Il Papa: “C’è un apprendistato della fede per tutti. Lo fecero anche Pietro e Paolo”

29 giugno 2022 | 13:20
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Il Papa: “C’è un apprendistato della fede per tutti. Lo fecero anche Pietro e Paolo”

Il Pontefice all’Angelus nella solennità dei Santi Pietro e Paolo: “Il cammino di fede non è mai una passeggiata, per nessuno. Anche noi crediamo che Gesù è il Messia ma occorrono tempo, pazienza e tanta umiltà perché il nostro modo di pensare e di agire aderisca pienamente al Vangelo”

Città del Vaticano – C’è un “apprendistato della fede”, “che ha riguardato anche gli apostoli Pietro e Paolo, simile a quello di ognuno di noi. Anche noi crediamo che Gesù è il Messia, il Figlio del Dio vivente, ma occorrono tempo, pazienza e tanta umiltà perché il nostro modo di pensare e di agire aderisca pienamente al Vangelo”. A dirlo è Papa Francesco affacciato su un’infuocata piazza San Pietro, gremita da 15mila fedeli per la preghiera dell’Angelus. Una preghiera infrasettimanale perché oggi ricorre la Solennità dei Santi Pietro e Paolo, patroni della città di Roma.

Francesco, ricordando le vicende della vita dei due apostoli martirizzati nell’Urbe, fa notare diversi parallelismi con le nostre vite: “Non succede lo stesso anche a noi? Noi ripetiamo il Credo, lo diciamo con fede; ma davanti alle prove dure della vita sembra che tutto vacilli. Siamo portati a protestare col Signore, dicendogli che non è giusto, che ci devono essere altre vie, più diritte, meno faticose. Viviamo la lacerazione del credente, che crede in Gesù, si fida di Lui; ma nello stesso tempo sente che è seguirlo ed è tentato di cercare strade diverse da quelle del Maestro”.

San Pietro, aggiunge “ha vissuto questo dramma interiore, ed ha avuto bisogno di tempo e di maturazione. All’inizio inorridiva al pensiero della croce; ma alla fine della vita testimoniò il Signore con coraggio, fino al punto di farsi crocifiggere – secondo la tradizione – a testa ingiù”. “Anche l’apostolo Paolo è passato attraverso una lenta maturazione della fede, sperimentando momenti di incertezza e di dubbio. L’apparizione del Risorto sulla via di Damasco, che da persecutore lo rese cristiano, va vista come l’avvio di un percorso durante il quale l’Apostolo ha fatto i conti con le crisi, i fallimenti e i continui tormenti di quella che chiama una ‘spina nella carne’ (cfr 2 Cor 12,7)”.

“Il cammino di fede non è mai una passeggiata, ma è impegnativo, a volte arduo: anche Paolo, divenuto cristiano, dovette imparare ad esserlo fino in fondo in maniera graduale, soprattutto attraverso i momenti di prova”, sottolinea ancora il Papa. Alla luce di questa “esperienza dei santi apostoli Pietro e Paolo, ognuno di noi può domandarsi: quando professo la mia fede in Gesù Cristo, il Figlio di Dio, lo faccio con la consapevolezza di dover sempre imparare, oppure presumo di ‘aver già capito tutto’? E ancora: nelle difficoltà e nelle prove mi scoraggio, mi lamento, oppure imparo a farne occasione per crescere nella fiducia verso il Signore? Egli infatti – scrive Paolo a Timoteo – ci libera da ogni male e ci porta in salvo nei cieli”.

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