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Impresa Verani al Mondiale di fondo: l’azzurro è campione del mondo nei 25 km

“Al settimo cielo.. sapevo di avere qualcosa in più degli avversari”. L’azzurro commosso sul podio

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Budapest – Inaspettato, sudato, lottato e rifinito di fioretto con la stoccata finale. Dario Verani conquista il titolo mondiale della 25 chilometri a Budapest, nella gara riservata al fondo, ed entra nella leggenda del nuoto di gran fondo vincendo la maratona delle acque libere, peraltro ultima prova iridata sul bacino. Il ventisettenne di Cecina, allenato da Fabrizio Antonelli per l’Esercito, si impone in 5h02’21″5. Lo scalpo è quello d’autore: battuto il superfavorito francese Axel Raymond. Il parigino ventottenne, già bicampione mondiale in carica e campione europeo, ha condotto per 24.5 km nuotando da padrone. Poi nel cono finale la magia dell’azzurro, lo scorso anno bronzo europeo nella 5 km vinta, che lo passa a velocità doppia e tocca primo con il francese a +1″2 (5h02’22″7); terzo e staccato l’ungherese Peter Galicz (5h02’35″4). Purtroppo dopo una gara condotta sempre ai piedi del podio perde acqua nell’ultimo chilometri Matteo Furlan, che è settimo in 5h02’53″8.

Verani conquista la sesta medaglia della spedizione azzurra (2 ori, 2 argenti e 2 bronzi) che batte per numero lo storico bottino raccolto a Fukuoka 2001 dove ci furono però tre ori (Viola Valli nella 5 e 10 km e Luca Baldini nella 5km); quello di Budapest 2017 sempre con 5 medaglie senza ori però. Italia campione del mondo nella classifica per nazioni. L’anno scorso campione d’Europa. Stesso lago, stessa gloria. Verani tocca la piastra e urla, due volte, di gioia, di liberazione. Poi scuote con una manata l’acqua tornata placida dopo la schiuma di bracciate, sudore e vasellina. “Sei stato bravissimo; eri troppo veloce per me. Complimenti”, gli dice sportivamente Olivier. E’ un urlo mood per l’allenatore Fabrizio Antonelli, che lo ha forgiato portandolo al Centro Federale di Ostia per modellare un buon nuotatore da 5 km in un supercampione da maratona; per Gregorio Paltrinieri cui aveva confidato di voler esplorare questa distanza ricevendo incoraggiamenti e condivisione; per scacciare tutta la fatica e l’inquietudine di questa stagione a tratti persa per problemi alla spalla che ne avevano condizionato risultati e preparazione.

“Sono al settimo cielo perché è uscita la gara che avrei voluto fare – racconta Verani – Sono rimasto ai piedi del favorito francese e sapevo di avere qualcosa in più negli ultimi cento metri – continua l’azzurro che è riuscito anche a conciliare lo studio e lo sport fino alla laureato in economia raggiunta lo scorso aprile all’Università di Pisa – Questo è un sogno che si realizza, molto più grande del bronzo europeo nella 5 chilometri. In pochi ci credevano alla vigilia, ma io lo sapevo. Questo oro è per la mia famiglia, per il centro sportivo Esercito e in particolare per il mio allenatore Fabrizio Antonelli. Questa gara ti prova fisicamente, mentalmente, anche moralmente. Adesso sto vivendo in una bolla di leggerezza. Questa medaglia è una liberazione” sottolinea l’azzurro che divide gli allenamenti con il campione di tutto Gregorio Paltrinieri e il vice campione del mondo Domenico Acerenza.

Dopo una gara tutta fatica e testa Matteo Furlan racconta la sofferenza per essere scivolato lontano dalle prime posizioni nell’ultimo tratto. “Sono deluso; avevo lavorato parecchio perché ci credevamo. Volevamo lottare per una medaglia che non avevo preso nel 2019 – commenta il trentatreenne friulano di San Vito al Tagliamento, preparato da Moreno Daga per Marina Militare e Team Veneto, già bronzo a Kazan 2015 e Budapest 2017, nonché argento europeo in carica dietro al francese Reymond – Complimenti a Dario che ha vinto da dominatore. Io spero di rilanciarmi per gli europei di Ostia e di migliorare questa posizione lì dove ci saranno tutti i più forti come in questa gara”.

Epilogo al fotofinish anche nella maratona femminile. Purtroppo quarta Barbara Pozzobon. La ventinovenne di Maserada sul Piave, che nuota per Fiamme Oro e Hydros Oderzo, paga lo sprint, schiacciata dall’esperienza delle medagliate. Si impone, manco a dirlo, la brasiliana Ana Marcela Cunha in 5h24’15″0 dopo una gara sempre nelle prime posizioni. L’olimpionica trentenne di Salvador – rappresentante dell’orgoglio omosessuale e fidanzata con Maria Clara Fontoura, che festeggia col saluto militare sul podio – è al settimo titolo mondiale. All’arrivo precede la tedesca campionessa europea Lea Boy (5h24’15″2) e l’olandese campionessa della dieci chilometri, già olimpionica, Sharon Van Rouwendaal in 5h24’15″3. L’azzurra, allenata Barbara Bertelli, chiude a +1″3 (5h24’16″03).

“Penso di aver disputato una bella gara. L’impotante era provarci; restare attaccata a queste grandi campionesse – commenta Pozzobon, che esordì nel 2017 vincendo il Rio Coronda, 57 km nelle acque limacciose del fiume argentino, e poi la Capri-Napoli nel 2018 – Essere arrivata in gruppo è un passo avanti. Ripartirò anche più determinata dopo questo quarto posto; c’è da migliorare la psicologia di approccio alla gara e lo sprint. Ci vediamo ad Ostia dove cercherò di esser protagonista anche nella 25 km continentale”. (federnuoto.it)(foto@DeepBlueMedia-GiorgioScala)

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