Decolla l’aereo papale: Francesco vola in Africa per sanare le ferite delle guerre

Fiumicino – E’ decollato poco prima delle 8, dall’aeroporto di Fiumicino, l’aereo papale. Direzione: Africa. Inizia così il 40mo Viaggio Apostolico di Papa Francesco. Voluto da tempo e previsto inizialmente per la scorsa estate, doveva essere il 37mo Viaggio Apostolico di Bergoglio. Ma a causa del problema al ginocchio, quel viaggio è stato annullato. O meglio, riprogrammato. E così, per sei giorni, il Pontefice visiterà due nazioni sconvolte da sanguinosi conflitti: la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan.

il Pontefice torna in Africa per la quarta volta con l’obiettivo di portare pace e speranza a due Paesi che, come ha detto lo stesso Bergoglio al termine dell’Angelus di domenica scorsa, “sono provati da lunghi conflitti”.

E il sangue sta continuando a scorrere. I terroristi islamici continuano a uccidere: nell’ultimo attentato, avvenuto pochi giorni fa, sono morte quattordici persone, tra cui un militare e un bambino di circa due anni. Monsignor Ettore Balestrero, nunzio apostolico nella Repubblica Democratica del Congo, descrive così il contesto sociale che il Pontefice si troverà di fronte: “Il Congo soffre per la molta corruzione, c’è un alto tasso di povertà e ha un grande bisogno di pace, soprattutto nell’est del Paese. Poi ci sono le sfide della migrazione, dal momento che ci sono 5,5 milioni di sfollati interni e 500.000 rifugiati. È un Paese di giovanissimi: metà della popolazione, 50 milioni di persone, ha meno di 18 anni. È molto ricco di risorse, con molti minerali fondamentali per la transizione ecologica. Il Congo ha bisogno di aiuto, di più sviluppo e di una coscienza democratica per crescere”, dice il Nunzio ad Acs.

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Uno dei momenti più importanti sarà l’incontro, mercoledì 1 febbraio, tra il Papa e un gruppo di vittime provenienti dall’est del Paese: “Il Papa vuole manifestare la sua vicinanza, per tutte le sofferenze e le stragi avvenute qui negli ultimi trent’anni e che continuano a essere pane quotidiano. Il Papa vuole consolare, condannare questi attentati, chiedere perdono a Dio per tutte queste stragi, vuole invitare e incoraggiare tutti alla riconciliazione”.

Per questioni di sicurezza, ha riferito ai media l’arcivescovo Bert van Megen, dal viaggio in Congo è stata eliminata la tappa a Goma nel Nord Kivu, prevista nella versione estiva poi rimandata. Le zone sono infatti quelle in cui è stato mortalmente assalito l’ambasciatore Luca Attanasio, morto in circostanze non ancora del tutto chiarite insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci ed all’autista del Programma alimentare mondiale (Pam) Mustapha Milambo, che lo accompagnavano. La visita in Congo, dunque, resterà di fatto limitata alla capitale Kinshasa e dintorni.

Ma non c’è solo la pace tra i temi centrali di questo Viaggio Apostolico. Francesco, infatti, il 3 febbraio volerà a Juba, la capitale del Sud Sudan, dove sarà accompagnato dal primate della Chiesa anglicana Justin Welby e dal moderatore della Chiesa di Scozia, Ian Greenshields, per quello che lo stesso Bergoglio ha definito “un pellegrinaggio ecumenico”. In Sud Sudan, ha precisato ancora Van Megen, il Papa incontrerà il presidente Salva Kiir ed il vicepresidente Riek Machar non per discutere di questioni politiche ma come consigliere spirituale. In tutto il Pontefice pronuncerà 8 discorsi e quattro omelie. L’atterraggio a Kinshasa è previsto per le 15. In rientro in Vaticano è fissato al pomeriggio del 5 febbraio. (Foto © Vatican Media)

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