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Sud Sudan, in 100mila alla Messa del Papa. Francesco: “Non rispondere al male col male”

5 febbraio 2023 | 11:30
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Sud Sudan, in 100mila alla Messa del Papa. Francesco: “Non rispondere al male col male”
Sud Sudan, in 100mila alla Messa del Papa. Francesco: “Non rispondere al male col male”
Sud Sudan, in 100mila alla Messa del Papa. Francesco: “Non rispondere al male col male”
Sud Sudan, in 100mila alla Messa del Papa. Francesco: “Non rispondere al male col male”
Sud Sudan, in 100mila alla Messa del Papa. Francesco: “Non rispondere al male col male”
Sud Sudan, in 100mila alla Messa del Papa. Francesco: “Non rispondere al male col male”

A Giuba la Messa conclusiva del 40mo Viaggio Apostolico in Africa. Il saluto del Pontefice prima del rientro a Roma: “Deponiamo le armi di odio e vendetta”

Giuba – Volge al termine il 40mo Viaggio Apostolico di Papa Francesco in Africa. Dopo aver toccato le ferite della Repubblica Democratica del Congo (leggi qui) e degli sfollati del Sud Sudan (leggi qui), il Pontefice celebra messa al Mausoleo di Giuba: oltre 100mila i presenti (secondo le autorità locali), molti dei quali provenienti dalle aree circostanti.

Nell’omelia, Bergoglio si congeda con parole di speranza per una terra martoriata dalle violenze, incoraggiando i sudanesi: “Noi cristiani, pur essendo fragili e piccoli, anche quando le nostre forze ci paiono poca cosa di fronte alla grandezza dei problemi e alla furia cieca della violenza, possiamo offrire un contributo decisivo per cambiare la storia”.

“Dinanzi a tante ferite – prosegue – alle violenze che alimentano il veleno dell’odio, all’iniquità che provoca miseria e povertà, potrebbe sembrarvi di essere piccoli e impotenti. Ma, quando vi assale la tentazione di sentirvi inadeguati, provate a guardare al sale e ai suoi granelli minuscoli: è un piccolo ingrediente e, una volta messo sopra un piatto, scompare, si scioglie, però è proprio così che dà sapore a tutto il contenuto. Così, noi cristiani, pur essendo fragili e piccoli, anche quando le nostre forze ci paiono poca cosa di fronte alla grandezza dei problemi e alla furia cieca della violenza, possiamo offrire un contributo decisivo per cambiare la storia. Gesù desidera che lo facciamo come il sale: ne basta un pizzico che si scioglie per dare un sapore diverso all’insieme.”.

“Allora non possiamo tirarci indietro, perché senza quel poco, senza il nostro poco, tutto perde gusto. Iniziamo proprio dal poco, dall’essenziale, da ciò che non compare sui libri di storia ma cambia la storia: nel nome di Gesù, delle sue Beatitudini, deponiamo le armi dell’odio e della vendetta per imbracciare la preghiera e la carità; superiamo quelle antipatie e avversioni che, nel tempo, sono diventate croniche e rischiano di contrapporre le tribù e le etnie; impariamo a mettere sulle ferite il sale del perdono, che brucia ma guarisce. E, anche se il cuore sanguina per i torti ricevuti – esorta il Santo Padre – rinunciamo una volta per tutte a rispondere al male con il male, e staremo bene dentro; accogliamoci e amiamoci con sincerità e generosità, come fa Dio con noi. Custodiamo il bene che siamo, non lasciamoci corrompere dal male!”.

“Prima di preoccuparci delle tenebre che ci circondano, prima di sperare che qualcosa attorno si rischiari, siamo tenuti a brillare, a illuminare con la nostra vita e con le nostre opere le città, i villaggi e i luoghi che abitiamo, le persone che frequentiamo, le attività che portiamo avanti”, il monito del Santo Padre, che prima della celebrazione si è concesso un bagno di folla con il tradizionale giro in papamobile.

“A noi – prosegue Bergoglio – è chiesto di ardere d’amore: non accada che la nostra luce si spenga, che dalla nostra vita scompaia l’ossigeno della carità, che le opere del male tolgano aria pura alla nostra testimonianza. Questa terra, bellissima e martoriata, ha bisogno della luce che ciascuno di voi ha, o meglio, della luce che ognuno di voi è!”.

Infine, l’incoraggiamento alla popolazione: “Vi auguro di essere sale che si sparge e si scioglie con generosità per insaporire il Sud Sudan con il gusto fraterno del Vangelo; di essere comunità cristiane luminose che, come città poste in alto, gettino una luce di bene su tutti e mostrino che è bello e possibile vivere la gratuità, avere speranza, costruire tutti insieme un futuro riconciliato. Sono con voi e vi auguro di sperimentare la gioia del Vangelo”.

Terminata la Messa, Francesco si è trasferito all’Aeroporto Internazionale di Giuba per la Cerimonia di congedo. Al Suo arrivo, insieme all’Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e al Moderatore dell’Assemblea Generale della Chiesa di Scozia, il Pastore Iain Greenshields, il Papa è stato accolto dal Presidente della Repubblica, Salva Kiir Mayardit, all’ingresso della VIP Lounge dove ha avuto luogo un breve incontro in privato. Quindi, dopo il saluto delle Delegazioni e la Guardia d’Onore, Papa Francesco è salito a bordo di un A359/ITA Airways per far rientro in Italia.

L’aereo con a bordo il Santo Padre di ritorno dal Viaggio Apostolico nella Repubblica Democratica del Congo e dal Pellegrinaggio Ecumenico di Pace in Sud Sudan è decollato dall’Aeroporto Internazionale di Giuba alle ore 11.56 locali (10.56 ora di Roma). L’’arrivo all’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino è previsto per le ore 17.15. Quindi, prima di far rientro in Vaticano, la sosta alla basilica di Santa Maria Maggiore per il tradizionale “ringraziamento”. (Foto © Vatican Media)

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