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La triste parabola di Zaniolo: da baby fenomeno ai fischi dell’Olimpico

23 gennaio 2023 | 16:09
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La triste parabola di Zaniolo: da baby fenomeno ai fischi dell’Olimpico

Dallo scambio con Nainggolan alla doppietta in Champions League, passando per la rottura dei crociati ed il rinnovo mai arrivato: ecco cosa ha portato alla rottura tra Zaniolo e la Roma

Roma – “Ha messo davanti gli interessi individuali rispetto a quelli collettivi”. Così Tiago Pinto, general manager della Roma, sulla mancata convocazione di Nicolò Zaniolo a La Spezia, di fatto chiudendo il rapporto tra il giocatore e la società. Neanche José Mourinho lo ha risparmiato a fine partita: “Ha manifestato la voglia di andare via, ma ciò non vuol dire che succederà. Sono inaccettabili le proposte arrivate sul tavolo della società” ha detto il tecnico portoghese, mettendo alle strette Zaniolo: o una squadra si presenta con un’offerta adeguata (secondo alcune indiscrezioni la Roma non accetterà offerte sotto i 40 milioni di euro) oppure “il primo febbraio starà ancora qui”, come detto dallo stesso Mourinho.

Un rapporto, quello tra Zaniolo e la società giallorossa, che sembra ormai essere ai ferri corti a prescindere dai futuri scenari di mercato. Sono lontanissimi i tempi in cui l’Olimpico esultava per la doppietta in Champions League contro il Porto, così come ormai è solo un ricordo il gol al Feyenoord che ha permesso alla Roma di vincere la Conference. Ma come si è arrivati a tutto ciò?

L’arrivo a Roma

Zaniolo arriva alla Roma nel 2018, in uno scambio con l’Inter all’epoca giudicato controverso dai sostenitori giallorossi. Alla corte nerazzurra, dell’allora allenatore interista Luciano Spalletti, si trasferisce  l’idolo di casa Radja Nainggolan (da anni il miglior centrocampista della Serie A per distacco), mentre a Trigoria arriva Zaniolo (nella trattativa anche un conguaglio economico importante per la società giallorossa). “Come abbiamo fatto a dare Nainggolan ad una diretta concorrente per la Champions in cambio di un ragazzino sconosciuto” è la domanda che più aleggia nella mente dei romanisti, non perdonando (inizialmente) il presidente James Pallotta ed il ds Monchi. Tuttavia il giovanissimo Nicolò sembra davvero un predestinato: il CT Roberto Mancini lo convoca in Nazionale ancor prima di esordire ed Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, non ha paura nel farlo esordire in Champions League contro il Real Madrid (al Bernabeu, dettaglio non da poco) senza neanche un minuto di Serie A nelle gambe e nel curriculum. La Roma esce sconfitta dalla gara con i Blancos ma il ragazzo stupisce, non avendo paura di dover condividere la zona di campo con Modric e Kross.

Il debutta arriva il 26 settembre 2018 contro il Frosinone, mentre per il primo gol bisogna attendere esattamente 3 mesi dopo: il 26 dicembre di quell’anno Zaniolo timbra il cartellino contro il Sassuolo, mettendo prima per terra Consigli e poi scavalcandolo con un dolce pallonetto. E’ uno di quei gol che i bambini sognano prima o poi di fare, di quelli che ti fa innamorare del calcio e che rende chiaro chi ha un talento superiore a tutti gli altri. Da quel momento in poi le luci della ribalta sono tutte su di lui, mentre a Milano Nainggolan non vede l’ora di andarsene (possibilmente di tornare a Trigoria). Il 13 febbraio arriva anche la gloria in Europa: segna una doppietta negli ottavi di Champions contro il Porto, con il leggendario portiere Casillas che può solo guardare un 20enne esultargli in faccia due volte. Con l’esonero di Di Francesco, il neo-tecnico Claudio Ranieri decide di sfruttarlo prevalentemente come ala destra e a fine campionato viene eletto miglior giovane della stagione dalla Lega Serie A.

Gli infortuni

Dopo mesi passati a sognare l’arrivo di Antonio Conte in panchina, Paulo Fonseca viene ingaggiato come nuovo allenatore della Roma, salutando dunque Ranieri. Portoghese con esperienza nel campionato ucraino, Fonseca non ha dubbi nel voler puntare sul baby fenomeno Nicolò e lo mette al centro del progetto. Ma i piani del tecnico cambieranno ben presto: il 12 gennaio 2020, contro la Juventus, Zaniolo si rompe il crociato anteriore destro dopo uno scontro con il difensore bianconero De Ligt. Una doccia gelata per tutti: per i tifosi, per l’allenatore, ma soprattutto per il ragazzo che già pregustava la convocazione per gli Europei. Nel momento più bello nella sua vita, almeno sportiva, il destino gli si ritorce contro. L’infortunio preoccupa non poco Trigoria anche perché, negli ultimi anni, diversi giocatori ne sono stati vittima: Strootman, Florenzi, Mario Rui, Rudiger e tanti altri. Alcuni di loro sono tornati ai loro livelli, altri di loro hanno visto la loro carriera come una parabola verso il basso.

La pandemia cambia le carte in tavola: i campionati vengono sospesi per Covid 19 e riprendono soltanto in piena estate. Zaniolo torna dunque in campo dopo 6 mesi di stop il 5 luglio 2020, da subentrato, nella sconfitta contro il Napoli, mentre nelle successive gare segna a Brescia e Spal. Il peggio, dunque, sembra ormai alle spalle.

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi: in occasione di Olanda-Italia, il 9 settembre 2020, Zaniolo si ferma di nuovo. Aleggia immediatamente il sospetto che si tratti, di nuovo, del crociato. Gli esami del giorno successivo certificano le paure: rottura del legamento sinistro ed altri 6 mesi di stop, che significano stagione finita. Non ha più parole nessuno.

José Mourinho, la Conference e la rottura

La Roma chiude la stagione 2020-2021, quella che è costretta a saltare, settima a pari punti con il Sassuolo. Una stagione mediocre che viene salvata solo dalla differenza reti, che permette ai giallorossi di giocare la neo-nata Conference League. Con l’arrivo alla Roma di José Mourinho i tifosi iniziano a sognare sul serio: la combo Special One – Zaniolo effettivamente farebbe vivere nelle stelle chiunque. Nicolò torna in campo contro la Fiorentina, nella prima giornata di Serie A ma festeggia il rientro con un’espulsione. Sembra un segnale: la stagione prosegue con più alti che bassi. Non c’è più quell’esplosività che lo ha contraddistinto all’inizio e che ha permesso a tutti di conoscere le sue predestinate qualità, sembra ci sia paura nei suoi movimenti e, soprattutto, non passa mai il pallone incartandosi su se stesso e non riesce nemmeno ad inquadrare la porta. Questo almeno fino al 14 aprile 2022, dove segna una tripletta ai quarti di Conference contro il Bodo Glimt il 14 aprile 2022, in cui segna una tripletta da sogno. Una gara che rende felici i tifosi, speranzosi di poterlo vedere come una volta ed effettivamente in quella partita lo è stato. Nicolò entra nella storia romanista il 25 maggio 2022, quando segna il gol decisivo nella finale di Conference: un pallonetto dolce (come il suo primo gol in A, il destino a volte può anche dare) che permette ai giallorossi di alzare il primo trofeo europeo riconosciuto dall’UEFA. Parte la festa, dall’Eur fino a Circo Massimo, e proprio Zaniolo sembra il più scalmanato sul pullman trionfante. Il rapporto incrinato sembra ricomporsi.

A livello statistico, tuttavia, i numeri sono impietosi: 2 gol in 28 partite di Serie A, mentre sono 8 le reti complessive (comprese dunque le altre competizioni).

L’inizio della nuova stagione si apre con forti voci di mercato che vorrebbero Zaniolo sul mercato, complice l’arrivo di Paulo Dybala, ma non solo: le prestazioni negative dell’anno precedente sono ancora sotto gli occhi di addetti ai lavori (ma anche tifosi) e sembra ora di dover prendere una decisione. Quest’ultima tuttavia non arriva: Tiago Pinto non ha intenzione di offrire l’aumento fino ai 4 milioni richiesto dal giocatore, quest’ultimo non abbassa le sue pretese (che sembrano ingiustificate, viste le prestazioni che un gol in finale non possono colmare). Il rinnovo dunque appare un miraggio: allo scoccare del gong che certifica la fine della sessione di mercato, Zaniolo è ancora a Trigoria ma con più dubbi che certezze.

Mourinho gli da fiducia, forse più di tutti, ma viene ripagato solo dal gol con il Verona. Poco, troppo poco per quelle che sembrano essere le richieste di stipendio. Durante Roma-Genoa di Coppa Italia i tifosi perdono la pazienza: stufi di vederlo non passare il pallone, protestare con gli arbitri e non essere incisivo, lo fischiano al momento della sostituzione. “Vi prego, non fischiate i miei giocatori” è l’ultimo appello di Mourinho nell’intervista post-match, ma neanche lui sembra riuscire a placare la rottura che ormai appare inevitabile.

Il 15 gennaio la Roma vince contro la Fiorentina, partita in cui Zaniolo non va neanche in panchina, ufficialmente per influenza. “Siamo sereni” sono le parole pronunciate da Tiago Pinto in merito al suo rinnovo, ma le dichiarazioni sembrano essere di facciata. La rottura arriva definitivamente quando Zaniolo chiede di non essere convocato per La Spezia, cosa che probabilmente si ripeterà nel big match contro il Napoli. Andrà via, a patto che arrivi un’offerta congrua: il Tottenham di Antonio Conte lo ingolosisce molto, ma anche Napoli e Milan sono alla finestra. Chi lo vorrà dovrà pagarlo, non vengono presi in considerazione diritti di riscatto. Ma anche se dovesse restare, sarà soltanto una questione di tempi: sarà addio, salvo sorprese.