L'Intervista

Ostia, il nuovo dirigente della Polizia: “Non basta una sentenza per definire una città mafiosa”

22 gennaio 2021 | 17:39
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Ostia, il nuovo dirigente della Polizia: “Non basta una sentenza per definire una città mafiosa”

Mafia, serie televisive, Covid e altro ancora: il nuovo dirigente del X Distretto Lido racconta il suo impegno a Ostia e le sfide che lo attendono

Ostia – Antonino Mendolia, cinquant’anni compiuti da poco, è il nuovo dirigente del X Distretto Lido di Polizia di Stato (leggi qui). Insediatosi appena una settimana fa, Mendolia – che dal 2018 teneva le redini del commissariato di Castro Pretorio – prende dunque il posto di Eugenio Ferraro, che dirigerà il IV Distretto San Basilio.

“Avendo lavorato in teatri così diversi fra loro, ma sempre caratterizzati dalla challenge, dalla sfida, sono un entusiasta del servizio e credo che il mio background possa aiutarmi soprattutto nelle fasi della scelta del metodo di approccio”, racconta Mendolia a ilfaroonline.it, ricevendoci nel suo quartier generale. “Ostia, infatti, ha bisogno di una presenza continua dei rappresentanti dello Stato, di una presenza serena delle forze di Polizia; ha bisogno che i suoi cittadini riscoprano la quotidianità dei contatti con le forze di Polizia e la serenità della vita in un posto che, va detto, è anche molto bello”.

Il 13 gennaio scorso la corte d’assise d’appello di Roma, in linea con quanto deciso in primo grado il 24 settembre del 2019, ha confermato il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso per il clan Spada (leggi qui): una sentenza importante, destinata – forse – a cambiare la percezione che i cittadini hanno del territorio in cui vivono. Ma, sottolinea il nuovo dirigente del X Distretto Lido, “è importante distinguere fra la realtà processuale emersa all’interno di alcuni procedimenti penali e la realtà fattuale, emergente dalla vita di 350mila abitanti”.

“Indubbiamente è stata riconosciuta una gravità di condotte in capo ad un determinato gruppo di malviventi, che sono stati giudicati per reati di profilo mafioso. Questo, però, non è sufficiente, a mio avviso, ad affermare che ‘ad Ostia c’è la mafia’, come se ci trovassimo di fronte ad virus”, chiarisce Mendolia.

“La mafia è presente storicamente in altre realtà che si presentano ben diverse da Ostia. La mafia è presente in posti nei quali le persone normali non hanno più il gusto di fare una passeggiata sul lungomare, cosa che invece ad Ostia vediamo fare a molte persone, e lo sguardo di chi vive in realtà dall’elevato condizionamento mafioso è uno sguardo piegato: non è lo sguardo che io vedo nei giovani di Ostia”.

“Ciò non significa, ovviamente, ignorare l’importanza di queste sentenze; non significa abbassare la guardia, perché sappiamo quanto il litorale laziale possa far gola ad organizzazioni criminali. Questo significa, anzi, mantenere altissima la guardia e fare attenzione non solo ai fenomeni che abbiamo scoperto fino ad oggi, ma anche a tutto ciò che può essere mafioso o mafiogeno e che fino ad oggi ci è sfuggito. Parlo dello sfruttamento del lavoro nero, dei fenomeni di caporalato, di usura, di traffici di prostituzione. Dire però che tutto è mafia – sostiene Mendolia – è il più grande regalo che si possa fare alla mafia, perché se diciamo che tutto è mafia prima o poi qualcuno dirà che nulla è mafia. Attenzione, quindi, quando poniamo l’accento su determinati temi e lasciamo sempre l’ultima parola ai magistrati”.

Non lasciare sguarnito neppure un brandello del territorio, un garage, un lavatoio, un balcone, una cantina o un pezzo di pineta”: è questo, dunque, al di là di sentenze e definizioni giuridiche, l’obiettivo degli uomini e delle donne della Polizia di Stato di Ostia. “Da quando mi sono insediato – racconta Mendolia – ho espresso il massimo sforzo per garantire un numero di volanti sul territorio per ogni quadrante orario forse senza precedenti: ad Ostia, infatti, disponiamo sette pattuglie per ogni turno di servizio. Si tratta di numeri da capoluogo di regione, numeri di città paragonabili a Firenze o Bologna”.

L’obiettivo e l’impegno di Mendolia è, infatti, “far sentire il cittadino al sicuro con la vicinanza delle Istituzioni“, garantendo “massima visibilità sul territorio e, al contempo, massimo impulso all’attività investigativa”. “Partiamo dai reati base, da quelli che noi chiamiamo ‘reati sentinella’, e, a partire da questi, cerchiamo di capire come si stia muovendo il crimine organizzato”, spiega. “Ma intanto, la prima risposta, diamola al cittadino: per me, come poliziotto, più della grandissima operazione antidroga che può portare al sequestro di tonnellate di cocaina, è molto più gratificante riconsegnare la collanina d’oro alla vecchietta scippata”.

“Vorrei un X Distretto con un commissariato vicino alle istanze del territorio. Le grandi inchieste fanno spostare avanti i paletti del diritto di Polizia, è vero, ma bisogna andare incontro anche alle esigenze del singolo, anche a quelle del più umile, che può lamentare un furto in casa, uno scippo, un furto d’auto. Chiedo ai miei collaboratori di essere attentissimi ai reati più ‘semplici’, che sono forse quelli che fanno soffrire di più”.

In questo senso, per il nuovo dirigente “la collaborazione dei cittadini con le forze dell’ordine è fondamentale“: “nella Creazione dell’uomo di Michelangelo – racconta – io vedo quelle due mani che si sfiorano e immagino che una sia la mano delle Istituzioni, e l’altra la mano del cittadino”.

Eppure, non sempre il sentimento è ricambiato dal cittadino che – nonostante le numerose operazioni messe a segno ogni giorno dalle forze dell’ordine – si sente spesso ancora troppo “solo”, ancora troppo in pericolo. “Esiste – spiega Mendolia – il retaggio culturale di considerare lo Stato come qualcosa di avulso dalla somma dei singoli cittadini, un retaggio culturale nel sentire lo Stato lontano dalle esigenze dei singoli cittadini e gli sforzi fatti negli ultimi anni in termini di comunicazione, sulla quale abbiamo investito e continuiamo ad investire tantissimo, non riescono ancora a superare del tutto questi ostacoli”.

“Perché poi basta il successo di una serie televisiva in cui i criminali fanno quello che vogliono sul territorio di una cittadina ed ecco che, d’un tratto, facciamo mille passi indietro e ci ritroviamo a ripartire da zero. E’ difficile, per chi fa dei propri strumenti di lavoro la pistola e le manette, spendere in modo credibile termini come ‘accoglienza’, ‘ascolto’, ‘incontro’. Ci sono realtà, e specifico che Ostia non è fra queste, in cui i bambini di otto anni, alle elementari, durante gli incontri che la Polizia di Stato organizza con le scuole, ci dicono: ‘papà mi ha detto di non parlare con gli sbirri’. Ecco, c’è ancora tantissimo da fare. Noi siamo entusiasti, abbiamo grande voglia di vincere questa battaglia culturale, ma c’è ancora molto da fare”.

Certe opere cinematografiche o televisive, dunque, a dispetto del loro statuto d’arte, possono giocare un ruolo fondamentale nella percezione conscia e inconscia che il cittadino ha del crimine e delle forze dell’ordine. Il dirigente Mendolia ne è convinto, e sottolinea come sia proprio “il linguaggio corporeo e verbale che esce dalle esperienza di vita dei protagonisti di queste storie” che, spesso, “trasmette dei valori negativi”. “Basti pensare che, fino a quindici anni fa, l’espressione ‘Piamose Roma’ (poi resa celebre da una nota serie televisiva, ndr) non la usava più nessuno, era letteralmente scomparsa dal linguaggio comune”.

Dopotutto, “se per un’intera serie televisiva mostro di continuo azioni criminali e non si vede mai nel paesaggio urbano una vettura delle forze dell’ordine stiamo mandando, inevitabilmente, un messaggio ‘negativo'”, sostiene Mendolia. E in quanto fenomeno culturali, anche di un certo successo, queste serie “hanno indubbiamente delle responsabilità” nel plasmare l’immaginario collettivo, soprattutto fra i più giovani. “E’ molto difficile che due ore di chiacchierate in una scuola possano cancellare messaggi mandati per ore e ore di trasmissione televisiva” perché “l’impatto dei due messaggi non è minimamente paragonabile”.

Sono tanti, dunque, gli obiettivi a lungo termine della Polizia di Stato di Ostia. E fra questi c’è senz’altro la lotta alle conseguenze – spesso drammatiche – della crisi economica che la pandemia di Covid-19 ha portato con sé. “Temiamo un inasprirsi di determinate dinamiche criminali – confessa Mendolia – e vorremmo che tutte le categorie sociali presenti ad Ostia, tutte le associazioni di categoria, si riunissero e fossero attenti a vigilare su questo: chi ha segnali del dilagare o dell’affermarsi di fenomeni usurari, ci aiuti ad arrestarli. La povertà, purtroppo, porta sempre con sé altra povertà. E spesso anche sofferenza e dolore”.

Per quanto riguarda il rispetto delle misure di contrasto alla diffusione del virus, invece, gli agenti del X Distretto Lido continueranno sì con i “servizi ad alto impatto, che vengono organizzati in base a precise ricorrenze e criticità”, ma “ciò che davvero premierà su Ostia – conclude Mendolia – sarà il lavoro quotidiano, la presenza sul territorio continua e senza precedenti”.
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