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Manchester City-Inter, le pagelle dei citizens: Rodri mattatore (7,5), Akanji superficiale (5)

11 giugno 2023 | 00:31
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Manchester City-Inter, le pagelle dei citizens: Rodri mattatore (7,5), Akanji superficiale (5)

La squadra di Guardiola, dopo tanti anni d’attesa, è riuscita ad alzare al cielo la tanto ambita Champions League. E lo fa non con un gioco spettacolare, ma con tanto pragmatismo ed un pizzico di fortuna

Istanbul – L’attesa è durata tanto, ma alla fine ne è valsa la pena. Il Manchester City, dopo anni di dominio in Premier League (e tanti milioni di euro spesi), alza al cielo la prima Champions League della sua storia, mettendo a segno il Treble dopo la vittoria del campionato e in FA Cup. Un percorso lungo e complicato, quello della squadra di Guardiola, arrivata ad Istanbul dopo aver superato Bayern Monaco, Psg e Real Madrid. E all’ultimo atto, in una partita non bella ma solida e concreta, ha superato anche l’Inter di Simone Inzaghi. (leggi qui)

Le pagelle dei citizens

Ederson: 7.
Saracinesca. Il portierone dei citizens sembra subire, sorprendentemente, la tensione. Ad inizio partita infatti sbaglia qualche rinvio di troppo, di cui uno sanguinoso che avrebbe potuto regalare il gol a Barella. Nel secondo tempo però abbassa la serranda e salva i suoi in più occasioni, salvando soprattutto sul tiro di Lautaro Martinez.

Akanjii: 5.
Superficiale. Il peggiore dei suoi. Si addormenta su un passaggio all’indietro di Bernardo Silva, che manda in porta a Lautaro. Solo Ederson (ed il mancato passaggio a Lukaku al centro dell’area) salva il City dal pareggio. Prova a rendersi pericoloso in fase offensiva, senza mai riuscirci. (Dal 75′ Walker: sv).

Akè: 5,5.
Distratto
. Non la migliore serata per il difensore olandese, che appare in grossa difficoltà soprattutto nel primo tempo. Non riesce infatti a contenere Lautaro e Dzeko, facendoseli scappare più volte.

Ruben Dias: 7.
Muro
. E’ uno dei fedelissimi di Guardiola ed oggi tutti hanno capito perchè. Sempre presente, pulito e duro negli interventi allo stesso tempo, leader difensivo. Vince il duello contro Lautaro, che sbatte sempre contro le sue mura.

Rodri: 7,5.
Mattatore. Fisico, tecnica, classe ed eleganza. Un giocatore, insomma, completo. E’ questo il riassunto della gara di Rodri, il cui decisivo gol è solo la ciliegina sulla torta. Fondamentale per gli schemi di Guardiola, regala ai citizens la Coppa dalle Grandi Orecchie.

Stones: 7,5.
Guerriero
. In teoria sarebbe un difensore centrale, ma in realtà è un tuttocampista. Lo si trova in difesa, poi a centrocampo, ma anche sulla fascia ed al centro dell’area di rigore. Un giocatore incredibile, migliorato tantissimo nel corso degli anni, a cui va il merito di aver superato anche qualche critica di troppo.

De Bruyne: 6.
Sfortunato. Gara di difficile giudizio per il fenomenale centrocampista, autore di numerosi record. Fino a quando sta in campo prova ad illuminare il gioco, ma la sua gara dura troppo poco a causa di un infortunio al flessore che lo costringe ad uscire prima del tempo. Già 2 anni fa, nella finale poi persa contro il Chelsea, fu costretto al cambio forzato. (Dal 35′ Foden: 6,5. Gara senza infamia e senza lode per l’inglese. Mezzo punto in più per l’occasione creata da solo a fine partita, grazie ad un magico dribbling).

Grealish: 6.
Vanitoso
. La classe non gli manca, i colpi nemmeno. Ma troppo spesso si specchia troppo e finisce per perdere di vista il vero obiettivo: la concretezza. Protagonista di qualche rumors di troppo fuori dal campo, nel primo tempo supera bene Dumfries, senza però trovare il guizzo giusto. Va calando nel corso della ripresa.

Gundogan: 6.
Compitino. Non ha ancora rinnovato il suo contratto e si fanno sempre più insistenti le voci su un possibile trasferimento al Barcellona. Qualche distrazione di troppo forse per il tedesco, limitato dall’agonismo del centrocampo interista.

Bernardo Silva: 7.
Funambolo. Un suo passaggio all’indietro con cui manda in porta Lautaro (su cui si addormenta Akanjii) potrebbe essere fatale per i suoi. Ma tolto questo infortunio, gioca un’ottima gara e quasi riesce a mandare in vantaggio i suoi dopo pochi minuti di gara. Fa l’assist decisivo per il gol di Rodri.

Haaland: 5.
Fantasma. 
Uno dei protagonisti più attesi, complice i suoi 52 gol stagionali. Ma anche lui è costretto a dover fare i conti con il muro di Acerbi, Darmian e Bastoni. Sbaglia troppi stop, smista pale il pallone e tira poco in porta.

Guardiola: 7.
Vincente. 
I citizens non hanno di certo giocato la miglior partita della sua gestione, ma ciò forse era messo in conto. Una finale è caraterrizzata da tensione, paura, incertezza e gestione dei momenti. E Pep di momenti, in carriera, ne ha vissuti abbastanza. Ha creato una macchina da gol quasi perfetta, in grado di vincere qualunque cosa: nel nome del Manchester City è inciso, indelebilmente e per sempre, il suo nome. (Foto: Twitter @ManCity)