il caso

Ufo e Aeronautica Militare: nuovo sito per gli Ovni. Ma si commetteranno ancora gli stessi errori?

4 febbraio 2023 | 10:23
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Ufo e Aeronautica Militare: nuovo sito per gli Ovni. Ma si commetteranno ancora gli stessi errori?

Gli Ovni (oggetto volante non identificato) segnalati dall’Aeronautica sono pari allo zero per cento che risulta (per il 2022). Eppure per i Centri Ufologici non è così

Il sito dell’Aeronautica Militare Italiana cambia grafica e salta subito agli occhi la sezione che ci interessa. Cosa dovremo aspettarci da questa modifica? Il cambiamento rende il portale più giovane, più simile a quello di altri centri ufologici, ma ad un restyling corrisponderà un cambiamento di procedure atte a studiare ed identificare correttamente i racconti degli avvistamenti che sono stati sottoposti loro?
Come già abbiamo scritto in un altro paio di articoli, (leggi qui) e (leggi qui), il modo in cui vengono considerate le varie testimonianze dai militari italiani non va bene, almeno agli occhi di chi tratta l’ufologia con la volontà di chiarire gli avvistamenti. Leggiamo la frase di rito che di solito viene apposta per giustificare che si tratta di un OVNI (oggetto volante non identificato) “genuino”:
“Sulla base dei dati raccolti presso gli enti preposti della forza armata, l’evento non è stato associato ad attività di volo o di radiosondaggi ed è stato catalogato come OVNI” Se questo fosse riferito ad un caso dove, per esempio, ci fosse un coefficiente di stranezza elevato, o dove il comportamento di un oggetto luminoso fosse risultato così particolare da rendere dubbio il suo riconoscimento, il “bollino UFO” ci sarebbe potuto anche stare. Ma se la stessa frase viene associata a un caso che, dopo debiti controlli da parte di ufologi “civili” ma ragionevolmente preparati, si è rivelato essere un piccolo aeromobile (vedi il famoso caso di Bolognetta), allora possiamo legittimamente concludere che non ci sia stato alcun approfondimento.

L’A.M.I. sembra limitarsi a controllare la presenza in zona di traffico aereo, ovvero se ci siano voli militari o civili corrispondenti al momento ed al luogo dell’avvistamento, ovvero se risulti un lancio di palloni sonda meteorologici. Solo in questi due casi il caso verrebbe classificato come “oggetto identificato”, mentre in tutti gli altri casi  si tratterebbe di un “oggetto non identificato”. Ma qualunque appassionato serio sa che la maggior parte delle segnalazioni sono identificabili come corpi astronomici (pianete, stelle, perfino Luna), fenomeni meteorici (soprattutto bolidi o rientri atmosferici), satelliti artificiali (in primis la serie Starlink, ma non dimentichiamo la Stazione Spaziale Internazionale, che tuttora viene avvistata). Figuriamoci poi se l’avvistamento è dovuto a qualcuna delle cause meno frequenti (ma ricorrenti nella casistica ufologica), dai palloni stratosferici alle EBL (Expanding Balls of Light) generate da lanci missilistici anche molto distanti.

Al contrario invece, ci sono casi come quello famoso avvenuto a Corio Canavese nel 2018, dove ad un oggetto realmente non identificato si sono sovrapposte attività di volo da parte di aerei militari, come risulta da interviste coi testimoni e sopralluoghi fatti da inquirenti esperti. Ebbene, per gli “esperti” dell’Aeronautica Militare il caso sarebbe così identificato:

“Dall’analisi dei dati registrati dagli enti A.M. della difesa aerea, è stata evidenziata la presenza di una traccia corrispondente ad un veivolo militare, in transito per una missione addestrativa nella zona di Corio (TO) intorno alle ore 23:00 locali” Con buona pace dei testimoni che hanno sì sentito, visto e descritto uno o due aerei militari a bassissima quota, che sembravano inseguire una sfera luminosa bianca, vista dapprima in movimento lento, poi stazionaria, poi schizzata via all’arrivo dei caccia. Grazie della conferma che almeno un aereo militare c’era (cosa in un primo momento negato dagli stessi militari, ma lasciamo perdere…), ma l’UFO che lo precedeva cos’era?

Speriamo quindi che, oltre all’evoluzione grafica dei programmatori ingaggiati dalle nostre forze armate, segua anche un’evoluzione delle procedure di controllo e verifica, senza bisogno di competenze trascendentali, ma anche solo quelle che (senza arrivare all’esempio storico degli Stati Uniti d’America) altri paesi a noi vicini, appena dietro le Alpi, hanno implementato con successo, utilizzando anche le competenze e l’esperienza maturate da parte di ufologi inquirenti, colleghi di quelli che anche qui in Italia (CISU, MUFON, perfino CUN) da decenni raccolgono segnalazioni secondo procedure metodologiche ormai rodate ed efficaci, con una percentuale di successo nell’identificare i casi pari al 90%, non allo zero per cento che risulta (per il 2022) al Reparto Generale Sicurezza dell’Aeronautica Militare Italiana.

* Stefano Innocenti –
Cisu – Centro Italiano Studi Ufologici
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