Vaticano, Pompeo e Parolin a colloquio per 45 minuti su Cina e Medio Oriente

1 ottobre 2020 | 17:53
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Dopo l’incontro nei Sacri Palazzi, Pompeo visita la Comunità di Sant’Egidio la quale chiede di fermare quattro condanne a morte

Città del Vaticano – Nonostante il botta e risposta di ieri mattina tra Usa e Vaticano (leggi qui), continua il dialogo tra Stani Uniti e Santa Sede. Per quarantacinque minuti, il Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America, Michael Richard Pompeo, e il Segretario di Stato di Sua Santità, il cardinale Pietro Parolin, accompagnato da monsignor Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, si sono intrattenuti in colloquio svoltosi nei Sacri Palazzi.

Come precisa il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, rispondendo alle domande dei giornalisti, “Le parti hanno presentato le rispettive posizioni riguardo i rapporti con la Repubblica Popolare Cinese, in un clima di rispetto, disteso e cordiale”.

I temi al centro del colloquio sono stati anche “di alcune zone di conflitto e di crisi, particolarmente il Caucaso, il Medio Oriente e il Mediterraneo Orientale”. Poi, come avvenuto per il Presidente della Repubblica di Polonia appena una settimana fa (leggi qui), Pompeo visita la Comunità di Sant’Egidio: “È un onore per me essere in questa casa di pace, dove fate un lavoro straordinario per i più bisognosi ovunque nel mondo”, aveva detto nel suo saluto iniziale nel giardino di Sant’Egidio, rispondendo alle parole di benvenuto del presidente Impagliazzo.

Poi il colloquio bilaterale con alcuni responsabili della Comunità, dove sono stati affrontati diversi temi, tra cui “la difesa della libertà religiosa, sia delle minoranze cristiane in Siria e in altri paesi, sia quella dei rohingya musulmani che sono dovuti fuggire dalla Birmania verso il Bangladesh” e l’Africa, “in particolare su alcune azioni di pace in cui Sant’Egidio è impegnata, a partire dal Sud Sudan – dove è stato firmato qui a Sant’Egidio un cessate il fuoco tra le diverse parti, impegno che riprenderà la prossima settimana con tutte le delegazioni. Ancora il Sudan, per il quale si auspica la fine delle sanzioni e poi naturalmente la gravissima situazione del nord del Mozambico dove forze jihadiste operano distruzioni, hanno ucciso tante persone – anche membri della Comunità di Sant’Egidio – e provocando circa 300 mila rifugiati. Per questo abbiamo chiesto agli Stati Uniti di impegnarsi politicamente e di dare supporto alle attività di stabilizzazione dell’area che Sant’Egidio fa attraverso due grandi programmi: quello sanitario per la cura dell’Aids (Ddream) e quello per la registrazione allo stato civile dei bambini che non vengono riconosciuti (Bravo!)”.

Infine, un appello a fermare l’esecuzione di 4 cittadini americani condannati a morte (un bianco, due afroamericani e un ispanico) chiedendo al Segretario di Stato un intervento di Trump per una richiesta di perdono presidenziale.

(Il Faro online) Foto Twitter @SecPompeo
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