Antonello Palmieri (Roma Nuova): “Dimissioni Consiglio Ama, edilizia e servizi alla paralisi: città allo sbando”

1 ottobre 2019 | 19:51
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All’indomani della pubblicazione dei discutibili dati sulla qualità dei servizi pubblici atto d’accusa di Antonello Palmieri sulla guida della città

Roma – “La città è ormai allo sbando: il nuovo consiglio d’amministrazione Ama si è dimesso, l’edilizia è paralizzata, i trasporti sono in crisi, i servizi pubblici non funzionano“. Parole di fuoco quelle di Antonello Palmieri, presidente dell’associazione Roma Nuova.

All’indomani della pubblicazione dei dati del discutibile rapporto (qui descritto) dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici di Roma Capitale, nel quale i romani del centro città bocciano su tutti i fronti i servizi pubblici e quelli delle periferie lamentano pesanti disfunzioni, c’è la novità che il Consiglio d’amministrazione dell’Ama si è dimesso in blocco. Motivo del contendere il rifiuto da parte degli amministratori di firmare un bilancio artefatto, nel quale mancano all’appello i 18 milioni di euro dei Servizi cimiteriali che l’Ama si rifiuta di riversare nelle casse del Campidoglio per effetto del contratto di servizio. E’ il sesto CdA dell’Ama che si dimette in tre anni, un vero record di distanza tra Virginia Raggi e la dirigenza dell’azienda partecipata da lei stessa nominata.

E’ l’ennesimo fallimento delle scelte del sindaco – denuncia Palmieri di Roma Nuova – Il fatto è di una gravità assoluta e assesta l’ennesima caduta d’immagine per la capitale d’Italia. Roma è sporca, è costretta a esportare i propri rifiuti per la mancanza di un efficiente piano di smaltimento e riciclo e le dimissioni sono la resa di fronte a un’emergenza ormai incancrenita. Chi pagherà i danni, anche ambientali, della città eterna?“.

Un altro tema scontante che rischia di esplodere è quello dell’edilizia. Come denuncia il video pubblicato dal capogruppo della Lega in Campidoglio, Maurizio Politi, sui social e diventato subito virale, il Dipartimento Urbanistica è alla paralisi. “La situazione è agghiacciante – denuncia Politi – La legalità è stata scambiata per il blocco di tutto. I tecnici sono disperati: il primo piano è interdetto, file ovunque, una commissione che sovrintende ai permessi che boccia tutto. Non va più avanti un lavoro. Le affrancazioni sono al palo nonostante gli impegni“. “Non dimentichiamo – osserva Antonello Palmieri – che bloccare l’edilizia significa disgregare un’economia importante: al Dipartimento IX, dove si approvano i progetti dell’edilizia pubblica e privata, i dirigenti da oltre due anni non stanno emettendo nessun provvedimento autorizzativo“.

Come se non bastasse, la maggioranza 5 Stelle ha presentato una risoluzione che verrà discussa in Consiglio comunale per effettuare “una ricognizione generale del PRG Piano Regolatore“. Di fatto significa bloccare per non meno di 180 giorni (tempo indicato dal documento proposta 114 ordine del giorno 49) ogni permesso a costruire tra i quali i toponimi, i piani particolareggiati, le convenzioni urbanistiche, i programmi di recupero urbano, i cambi di destinazione d’uso, le cosiddette autorizzazioni ex Piano Casa. Lo stesso documento propone di avviare una mega-variante al Piano Regolatore: va ricordato che dopo il necessario periodo di studio e di progettazione, l’approvazione di una qualsiasi variante urbanistica ha bisogno della maggioranza qualificata del consiglio. Insomma, come se non bastasse lo stato di inadeguatezza del Dipartimento IX, si propone di bloccare tutto.

Antonello Palmieri, presidente di Roma Nuova

E che dire dei servizi anagrafici? – tuona ancora Antonello Palmieri ribadendo quanto scritto in questo articoloCiò che è successo a me accade a centinaia di cittadini ogni giorno. Recentemente ho richiesto una nuova carta d’identità perché scaduta a giugno 2019, richiesta prima della scadenza. Mi è stato dato appuntamento a fine settembre, i pagamenti non si potevano effettuare in Comune perché il POS era rotto, mi sono recato in tabaccheria per pagare, con aumento di spesa. Tutto ciò per ritirare la nuova carta d’identità a metà ottobre, con ben cinque mesi di ritardo rispetto alla scadenza naturale. Se un semplice rinnovo di un documento è così complesso, e se anche una semplice manutenzione stradale richiede interventi straordinari, come può questa città migliorare la qualità della vita dei romani se nessuno dei servizi di base funziona?“.