Il Papa ai giovani: “Siete chiamati a essere albe di speranza”

In piazza Politeama l’incontro del Pontefice con i ragazzi siciliani: “Fate sorgere l’attesa di un futuro da figli liberi: non servi dimessi e manovali a capo chino, ma figli liberi”
Come vivere l’essere giovani in terra di Sicilia era la terza domanda. “Mi piace dire che siete chiamati a essere albe di speranza. La speranza sorgerà a Palermo, in Sicilia, in Italia, nella Chiesa a partire da voi. Voi avete nel cuore e nelle mani la possibilità di far nascere e crescere speranza”, è la risposta del Pontefice.
Che spiega: “Per essere albe di speranza bisogna alzarsi ogni mattina con cuore giovane, speranzoso, e lottare per non sentirsi vecchi, per non cedere alla logica dell’irredimibile. E’ una logica perversa: questo non va, non cambia nulla, tutto è perduto… Questa è una logica perversa, è il pessimismo, secondo cui non c’è salvezza per questa terra, tutto è finito. No!”.
“No al fatalismo, no al pessimismo, sì alla speranza, sì alla speranza cristiana. E voi avete nelle mani la capacità di fare la speranza, di fare andare avanti la speranza”, sprona Francesco.
Ma come fare per “cambiare tutto? “Chi devo chiamare? Al tuo cuore, ai tuoi sogni, alla tua capacità di uomo, di donna di portare avanti un frutto. Di generare, come genererai un figlio o una figlia domani, anche una civiltà nuova, una civiltà accogliente, una civiltà fraterna, una civiltà dell’amore. Tutto può cambiare!”.
E dopo aver parlato del futuro, “Voi siete la speranza”, e del presente, “Voi avete la speranza nelle vostre mani, oggi”, il Pontefice invita i giovani a guardarsi indietro, a cercare le proprie radici:
“Prima ho parlato di giovani in poltrona, di giovani in pensione, di giovani quieti che non si mettono in cammino. Adesso ti domando: tu sei un giovane con radici, o sradicato? Abbiamo parlato di questa terra di tanta cultura: ma tu sei radicato nella cultura del tuo popolo? Tu sei radicato nei valori del tuo popolo, della tua famiglia? O sei ‘gassoso’, senza fondamenti, senza radici?”.
Le radici, sottolinea Bergoglio, si ritrovano nella cultura e nel dialogo con gli altri, soprattutto con gli anziani: “Ascoltate i vecchi. Litigate con i vecchi, perché se tu litighi con i vecchi, loro parleranno più profondamente e ti diranno cose. Loro devono darti le radici, radici che poi produrranno speranza che fiorirà nel futuro. Diversamente, ma con radici. Senza radici, tutto è perduto: non si può andare e creare speranza senza radici”.
Il Papa non pretende che i giovani facciano le stesse cose degli anziani, bensì da loro devono prende “la forza, l’appartenenza. Un giovane che non ha appartenenza in una società, in una famiglia, in una cultura, è un giovane senza identità, senza volto. In tempo di crisi dobbiamo sognare, dobbiamo metterci in cammino, dobbiamo servire gli altri, dobbiamo essere accoglienti, dobbiamo essere giovani di incontro, dobbiamo essere giovani con la speranza nelle mani, con il futuro nelle mani e dobbiamo essere giovani che prendono dalle radici la capacità di far fiorire speranza nel futuro”.
Mi piace vedervi qui, nella Chiesa, portatori gioiosi di speranza, della speranza di Gesù che supera il peccato. Io non vi dirò che voi siete santi, no. Voi siete peccatori, tutti, come me, come tutti. Ma è la forza di Gesù che supera il peccato e ti aiuta ad andare avanti. La speranza che supera la morte. Sogniamo e viviamo la cultura della speranza, la cultura della gioia, la cultura dell’appartenenza a un popolo, a una famiglia, la cultura che sa prendere dalle radici la forza per fiorire e portare frutto.
Infine, una benedizione particolare per i giovani presenti. Il Papa sa che in mezzo alla folla ci sono anche ragazzi di altre tradizioni religiose e diversi agnostici: “Per questo darò la benedizione a tutti, e chiederò a Dio che benedica quel seme di inquietudine che è nel vostro cuore”. La preghiera viene formulata a braccio:
Signore Dio, guarda questi giovani. Tu conosci ognuno di loro, Tu sai cosa pensano, Tu sai che hanno voglia di andare avanti, di fare un mondo migliore. Signore, rendili ricercatori del bene e di felicità; rendili operosi nel cammino e nell’incontro con gli altri; rendili audaci nel servire; rendili umili nel cercare le radici e portarle avanti per dare frutti, avere identità, avere appartenenza. Il Signore Dio accompagni tutti questi giovani nel cammino e benedica tutti. Amen.
(Il Faro online) – Foto © Vatican Media