dentro la notizia |
Cronaca Locale
/

Maltrattamenti in classe, i dolori delle famiglie e le paure dei bambini

4 ottobre 2019 | 06:30
Share0
Maltrattamenti in classe, i dolori delle famiglie e le paure dei bambini

Un procedimento è arrivato a sentenza (con una condanna in primo grado), un altro ci sarà a metà novembre. Il punto sulle vicende giudiziarie, sulle iniziative di prevenzione, sulle preoccupazioni delle famiglie

Fiumicino – Immagini e audio molto chiari: strattonamenti, bambini tirati e spostati in malo modo da una sedia all’altra, minacce, offese. In alcune aule scolastiche sul territorio di Fiumicino (attenzione a non generalizzare, perché di bravi e brave insegnanti è piena la città e gli istituti scolastici) ciò che avrebbe dovuto essere un piacevole percorso stimolante di crescita si era trasformato in un incubo.

All’indomani della condanna a 1 anno e 10 mesi di una maestra (leggi qui), e in attesa del processo che vedrà il prossimo 15 novembre altre due insegnanti finire davanti a un giudice (leggi qui), Il Faro on line ha voluto approfondire l’argomento, per capire se e come le Istituzioni si siano mosse, come le famiglie delle piccole vittime stanno vivendo e quale sia l’approccio con il nuovo anno scolastico dopo gli scossoni subiti nel precedente.

Tanti bambini coinvolti

Il numero di bambini coinvolti è alto, e non si ferma a “singole vittime”. Solo nel primo caso di parla di una decina circa di costituzioni di parte civile, che si sommano ad altri cinque casi registrati ma non arrivati in giudizio. Anche nel secondo caso, quello delle maestre attualmente sospese dal servizio, si parla di più alunni coinvolti.

Strattonamenti e offese continue

Tiziana Tranquilli

Tiziana Tranquilli

L’avvocato Tiziana Tranquilli difende 5 bambini coinvolti nel primo caso, quello della maestra Giovanna. “In fase processuale si è tentato di far passare come abusi di mezzi di correzione quelli che noi ritenevamo maltrattamenti. Il giudice ha ritenuto di sposare la posizione delle famiglie, che con quei bambini vivevano ogni giorno la pesantezza di una situazione del genere, e dunque è arrivata la condanna per maltrattamenti.

Abbiamo visto dalle immagini, al di là degli strattonamenti, una sequela di offese “Stai zitta tu, figlia di Fantozzi,,,”, prese in giro e minacce. Come pure abbiamo visto dalle immagini delle telecamere della polizia somministrare caramelle a un bambino notoriamente affetto da diabete mellito.

Oggi quei bambini soffrono – spiega l’avvocato Tranquilli -. Sono tornati a scuola, ma si agitano se la maestra chiude la porta, si mettono le mani alle orecchie se chi gli parla alza un po’ i decibel della voce, hanno paura a stare in ambienti chiusi. Questi sono i danni dei maltrattamenti, fanno più male dei lividi”.

La perdita di fiducia

Alessandro Ruta

Lo conferma anche il dottor Alessandro Ruta, psicoterapeuta forense, al quale si sono rivolte diverse famiglie coinvolte invece nell’altro caso di Fiumicino, quello delle due maestre attualmente sospese dall’insegnamento. “I bambini quando subiscono maltrattamenti perdono fiducia della scuola, e così anche le loro famiglie. E un atteggiamento inevitabile, che ha poi bisogno di un lungo cammino per essere superato. Il maltrattamento fisico fa danni immediati che però si recuperano facilmente, quello psicologico fa invece danni più profondi e duraturi, dunque è molto più pericoloso”.

Le iniziativa delle istituzioni

“Devo dire però – prosegue Ruta – che da parte delle Istituzioni di Fiumicino qualcosa si è mosso. Il garante per l’Infanzia si è attivato, il Comune ha previsto la figura di una psicologa che aiuti le insegnanti, la scuola ha di fatto eliminato alcune figure che avevano avuto problemi nella gestione dei bambini. Le famiglie sembrano non essere lasciate più sole, e speriamo che questo atteggiamento vada a completarsi in ulteriori iniziative a tutela degli alunni e, direi, dello stesso corpo insegnante”.

“C’è un aspetto psicologico che in molti sottovalutano – conclude Ruta – ed è il paradosso che vivono le famiglie che devono scegliere se cambiare scuola ai propri bambini, rinunciando alle indagini, oppure aspettare che le forze dell’ordine mettano le telecamere e registrino, sapendo però che il proprio figlio passerà ancora settimane o mesi sotto vessazione”.

La giustizia fa il suo corso

Guerrina Crescentini

Guerrina Crescentini

Se un procedimento in primo grado è arrivato a sentenza, come detto ce ne è un altro in arrivo. “Il 15 novembre si arriverà a giudizio – ha chiarito l’avvocato di parte civile, Guerrina Crescentini -. Il giudice, sulla scorta delle risultanze investigative, ha ritenuto di superare la fase preliminare ed arrivare direttamente all’udienza. Non posso certo entrare nel merito della vicenda, in quanto ancora itinere, ma come avvocato posso dire di aver visto molto scosse le famiglie coinvolte. Ciò che accade in questi casi è che la paura prenda il sopravvento, impedendo di vivere con serenità i futuri inserimenti scolastici. Nel merito del processo non possiamo dire nulla, se non che ci sono video a testimoniare ciò che è accaduto in quella classe”.

Per dovere di cronaca, ricordiamo che l’ordinamento giudiziario italiano prevede tre gradi di giudizio, e finché una condanna non passa in giudicato, c’è sempre la possibilità di ribaltare la sentenza precedente.