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Forza Nuova sotto indagine: sito web sequestrato, in Parlamento si chiede lo scioglimento

12 ottobre 2021 | 11:09
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Forza Nuova sotto indagine: sito web sequestrato, in Parlamento si chiede lo scioglimento

Il movimento nel mirino degli inquirenti dopo l’arresto del leader nazionale e di quello romano. In Parlamento Pd e Italia Viva ne chiedono lo scioglimento

Roma – Corteo No Green pass a Roma e assalto alla Cgil (leggi qui), Forza Nuova nel mirino degli inquirenti dopo l’arresto del leader nazionale e di quello romano. Due i fascicoli aperti in procura sugli scontri e l’assalto (leggi qui), oltre il sequestro preventivo e l’oscuramento del sito internet del movimento. Intanto, in Parlamento, sono due le mozioni depositate rispettivamente da Pd e Psi-Italia Viva per chiederne lo scioglimento.

Le indagini

Per l’assalto alla sede del sindacato sono sei le persone arrestate. Per loro le accuse sono istigazione a delinquere, devastazione e saccheggio. Il pool di magistrati che sta seguendo le indagini, fra cui quello per i reati contro personalità dello Stato, coordinati dal procuratore capo Michele Prestipino, stanno valutando la contestazione di altri reati. Gli altri sei arrestati per gli scontri davanti Palazzo Chigi sono accusati di resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e lesioni aggravate e sono stati processati per direttissima ieri.

Sito sotto sequestro

Per Forza Nuova intanto sito internet sequestrato su disposizione della Procura di Roma dalla Polizia Postale. Il provvedimento è scattato nell’ambito dell’inchiesta dei pm capitolini sul corteo di Roma. Gli inquirenti procedono per il reato di istigazione a delinquere aggravato dall’utilizzo di strumenti informatici o telematici. “Gli indagati svolgono mediante l’utilizzo del web un’attività di condivisione e giustificazione e dunque di esaltazione e incitamento alla commissione di reati connotati da violenza”, si legge nel decreto di sequestro preventivo disposto dalla Procura di Roma.

In particolare nel decreto si cita l’ultimo comunicato pubblicato sul sito in cui si afferma: “Mesi di piazze pacifiche non hanno fermato l’attenzione accelerata dal Great reset, ora la musica è cambiata e il direttore d’orchestra e compositore è solo il popolo in lotta – costretto a difendersi dalla ferocia unanime di chi dovrebbe rappresentarlo, l’attacco alla Cgil rientra perfettamente in questo quadro analitico – che ha deciso di alzare il livello di scontro”.

Per i pm di Roma esiste dunque il “pericolo concreto ed attuale” che “la libera disponibilità e la visibilità del sito possa ulteriormente aggravare e protrarre le conseguenze del reato ipotizzato, continuando a pubblicizzare metodi di protesta ‘di lotta e scontro’, fondati sulla violenza e sulla prevaricazione. Ciò può essere evitato unicamente disponendo il sequestro preventivo del sito web mediante il cosiddetto oscuramento – si legge – in modo tale da impedirne la consultazione da parte degli utenti della rete e l’ulteriore utilizzo da parte degli autori del reato”.

Due mozioni per lo scioglimento di Forza Nuova

E sono due le mozioni presentate per chiedere lo scioglimento di Forza Nuova dopo l’assalto alla sede della Cgil. La mozione del Pd, depositata alla Camera e al Senato, impegna il governo “a dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana”.

“Si invita il governo ad assumere gli atti necessari per provvedere rapidamente allo scioglimento di Forza Nuova”, si legge invece nella conclusione della mozione presentata su iniziativa del senatore del Psi Riccardo Nencini e del senatore di Italia Viva Davide Faraone cui hanno aderito il senatore Albert Laniece e senatori di Italia Viva. (fonte Adnkronos)

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.