LA RICORRENZA |
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“L’Europa non è stata fatta: abbiamo avuto la guerra”

9 maggio 2024 | 07:00
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Il 9 maggio 1950 il ministro degli Esteri francese Robert Schuman parlò per la prima volta, a livello ufficiale, dell’Europa unita

Le parole sono pietre, scriveva Carlo Levi. E come le frecce, una volta “scagliate”, non tornano più indietro: in fondo, è il potere dell’oratoria. E alcune parole sono più importanti di altre. A tal punto da cambiare la realtà, anzi d’innovarla, creando un qualcosa che prima non esisteva. Un continente politico, per esempio. Il 9 maggio 1950, il ministro degli Esteri francese Robert Schuman parlò per la prima volta, ufficialmente, dell’Europa unita. 74 anni dopo, il 9 maggio 2024, si celebra la Giornata dell’Europa in suo onore. Uno di quei rari casi in cui non si celebrano trattati o accordi. Ma, appunto, parole. Spesso usate a scopo di propaganda distruttiva, questa volta non hanno distrutto. Hanno creato.

“L’Europa non è stata fatta: abbiamo avuto la guerra”

La Seconda Guerra Mondiale è finita da poco, pochissimo. Sono passati solo 5 anni. Le scorie, però, ci sono ancora, e con esse i timori di guerra possa scoppiarne un’altra. La dittatura nazi-fascista e lo stalinismo hanno lacerato il cuore dell’Europa. I milioni di cadaveri sui campi di battaglia sono ancora freschi nelle menti dei popoli, imperversa la povertà post-guerra. E’ tutto da ricostruire, non è rimasto più nulla. Le spinte colonialiste hanno ridotto il Vecchio Continente in macerie. Europa che, a dir la verità, si è fatta la guerra per secoli. Questa è solo l’ultima. La più violenta e brutale. Ma pur sempre l’ultima.

Robert Schuman

E’ giunta l’ora di sotterrare l’ascia di guerra (o meglio, appendere fucili e mitra al chiodo) alla ricerca della pace, di cui i popoli sono affamati.  Per raggiugere il traguardo, però, c’è bisogno di fare ciò che fino ad ora non s’è fatto: condividere, sullo spirito del Manifesto di Ventotene del 1941 (documento per la promozione dell’unità europea scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, leggi qui). Condividere, dunque. Ma cosa? Le materie prime, tanto per cominciare. In particolare il carbone e l’acciaio, in quanto fondamentali per la produzione di armi da guerra. La speranza è che, mettendo in comune la produzione di acciaio e carbone tra le nazioni più potenti del continente, si possano evitare evitare altre guerre.

Fu in questo contesto che il 9 maggio 1950, il ministro degli Esteri francese Robert Schuman, prese la parola a Parigi e fece la sua dichiarazione, passata alla storia come Dichiarazione Schuman. Parole di cui, di seguito, ne riportiamo un frammento. Quello più importante. (Per chi volesse, è interamente disponibile sul sito dell’Unione Europea: basta cliccare qui).

La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.

Il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. La Francia, facendosi da oltre vent’anni antesignana di un’Europa unita, ha sempre avuto per obiettivo essenziale di servire la pace. L’Europa non è stata fatta : abbiamo avuto la guerra.

L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. L’unione delle nazioni esige l’eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germania: l’azione intrapresa deve concernere in prima linea la Francia e la Germania.

A tal fine, il governo francese propone di concentrare immediatamente l’azione su un punto limitato ma decisivo.

Il governo francese propone di mettere l’insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità, nel quadro di un’organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei.

Il trattato costitutivo della Ceca (Comunità europea del carbone e dell’acciaio) fu firmato a Parigi il 18 aprile 1951 ed entrò in vigore il 23 luglio 1952. Venne sottoscritto da 6 paesi: Italia, Francia, Germania Ovest, Lussemburgo, Paesi Bassi e Belgio. Ma fu solo il primo passo. Il 25 marzo 1957, a Roma, venne firmato il trattato costitutivo della Cee (Comunità economica europea), ed entrò in vigore l’anno successivo. Fino ad arrivare al 7 febbraio 1992, quando venne siglato il Trattato di Maastricht, entrato in vigore il 1° novembre 2023. Ovvero il trattato istitutivo dell’Unione Europea, così come la conosciamo oggi. Così venne completato il percorso d’integrazione europea, a cui Schuman diede inizio. Con delle “semplici” parole.

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