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Macedonia-Italia, le pagelle degli Azzurri: Bastoni alza il muro (7), Donnarumma non c’è (5)

9 settembre 2023 | 23:59
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Macedonia-Italia, le pagelle degli Azzurri: Bastoni alza il muro (7), Donnarumma non c’è (5)

Subito una battuta d’arresto per il nuovo ciclo targato Luciano Spalletti. Gli Azzurri hanno avuto qualche occasione importante, ma complessivamente hanno dimostrato una scarsa condizione atletica, oltre che qualche deludente prestazione dei singoli

Le pagelle

Donnarumma: 5.
Gigio, dove sei? 
Sembrano lontani anni luce i tempi in cui “Gigio” alzava la saracinesca, diventando quasi impossibile da superare. Da quando si è trasferito al PSG, si è perso. Ed anche oggii – nonostante il bel tiro di Bardhi – prende colpevolmente gol sul suo palo. Spalletti ha disperato bisogno di ritrovare il miglior Donnarumma.

Mancini: 6.
Tosto e pragmatico. 
Non è un fenomeno tecnicamente, ma il centrale romanista non bada mai a fronzoli ed è una garanzia. Sempre concentrato, insieme a Bastoni concede pochissimo alle punte avversarie. E’ costretto ad abbandonare il terreno di gioco prima del tempo, causa un infortunio all’adduttore che fa tremare Mourinho. (Dal 57′ Scalvini: 6. Senza infamia e senza lode la gara del classe 2003 atalantino, che avrà tutto il tempo del mondo per prendersi le chiavi della difesa).

Bastoni: 7.
Muraglia italiana. 
E’ diventato in pochissimo tempo il leader della difesa interista: nè Conte prima, nè Inzaghi poi, hanno mai pensato di fare a meno di lui e non c’è da domandarsi perché. Ed è in dubbio che sarà anche grande protagonista della nuova Italia del Ct di Certaldo. Pulito, elegante e dotato di gran tecnica, alza il muro e non fa passare nessuno.

Dimarco: 6,5.
Treno ad alta velocità. Corre ogni partita circa 100 minuti effettivi, anche se sembra non stancarsi mai. I suoi cross, taglienti e pungenti, sono un costante pericolo per le difese avversarie, per non parlare delle sue capacità d’inserimento. Anche a Skopje ha più occasioni per fare gol, ma complice il troppo altruismo (e qualche scelta sbagliata), è costretto a rimandare l’appuntamento. (Dall’81 Biraghi: s.v)

Di Lorenzo: 6,5.
Capitano senza fascia. 
Se c’è una parte in cui l’Italia può dirsi al sicuro per tanti anni, quella è la fascia destra. Diventato capitano del Napoli Campione d’Italia, Di Lorenzo sa fare tutto: inserimenti, cross, diagonali difensive, colpi di testa. Ha una marcia in più.

Barella: 6.
Dottor Jekyll e Mr Hyde. 
Ormai lo conosciamo tutti: da una parte in grado di compiere gesti tecnici straordinari, quali tiri al volo o passaggi volti a tagliare le difese avversarie, ma dall’altra troppo volubile e facile preda del suo stesso nervosismo. Nel primo tempo dà lezioni di calcio, ad inizio ripresa colpisce la traversa che anticipa il gol. Ma cala troppo presto fisicamente e non riesce a gestire più il nervosismo. Sufficienza ampiamente meritata.

Cristante: 5,5.
Lento e macchinoso. 
Iniziano le noti dolenti. Intoccabile per Mourinho, anche Spalletti decide di dargli fiducia complice le assenze di Verratti e Jorginho, oltre l’infortunio last-minute di Pellegrini. Prova a fare il regista, ma quasi mai trova le giuste misure. Nel primo tempo va vicino al gol, ma il portiere avversario gli nega la gioia. Soffre soprattutto nella seconda frazione quando si alzano i ritmi e troppo spesso viene preso d’infilata dai macedoni.

Tonali: 5,5.
Fermato dal palo. 
Il New Castle per lui ha speso fior di quattrini. Per  la precisione sono serviti 80 milioni di euro per convincere il Milan a lasciarlo partire.. Ed in parte ha già dimostrato il suo valore, iniziando nel migliore dei modi la sua Premier League, anche segnando. Oggi ha l’occasione di ripetersi, ma il suo tiro si ferma sul palo. Ma oltre a ciò, poco altro. Come tutti, anche Tonali ha bisogno di riprendere condizione e di adattarsi ai nuovi schemi di Spalletti. (Dall’89’ Raspadori: sv).

Politano: 5.
Il peggiore degli Azzurri. 
In netto ritardo di condizione, Spalletti (che lo conosce benissimo, avendolo avuto al Napoli) decide comunque di dargli fiducia. Quest’ultima però non viene sfruttata dal laterale napoletano che, anche complice un campo in condizioni inaccettabili, non ne azzecca una. Viene sostituito ad inizio secondo tempo. (Dal 46′ Zaniolo: 5,5. L’ex romanista, ora in forza all’Aston Villa, gioca in maniera importante giusto 5 minuti. Ovvero l’arco di tempo in cui spacca la partita e partecipa all’azione che porta al gol. Poi, come gran parte della squadra, evapora. Ed è lui l’autore del fallo che porterà al gol del pareggio macedone).

Zaccagni: 5,5.
Mancanza di abitudine. 
L’ala laziale ha avuto più di un problema con l’ex Ct Mancini, che di fatto non lo ha mai fatto giocare e, dunque, non gli ha mai permesso di fare esperienze in partite del genere. Un fattore che oggi si fa sentire. Prende qualche fallo, ma non riesce quasi mai a saltare l’uomo (la sua grande dote). Avrà tempo per migliorare. (Dall’81’ Gnonto: sv).

Immobile: 6,5.
Quota 17.
Spalletti non ha avuto dubbi: una delle prime cose decise dal Ct di Certaldo è stata dare la fascia a Immobile, spesso al centro delle critiche per il (presunto) basso rendimento in Nazionale. Ma la realtà dice altro. E’ proprio lui a portare in vantaggio l’Italia, bagnando come meglio non avrebbe potuto il suo esordio da capitano. Un gol che lo proietta a quota 17 reti segnate con la maglia Azzurra, cifra che lo rende il miglior marcatore della squadra. Con l’Ucraina, per vincere, serviranno i suoi gol.

Spalletti: 6.
Rivoluzione in atto? 
Lo ha ammesso lui stesso: prima del match non è riuscito a prendere sonno, ed in effetti essere il Ct della Nazionale non è da tutti i giorni. Decide subito di dare fiducia a volti nuovi quali Zaccagni e Mancini, con in panchina tra gli altri Casale e Retegui. Si vedono anche i primi segni del calcio “spallettiano”, fatto di triangolazioni al limite dell’area. Ma per ora – anche giustamente – sembra essere poco. Ma Spalletti sembra desideroso di rivoluzionare la squadra, puntando sui giovani e su un calcio offensivo: non si potrà che migliorare. Anche se martedì, quando arriverà l’Ucraina a San Siro, non ci sarà spazio per esperimenti. Si dovrà vincere. (Foto: X @Azzurri)

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