80 anni fa il bombardamento a San Lorenzo, il Papa: “Dio ci liberi dal flagello della guerra”

16 luglio 2023 | 16:12
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80 anni fa il bombardamento a San Lorenzo, il Papa: “Dio ci liberi dal flagello della guerra”

Il Pontefice all’Angelus ricorda il gesto di Pio XII e lancia un monito: “Purtroppo anche oggi queste tragedie si ripetono. Com’è possibile? Abbiamo perso la memoria?”

Città del Vaticano – “Il Signore abbia pietà di noi e liberi la famiglia umana dal flagello della guerra“. Nella rovente estate romana, da piazza San Pietro si alza un grido di pace. La voce è quella – inascoltata – di Papa Francesco che, al termine del tradizionale Angelus domenicale, non manca di pregare affinché tacciano le armi. In Europa e nel resto del mondo.

Mentre Russia e Ucraina minacciano entrambe l’uso delle bombe a grappolo, il pensiero di Bergoglio va al quartiere romano di San Lorenzo, preso di mira dagli alleati nel luglio del 1943.

Esattamente ottant’anni fa, circa trecento bombardieri pesanti quadrimotori Boeing B-17 Flying Fortress e Consolidated B-24 Liberator dell’aviazione americana sganciarono su diversi quartieri della città eterna migliaia di bombe. Il bilancio delle vittime è raccapricciante. In tutto si contano 3 mila morti e 11 mila feriti, di cui 1.500 morti e 4 mila feriti nel solo quartiere di San Lorenzo.

All’epoca, ricorda Francesco “il venerabile Pio XII volle recarsi in mezzo al popolo sconvolto”.

Purtroppo, il monito di Bergoglio, “anche oggi queste tragedie si ripetono. Com’è possibile? Abbiamo perso la memoria? Il Signore abbia pietà di noi e liberi la famiglia umana dal flagello della guerra”.

E il pensiero del Papa vola ai confini dell’Europa: “In particolare preghiamo per il caro popolo ucraino, che soffre tanto“. Le campane della basilica vaticana suonano a festa mentre la benedizione del Romano Pontefice scende sui circa 15mila coraggiosi fedeli che hanno sfidato le alte temperature della giornata per pregare col Papa. Ma se la rovente piazza San Pietro si svuota, negli uffici della Segreteria di Stato si valutano le prossime azioni da compiere. Il cardinal Zuppi ha riferito al Santo Padre l’esito della visita a Mosca(leggi qui)e a Kiev(leggi qui). Ma al momento le mosse della diplomazia pontificia restano sconosciute.

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