Afghanistan, il grido di Papa Francesco: “Cessi il frastuono delle armi, la via è il dialogo”

15 agosto 2021 | 13:25
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Afghanistan, il grido di Papa Francesco: “Cessi il frastuono delle armi, la via è il dialogo”

Da piazza San Pietro l’appello del Pontefice : “Solo col dialogo la martoriata popolazione dell’Afghanistan potrà vivere nel pieno rispetto reciproco”

Città del Vaticano – “Cessi il fragore delle armi”. E’ il grido che si leva da piazza San Pietro al termine dell’Angelus (leggi qui). Papa Francesco, infatti, si è detto preoccupato per “la situazione in Afghanistan”. “Vi chiedo di pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo”, l’appello del Pontefice. “Solo così la martoriata popolazione di quel Paese – uomini, donne, anziani e bambini – potrà ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco”, conclude Bergoglio.

E mentre il Papa parla, i talebani “conquistano” Kabul (leggi qui). Infatti l’offensiva militare è entrata nella capitale dove questa mattina i residenti hanno riferito di spari e combattimenti, nonostante l’Emirato islamico avesse ordinato a tutte le sue forze di non entrare.

L’ordine è di “attendere alle porte della città, senza entrare”, ha scritto su Twitter Zabihullah Mujahid, il portavoce dei talebani. Gli insorti si sono fermati alla periferia della città e sostengono di non voler prendere la capitale “con la forza”. E negoziatori talebani si sono diretti al palazzo presidenziale per giungere ad un trasferimento pacifico dei poteri. Una transizione che il ministro dell’Interno afghano ad interim, Abdul Sattar Mirzakwal, ha confermato, assicurando che la capitale non sarà attaccata e che ci sarà un “pacifico passaggio di poteri verso un governo di transizione”. Secondo fonti diplomatiche citate dai media internazionali, sarà l’ex ministro dell’Interno afghano ed ex ambasciatore in Germania Ali Ahmad Jalali, a guidare il governo di transizione dopo che si saranno le dimissioni del presidente Ashraf Ghani. I talebani hanno anche rivendicato il controllo della base aerea e della prigione di Bagram, alla periferia di Kabul. Un complesso arrivato a contenere fino a 10 mila soldati che è stato una delle basi più importanti nell’offensiva contro gli insorti e al-Qaeda per circa 20 anni. Fino al mese scorso, quando l’esercito americano è partito nel cuore della notte.

E proprio il presidente americano Joe Biden ha annunciato in queste ore il dispiegamento di altri 5.000 soldati “per assicurarci di poter garantire un ritiro ordinato e sicuro del personale statunitense e di altro personale alleato e un’evacuazione ordinata e sicura degli afghani che hanno aiutato le nostre truppe durante la nostra missione, oltre a quelli particolarmente a rischio per l’avanzata talebana”.

Biden sta anche annunciando una serie di azioni dirette a garantire una de-escalation nel paese. Tra queste, quella rivolta alla comunità di intelligence “perché garantisca che manterremo la capacità e la vigilanza per affrontare future minacce terroristiche dall’Afghanistan”, l’incarico al Segretario di Stato Tony Blinken di sostenere il presidente afghano Ashraf Ghani, e il messaggio ai rappresentanti dei talebani a Doha “per cui qualsiasi azione da parte loro sul campo in Afghanistan, che metta a rischio il personale statunitense o la nostra missione lì, sarà accolta con una risposta militare rapida e forte”.

“Quando ho assunto l’incarico ho ereditato un accordo definito dal mio predecessore – che ha invitato i talebani a discutere a Camp David alla vigilia dell’11 settembre 2019 – che ha lasciato i talebani nella posizione militarmente più forte dal 2001 e ha imposto la scadenza del primo maggio 2021″ il ritiro delle forze statunitensi”, le parole di Biden riferite alle azioni di Donald Trump. “Poco prima di lasciare l’incarico”, Trump “ha anche portato le forze statunitensi a sole 2.500 unitàd. Pertanto, quando sono diventato presidente, ho dovuto affrontare una scelta: proseguire secondo l’accordo, con una breve proroga per la partenza in sicurezza delle nostre forze e delle forze dei nostri alleati, o aumentare la nostra presenza e inviare più truppe americane a combattere ancora una volta in un conflitto civile di un altro paese. Sono stato il quarto presidente in carica durante la presenza di truppe americane in Afghanistan: due repubblicani, due democratici. Non vorrei, e non lo farò, passare questa guerra a un quinto”.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
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