“L’Ucraina può colpire obiettivi militari in Russia”: la Nato varcherà la linea rossa?
Stoltenberg assicura che “non ci sarà l’invio delle truppe in Ucraina”, ma le sue parole rappresentano una potenziale svolta. E a luglio si terrà il summit Nato di Washington
Kiev, 26 maggio 2024 – “L’Ucraina deve essere libera di colpire obiettivi militari in Russia con le armi fornite dai partner occidentali“. Parola di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato. Dichiarazioni forti, inecquivocabili, che rappresentano una svolta. Per l’Alleanza Atlantica e l’Ucraina, certo. Ma per Washington l’argomento (per ora) è ancora tabù. Il presidente Joe Biden, all’inizio dell’invasione, tracciò una delle tante linee rosse: le armi americane fornite all’esercito ucraino non dovranno colpire sul territorio russo. Ma le linee rosse che in questa guerra non si contano nemmeno più, ed ora c’è il rischio che anche questa possa essere abbondantemente superata.
Secondo quanto riportato dal New York Times, infatti, il segretario di Stato americano Antony Blinken è in forte pressing sulla Casa Bianca affinchè conceda l’autorizzazione ad utilizzare le armi statunitensi per colpire obiettivi in Russia(leggi qui). Zelensky attende e spera. E per Biden si tratta di una decisione difficilissima. Anche perchè, a novembre, ci saranno le elezioni e l’attuale capo della Casa Bianca deve difendersi dall'”assalto” di Trump.
Ucraina, armi americane contro obiettivi in Russia? Dibattito in corso a Washington
La tensione c’è, si percepisce, si taglia col coltello. Si può quasi toccare con mano. Negli ultimi mesi è aumentata l’escalation verbale, mentre sul campo Kharkiv rischia di cadere nelle mani di Putin. E’ in questo quadro drammatico che, dal 9 all’11 luglio, si terrà il summit Nato di Washington.
L’intervista di Stoltenberg. Ma il segretario Nato è isolato
“Questa è una guerra aggressiva della Russia contro l’Ucraina. L’Ucraina ha il diritto di difendersi. E questo include attacchi contro obiettivi sul territorio russo” ha detto Stoltenberg in un’intervista all’Economist, ampiamente rilanciata dai media ucraini. Poi ha aggiunto: “È giunto il momento che gli alleati considerino se eliminare alcune delle restrizioni che hanno posto sull’uso delle armi fornite all’Ucraina. Non parteciperemo direttamente dal territorio della Nato alle operazioni di combattimento, nei cieli o sul territorio dell’Ucraina, soprattutto adesso che a Kharkiv, vicino al confine, ci sono molti combattimenti. L’Ucraina non ha la capacità di usare queste armi contro obiettivi militari legittimisul territorio russo, è durissima difendersi in questo modo”.
Ma nonostante Stoltenberg sia il capo dell’Alleanza Atlantica, le sue parole non trovano nessuna sponda dagli Stati membri: il Segretario Generale è isolato. Un po’ come Macron, che da settimane a corrente alternata sottolinea di “non escludere l’invio di truppe francesi in Ucraina” se Kiev (che è a corto di uomini) dovesse chiederle.
Ucraina: così Macron sfata il tabù dell’invio di truppe Nato
Duro attacco di Crosetto: “Non esiste un segretario Nato che decide per tutti”
Sulla linea dell’intransigenza anche il ministro della Difesa Guido Crosetto che, in un’intervista a La Stampa, ha detto: “Non esiste un segretario Nato o una nazione che decide la linea per tutte le altre. E questo vale per Stoltenberg ma vale anche per Macron, quando ha detto ‘Manderemo i nostri soldati in Ucraina’. La Nato si muove, e si muoverà nell’incontro che avremo a Washington a luglio, portando dei progetti, dei piani, delle idee. Le singole spinte valgono poco. Io ritengo che in questo momento sia sbagliato aumentare una tensione già drammatica – spiega – Occorre sì aiutare l’Ucraina a difendersi, perché se non la aiuti scoppia davvero la terza guerra mondiale. Se Putin conquista l’Ucraina si apre necessariamente, quasi automaticamente, la terza guerra mondiale. L’aiuto all’Ucraina serve a non fare scoppiare la guerra. Ma questo aiuto deve essere fatto in modo da lasciare aperta la possibilità della costruzione di una tregua immediata e la partenza di un tavolo di pace”.
“Se l’Italia fosse aggredita, non reggeremmo”
Secondo Crosetto, se l’Italia fosse aggredita non avrebbe una Difesa in grado di reggere: “Il motivo è semplice: nessuno, negli anni addietro, ha mai pensato che la difesa servisse, che avessimo bisogno di difenderci, che ci fosse la necessità di prepararci in caso di attacco. Se siamo pronti, è solo perché facciamo parte di una coalizione. L’Italia aumenterà la spesa per la sua difesa? “Non è una decisione mia. Tutti i governi che si sono succeduti prima di noi – Letta, Renzi, Conte, Draghi – si sono seduti al tavolo della Nato e hanno detto: noi ci impegniamo a raggiungere il 2 per cento del Pil. L’unica persona che ha detto che con le regole europee non ce la facciamo sono io. O togliamo le spese dal Patto di stabilità, o noi al 2 per cento non ci arriveremo mai. Perché alle Camera non passerà mai un taglio alle spese per la sanità. Se l’Europa accetterà questa strada, sarà più facile. Altrimenti, avremo grandi difficoltà”.
“Leva obbligatoria? Soldi buttati via”
“Leva obbligatoria? Sarebbero soldi buttati via. Abbiamo bisogno di forze armate professioniste, di persone formate e preparate” ha concluso Crosetto, tirando una frecciata alla proposta di legge depositata alla Camera, pochi giorni fa, dalla Lega (leggi qui). (Foto: X @ZelenskyUaa)
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