L’ambasciatore: “Il Papa e Kirill? Kazakhstan sempre disponibile a ospitare un incontro”

25 marzo 2023 | 09:30
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L’ambasciatore: “Il Papa e Kirill? Kazakhstan sempre disponibile a ospitare un incontro”

Yerbolat Sembayev: “Se si presenterà l’occasione, il Kazakhstan è pronto a diventare una piattaforma per il dialogo tra il capo della Chiesa cattolica e il leader della Chiesa ortodossa di Mosca”

Roma – “Se si presenterà l’occasione, se le parti lo riterranno opportuno, il Kazakistan è, come lo è stato, sempre disponibile a ospitare un incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill“. A dirlo, intervistato da ilfaroonline.it, è l’ambasciatore del Kazakhstan presso la Repubblica Italiana, Yerbolat Sembayev.

Il diplomatico ci riceve nella sede dell’Ambasciata kazaka di via Cassia, in un salottino adiacente alla grande aula rotonda dove il tricolore è esposto accanto al vessillo azzurro con l’aquila e il sole dorato, simbolo del grande paese dell’Asia centrale. Ricordando la visita del Pontefice fatta a settembre in occasione del settimo Congress of Leaders of World and traditional Religions (leggi qui), Yerbolat Sembayev sottolinea come “il Kazakhstan ha dimostrato da tempo al mondo di poter diventare un centro di dialogo interculturale e inter-civile. Il Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, che si tiene nel nostro Paese da più di vent’anni, ne è la prova. Come ha detto Papa Francesco durante la sua storica visita, ‘la vocazione del Kazakhstan è quella di essere una terra di incontri’ (leggi qui). Il nostro Paese è sempre aperto al dialogo”.

E alla domanda sul un eventuale incontro tra Kirill e il Papa, incontro che si sarebbe dovuto tenere a Nur Sultan durante il Congresso di settembre 2022 per discutere – tra le altre cose – della guerra in Ucraina ma poi “rimandato” a data da destinarsi (leggi qui), l’ambasciatore precisa: “Noi siamo sempre pronti e disponibili a ospitare un incontro tra i due leader religiosi. Se si presenterà l’occasione, il Kazakhstan è pronto a diventare una piattaforma per il dialogo tra il capo della Chiesa cattolica e quello della Chiesa ortodossa di Mosca”.

Del resto, come ha ricordato l’ambasciatore, “il Kazakhstan è oggi un importante centro internazionale per il dialogo interculturale e interreligioso. Questo è un fatto indiscutibile. L’esperienza kazaka di armonia interetnica e interconfessionale è stata riconosciuta come una delle più riuscite nello spazio post-sovietico”.

“Nel corso di molti secoli il popolo kazako, unito e arricchito dal patrimonio spirituale di diversi gruppi etnici e fedi, ha acquisito qualità come la tolleranza, la tolleranza religiosa e l’apertura alla percezione del nuovo. La pace civile e l’armonia interetnica nei vari gruppi sociali, etnici e religiosi sono i nostri valori principali – aggiunge l’ambasciatore ricordando e citando le parole pronunciate da Papa Bergoglio -. Il Kazakhstan è diventato la patria di oltre 130 nazionalità e 18 confessioni religiose, con più di 3.800 associazioni religiose. Nel nostro Paese ci sono più di 3.000 moschee, chiese, sinagoghe e case di culto. In 30 anni di indipendenza statale, il Kazakhstan è stato in grado di costruire la propria via, di creare il proprio modello unico di armonia interetnica e interconfessionale”.

Un modello che può far scuola al mondo itero, un mondo oggi più che mai lacerato da conflitti e divisioni legate anche alla religione: “In Kazakhstan sono state create tutte le condizioni affinché ogni cittadino, di qualsiasi nazionalità o religione, possa studiare la propria lingua madre, osservare le tradizioni e i costumi del proprio popolo e praticare la propria religione. Riconosciamo che oggi il Kazakhstan è un Paese unico che unisce le civiltà dell’Eurasia ed è evidente che, nonostante la sua diversità etnica, culturale e religiosa, il Kazakhstan è riuscito a mantenere la pace e la stabilità nel Paese”.

“Concetti fondamentali come la pace, il dialogo tra fedi e culture sono la nostra inestimabile ricchezza. Il paradigma dell’accordo interetnico e interconfessionale è riconosciuto dall’intera comunità mondiale. Il ‘modello kazako’ è diventato un esempio non solo per i nostri vicini, ma anche per molti Paesi stranieri”, conclude l’ambasciatore. (Foto di copertina © Vatican Media)

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