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Quirinale, asse Conte-Salvini per Belloni. Ma Italia Viva, Pd e Forza Italia frenano

29 gennaio 2022 | 00:43
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Quirinale, asse Conte-Salvini per Belloni. Ma Italia Viva, Pd e Forza Italia frenano

Oggi il settimo voto ma la politica si spacca sul capo dei Servizi Segreti. E Grillo twitta: “Benvenuta Signora Italia, ti aspettavamo da tempo #ElisabettaBelloni”

Roma – Dopo la sesta fumata nera per l’elezione del successore di Sergio Mattarella, che arriva al termine di una giornata in cui è andata bruciata la candidatura della Casellati (leggi qui) e l’ipotesi di un bis del Capo dello Stato uscente (leggi qui), Conte e Salvini spingono per una donna al Colle.

Nella serata di ieri il leader della Lega, Matteo Salvini, ha infatti annunciato: “Sto lavorando perché ci sia presidente donna, una donna in gamba, non faccio nomi né cognomi”. “Adesso sto lavorando perché ci sia unione di intenti e voti e domani si chiuda, e il governo torni a lavorare in piena carica”, ha aggiunto il leader della Lega. Poi le parole di Giuseppe Conte: “Ho L’impressione che ci sia la sensibilità di Salvini, spero di tutto il parlamento, per la possibilità di una presidente donna, il M5s lo ha sempre detto”. Per Conte ci sarebbero “almeno due, solide e super partes” figure.

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Il pensiero di tutti è andato al capo del Dis Elisabetta Belloni, visto anche il tweet di Grillo che recita “Benvenuta Signora Italia, ti aspettavamo da tempo” seguito dall’hashtag #ElisabettaBelloni, diventato in poche ore di tendenza,  ma arriva a stretto giro l’alt di Matteo Renzi. “Non è minimamente possibile votare la capo del Dis, dai servizi segreti, alla presidenza della Repubblica: c’è un codice etico istituzionale che chi vive di sondaggi non considera valido. Questo non sta in cielo né in terra”, ha detto il leader di Iv su Radio Leopolda. “Se il nome è il suo, domani diremo no con forza – ha aggiunto -. Lo dico al Pd, a Forza Italia, a chi non vive di sondaggi”. “Elisabetta Belloni – ha aggiunto – è una straordinaria professionista, un’amica. Ma in una democrazia compiuta nel 2022, il capo dei servizi segreti in carica non diventa presidente della Repubblica, se non lasciando tuti gli incarichi e candidandosi davanti a tutti i cittadini”

Uno stop viene anche dal Pd e da Forza Italia. Fonti del Nazareno rilevano che le candidature femminili sono di valore, ma si chiede “serietà”. “Sono finalmente in corso, dopo il fallimento del muro contro muro voluto dal centro destra, confronti e discussioni su alcune possibili soluzioni. Tra queste anche candidature femminili di assoluto valore. Ma ci vuole serietà. La cosa peggiore – sottolineano le stesse fonti – è continuare col metodo di questi giorni che consiste nel bruciare con improvvide fughe in avanti ogni possibilità di intesa. Per noi rimane fondamentale preservare l’unità della maggioranza di governo. Intanto invitiamo tutti a prendere atto della spinta che da due giorni e in modo trasversale in Parlamento viene a favore della riconferma del Presidente Mattarella”. Belloni? “Per noi non va bene”, ha detto Licia Ronzulli, vicepresidente dei senatori di Fi, rispondendo ai giornalisti alla Camera.

“Trovo indecoroso che sia stato buttato in pasto al dibattito pubblico un alto profilo come quello di Elisabetta Belloni. Senza un accordo condiviso. Lo avevo detto ieri: prima di bruciare nomi bisognava trovare l’accordo della maggioranza di governo. Tutto ciò, inoltre, dopo che oggi è stata esposta la seconda carica dello Stato. Così non va bene, non è il metodo giusto”. Così il ministro Luigi Di Maio. “Tutti parlano dell’importanza delle donne nei ruoli chiave, ma alla prova dei fatti quando esce il nome di una donna per un’alta carica si assiste a un fuoco di sbarramento di una violenza inaudita. Ecco a voi la latente misoginia italiana”. Così la presidemnte di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni

La trattativa, quindi, si riapre per il settimo voto, previsto per oggi alle 9,30 mentre continuano a piovere dal centrosinistra le accuse di irresponsabilità per aver mandato al massacro la seconda carica dello Stato e ora si ricomincia con riunioni, contatti e telefonate. Ma se già era chiaro ieri adesso nessuno ha più dubbi: le prove di forza non funzionano con un Parlamento del tutto spaccato. (fonte Ansa)