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“Europe for Peace”: da Roma si leva alto il grido per fermare l’invito di armi in Ucraina

5 novembre 2022 | 17:15
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“Europe for Peace”: da Roma si leva alto il grido per fermare l’invito di armi in Ucraina
“Europe for Peace”: da Roma si leva alto il grido per fermare l’invito di armi in Ucraina
“Europe for Peace”: da Roma si leva alto il grido per fermare l’invito di armi in Ucraina
“Europe for Peace”: da Roma si leva alto il grido per fermare l’invito di armi in Ucraina
“Europe for Peace”: da Roma si leva alto il grido per fermare l’invito di armi in Ucraina
“Europe for Peace”: da Roma si leva alto il grido per fermare l’invito di armi in Ucraina

Applausi per l’ex premier Giuseppe Conte, contestato Enrico Letta. Il leader del M5S: “Il Governo non si azzardi a inviare altri armi a Kiev”. Il segretario del Pd: “Noi siamo a nostro agio in una piazza che chiede pace, per noi la pace vuol dire la fine dell’invasione russa, questo è il punto centrale”

Roma – Le strade del centro di Roma si colorano con le bandiere arcobaleno: sono circa 30mila, secondo fonti della Questura (100mila secondo gli organizatori), le persone che si sono date appuntamento a piazza della Repubblica per la manifestazione per la pace ribattezzata “Europe for Peace”. Un lungo corteo che ha sfilato nel cuore della Capitale, passando davanti a luoghi storici come la basilica di Santa Maria Maggiore e percorrendo via Merulana per raggiungere piazza di San Giovanni in Laterano.

Al corteo partecipano sindacati, oltre 500 sigle tra associazioni e organizzazioni, presidenti di regioni e province e tanta società civile. In testa lo striscione “Europe for Peace” portato da scout e comunità di Sant’Egidio. Tante le bandiere e i cartelli esposti: “Da Tor Bella spacciamo la pace”, si legge su uno. “Solo la pace” scritto sulla bandiera arcobaleno è lo striscione della Cgil mentre lo slogan delle Acli è “Fermiamo le armi, liberiamo i popoli, viva la pace”. Tante le bandiere dell’Anpi. A sventolare anche parecchie bandiere palestinesi.

In piazza anche il leader del M5S, Giuseppe Conte, e i big del Pd, stretti tra le file dell’Acli e quelle della Comunità di Sant’Egidio, in una posizione un po’ defilata: da Matteo Orfini a Stefano Bonaccini, passando per Laura Boldrini, Piero Fassino, Francesco Boccia e Debora Serracchiani. Anche il segretario dimissionario Letta è presente alla manifestazione.

Il grido che si alza è quello di fermare l’invio di armi in Ucraina, e più in generale di fermare il commercio delle armi. Un concetto espresso solo poche ore da anche da Papa Francesco, che dal Bahrein ha definito i venditori di armi “commercianti di morte” (leggi qui). E mentre le musiche si alternano nel corteo, da “Credo negli esseri umani” di Mengoni a “Another brick in the wall” dei Pink Floyd, i leader dell’attuale opposizione di Governo chiedono provvedimenti per rivedere la politica di sostegno all’Ucraina: “Ho sentito dire al ministro Crosetto che il Governo si appresta a fare il sesto invio di armi all’Ucraina. Il Governo non si azzardi a procedere senza aver interpellato il Parlamento, tanto più trattandosi di un governo che non è più di unità nazionale”, afferma Giuseppe Conte. Kiev “è armata di tutto punto”, aggiunge l’ex premier non nascondendo la contrarietà del M5S a un ulteriore invio di armi, “i cittadini sono arrivati oggi in piazza per far sentire la loro voce , stanchi di una strategia che sta portando a un’escalation militare”, mentre è arrivato il momento “di promuovere un negoziato di pace”, all’insegna di una “svolta della Ue” e che veda “i Paesi belligeranti protagonisti ma in una cornice internazionale”.

“Quello presente oggi è un bel popolo. L’Ucraina sta resistendo anche grazie alle armi mandate, ma ora, avendo chiaro chi è il Paese aggredito, dobbiamo iniziare un percorso con altri strumenti per arrivare alla pace. Anche attraverso la diplomazia”, il commento del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, presente anch’esso al corteo.

“Sono qui perché la pace è la cosa più importante di tutte – le parole di Enrico Letta -. Siamo qui per dire la nostra. In silenzio, marciando, come credo sia giusto fare in questo momento. Per la pace, per l’Ucraina, perché finisca questa guerra, perché finisca l’invasione della Russia”. “Noi siamo a nostro agio in una piazza che chiede pace, per noi la pace vuol dire la fine dell’invasione russa, questo è il punto centrale”.

Il segretario del Pd Enrico Letta è stato accolto anche da qualche contestazione. Soprattutto i pacifisti gli rimproverano il sostegno all’invio di armi a Kiev, ma anche la guida del Pd. “Allo sbando, siete allo sbando”, scandisce qualche contestatore a favore di telecamere. “Basta inviare armi”, lo rimproverano alcuni partecipanti al corteo, mentre i più caldi, in barba al corteo all’insegna della pace, rivolgono al leader Dem anche qualche ‘vaffa’.

Sul tema dell’invio delle armi Letta dice: “Quando il Governo avanzerà una proposta la vaglieremo e se ne parlerà”. “Abbiamo sempre detto che lavoreremo in continuità con quello che si è fatto, in linea con le alleanze europee e internazionali di cui facciamo parte”.