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Champions League. Inter, la grinta non basta: il City sul tetto d’Europa

10 giugno 2023 | 23:06
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Champions League. Inter, la grinta non basta: il City sul tetto d’Europa
Champions League. Inter, la grinta non basta: il City sul tetto d’Europa
Champions League. Inter, la grinta non basta: il City sul tetto d’Europa
Champions League. Inter, la grinta non basta: il City sul tetto d’Europa
Champions League. Inter, la grinta non basta: il City sul tetto d’Europa
Champions League. Inter, la grinta non basta: il City sul tetto d’Europa

I nerazzurri vanno a centimetri dai supplementari, ma i legni ed Ederson spengono i sogni di gloria. La squadra di Guardiola vince la prima Champions League della sua storia e fa il “Treble”

Istanbul – Il cielo di Istanbul si colora di azzurro. Il Manchester City, dopo una partita soffertissima come in pochi si sarebbero potuti aspettare, battono l’Inter di Simone Inzaghi grazie ad un gol di Rodri e vincono la prima Champions League della loro storia. Un successo che arriva dopo la conquista sia della Premier League che della FA Cup, siglando così il Treble e pareggiando la rivalità cittadina con il Manchester United. I nerazzurri giocano una partita commovente ed eroica, incartandola alla squadra di Guardiola (che vince la Coppa a distanza di 12 anni dall’ultima volta) ma i pali ed Ederson infrangono i sogni di gloria.

Così in campo

Per la finalissima Guardiola è costretto a rinunciare a Walker, non al meglio della condizione. Fiducia quindi ad Akè, Ajanji e Ruben Dias davanti ad Ederson. Stones invece, come al solito, agisce più avanti al fianco di Rodri. Sulla trequarti spazio alla classe pura di Bernardo Silva, De Bruyne, Grealish e Gundogan, che supportano Haaland.

Nessuna sorpresa invece per Inzaghi. Onana confermato in porta, davanti  a lui il terzetto difensivo composto da Acerbi, Darmian e Bastoni. A centrocampo Brozovic vince il ballottaggio con Mkhytarian, supportato da Barella e Chalanoglu. I quinti sono Di Marco a sinistra e Dumfries a destra. Davanti la coppia Dzeko-Lautaro, con Lukaku pronto a subentrare nel secondo tempo.

Il match

Brozovic e Grealish (Foto: Twitter @ChampionsLeague)

Ad Istanbul va in scena l’ultimo atto di una Champions League affascinante e sorprendente. Il Manchester City si fa forte delle vittorie su Bayern Monaco, Psg e Real Madrid. L’Inter, praticamente da nessuno pronosticata in finale, ha superato Porto, Benfica e Milan, oltre ad aver affrontato Bayern Monaco e Barcellona nel proprio girone infernale. All’Ataturk Guardiola va a caccia della sua terza Champions League, un trofeo che in bacheca gli manca da ben 12 anni quando ancora allenava il Barcellona di Leo Messi, sotto gli occhi di tantissimi nomi illustri presenti in tribuna. Una partita che non si gioca solo nel cuore della Turchia: a Manchester le piazze sono invase dai tifosi azzurri, mentre San Siro è stato preso d’assalto dai tifosi nerazzurri che si godono la partita al maxischermo in un clima di festa.

I primissimi minuti del match sono di studio per entrambe le squadre. Il City soffre la pressione delle aspettative, mentre l’Inter rispetta la qualità degli avversari. Dopo soli 6 minuti la squadra di Guardiola ha la prima occasione del match: Bernardo Silva entra di rigore e fa secco Di Marco, ma il pallone finisce fuori poco distante l’incrocio dei pali.

Superato lo spavento, la squadra di Inzaghi prende il largo dal punto di vista del gioco, forse inaspettatamente. La squadra pressa bene, non fa respirare il City che non trova sbocchi, fanno girare la palla in modo liscio e pulito. Sugli scudi Brozovic, autore di una partita straordinaria, e l’ex romanista Edin Dzeko. Chi invece è in difficoltà è Dumfries, che soffre troppo Grealish.

Tra le fila inglesi chi appare in grossa difficoltà, per tutto il primo tempo, è il portiere Ederson soprattutto col pallone tra i piedi (solitamente suo punto forte). Un rinvio sbagliato al 24′, infatti regala palla a Barella che prova il tiro di prima dalla trequarti, ma la palla finisce larga. Al 28′ invece arriva la prima occasione per il Manchester City: Haaland, defilato in area di rigore, tira addosso ad Onana ben posizionato.

Verso la fine del primo tempo la finalissima perde la sua stella più illustre: De Bruyne accusa infatti un problema muscolare ed è costretto a lasciare il campo per Foden. Non è la prima volta che accade al belga: già 2 anni fa s’infortunò in finale contro il Chelsea. La prima frazione si chiude a reti bianche senza grandi occasioni.

I secondi 45 minuti si aprono senza sostituzioni ma con un grosso rischio per l’Inter. Onana perde malamente un pallone in area di rigore ma Bernardo Silva non ne approfitta. Al 57′ arriva la prima sostituzione: Dzeko, stanco ad ammaccato, lascia il posto a Romelu Lukaku. E pochissimo dopo il suo ingresso i nerazzurri hanno un occasione clamorosa per passare in vantaggio. Bernardo Silva, con un passaggio all’indietro sbagliato, regala il pallone a Lautaro che, un po’ defilato, tira in porta e colpisce Ederson, invece di passare la palla a Lukaku. Il Toro viene beccato anche dai suoi compagni, in particolare Barella non gliele manda a dire.

Gol sbagliato, gol subito: al 68′ Bernardo Silva trova Rodri, completamente solo al centro dell’area di rigore, batte Onana e porta in vantaggio i citizens, mandando in estasi i tifosi.

L’esultanza di Rodri (Foto: Twitter @ManCity)

La squadra di Inzaghi però non si fa abbattere ma anzi, aumenta i giri del motore nonostante il nervosismo. Dimarco, trovato da Dumfries, colpisce la traversa con un pallonetto di testa e poi, sul tapin, il suo tiro è ribattuto da uno sfortunatissimo Lukaku. E proprio il centravanti belga prova a farsi perdonare per 2 volte: prima con un sinistro che finisce largo, poi con il destro ma viene fermato ancora da Ederson.

Al 75′ Inzaghi corre ai ripari: fuori Bastoni e Dumfries, dentro Bellanova e Gosens, con Dimarco che va a fare il centrale a sinistra. Al 77′ il City va ad un passo dal raddoppio: giocata sontuosa di Foden che si libera ed entra in area, ma calcia debole e rasoterra tra le mani di Onana. All’84’ Inzaghi si gioca le ultime carte: Mkhitaryan e D’Ambrosio per Calhanoglu (uno dei più deludenti dei suoi) e Darmian.

L’Inter ormai gioca contro 2 avversari: il Manchester City ed il cronometro. Il tempo infatti è sempre meno. Ma nonostante ciò la squadra di Inzaghi non intende arrendersi e nel finale ha un’ultima, disperata, occasione per pareggiare i conti. Un cross di Brozovic trova Gosens che la mette in mezzo per Lukaku, solo al centro dell’area, che però tira in bocca ad Ederson. Tante, troppe le occasioni mancate.

E sono proprio quelle che condannano l’Inter alla sconfitta: dopo 5 minuti di recupero, il Manchester City diventa Campione d’Europa per la prima volta nella sua storia, con una prestazione ben lontana da quelle a cui la squadra di Guardiola ci ha abituati. Finisce anche per Pep “l’incubo dalle Grandi Orecchie”: l’allenatore spagnolo infatti non vinceva questa competizione da ben 12 anni. Lacrime e sangue per i nerazzurri, che avranno tempo per pensare alle clamorose occasioni sbagliate. Ma il calcio è crudele e vince chi segna. E stasera lo hanno fatto gli uomini di Guardiola. (Foto: Twitter @ManCity)