la massima urgenza, venissero evacuati il personale diplomatico dell’ambasciata Italiana a Kabul e i nostri connazionali, contestualmente ha disposto l’accelerazione del trasferimento in Italia dei collaboratori afghani”, sottolinea in una nota lo Stato maggiore della Difesa.

”Il generale Vecciarelli – si legge nella nota – ha quindi disposto l’immediata esecuzione del Piano di evacuazione, per il rientro in patria del personale dell’ambasciata italiana, e dell’Operazione Aquila Omnia, che prevede il trasferimento dei collaboratori afghani e delle loro famiglie in Italia, entrambe pianificate e dirette dal Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi) ed eseguite dal Joint Force Headquarter (Jfhq), elemento operativo del Covi, comandato dal Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano”.

”Nel dettaglio, oggi 15 agosto – spiega lo Stato Maggiore della Difesa – militari del Covi, opportunamente supportati da elementi dell’Esercito, raggiungeranno la capitale afghana a bordo di un Kc767 dell’Aeronautica Militare e avranno il compito di dirigere e coordinare a Kabul il rientro in Patria del personale diplomatico, dei connazionali e dei collaboratori afghani. Il Piano di evacuazione del personale diplomatico e connazionale prevede già un volo di rientro in Italia con Kc767 dell’Aeronautica Militare che arriverà in Italia il giorno 16 agosto”.

”Contestualmente e successivamente all’evacuazione del personale diplomatico e connazionale, proseguirà il lavoro di coordinamento del Team militare del Covi, con l’operazione Aquila Omnia, per l’evacuazione umanitaria dal territorio afghano di tutti i collaboratori afghani del ministero della Difesa e del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nel più breve tempo possibile, attraverso un ponte aereo assicurato con voli commerciali il 16 agosto e dal 17 proseguiranno con aerei Kc767 dell’Aeronautica Militare”, si legge nella nota.

”Il dispositivo militare del Comando Operativo di Vertice Interforze rimarrà operativo presso l’aeroporto internazionale di Kabul fino all’imbarco dell’ultimo collaboratore, fino a quando le condizioni di sicurezza lo consentiranno, e lasceranno il territorio afgano con un velivolo C130 dell’Aeronautica Militare”, conclude. (fonte Adnkronos)