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4 novembre: cos’è e perché si celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate

4 novembre 2021 | 00:26
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4 novembre: cos’è e perché si celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate

Origine e storia della festa del 4 novembre, data dell’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti

Roma – Istituita nel 1919, la celebrazione del 4 novembre è l’unica festa nazionale che abbia attraversato decenni di storia italiana: dall’età liberale, al Fascismo, all’Italia repubblicana. Nacque per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale, evento bellico considerato completamento del processo di unificazione risorgimentale, visto che permise all’Italia l’annessione di Trento e Trieste.

Dal fronte all’Altare della Patria: la storia del Milite Ignoto

Per tale motivo, l’intervento italiano nella Grande Guerra è considerato da molti la quarta guerra d’indipendenza italiana. La festa è fissata il 4 novembre, data dell’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti (firmato il 3 novembre 1918), che sancì la resa dell’Impero austro-ungarico all’Italia. Nel 1921, in occasione della celebrazione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, il Milite Ignoto venne sepolto solennemente all’Altare della Patria a Roma (leggi qui).

Nel 1922, poco dopo la marcia su Roma, la festa cambiò nome in Anniversario della Vittoria, assumendo quindi una denominazione caratterizzata da un forte richiamo alla potenza militare dell’Italia, mentre dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 1949, il significato della festa è tornato quello originale, ridiventando la celebrazione delle forze armate italiane e del completamento dell’Unità d’Italia.

Fino al 1976, il 4 novembre è stato un giorno festivo. Dal 1977, in pieno clima di austerity, a causa della riforma del calendario delle festività nazionali introdotta con la legge del 5 marzo 1977, la ricorrenza è stata resa “festa mobile”.

Nel corso degli anni ottanta e novanta la sua importanza nel novero delle festività nazionali è andata declinando ma negli anni duemila, grazie all’impulso dato dall’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che fu protagonista, all’inizio del XXI secolo, di una più generale azione di valorizzazione dei simboli patri italiani, la festa è tornata a celebrazioni più ampie e diffuse.

(Il Faro online)