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Il ministro Fitto a Santa Severa: “Terza rata del Pnrr in arrivo. Fondi tagliati? Falso”

16 settembre 2023 | 07:00
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Il ministro Fitto a Santa Severa: “Terza rata del Pnrr in arrivo. Fondi tagliati? Falso”

Il ministro agli Affari Europei è intervenuto alla festa nazionale di Italia Viva, che si sta svolgendo presso il Castello di Santa Severa. Fari puntati soprattutto sul Pnrr, su cui Fitto ha tuonato: “Chiunque dica che questo Governo ha tagliato i fondi, lo dimostri”

Santa Marinella – In una delle location più belle del litorale laziale, il Castello di Santa Severa, con una piacevole brezza marina di fine estate a fare da sfondo, sta andando in scena la festa nazionale di Italia Viva fortemente voluta dal suo leader Matteo FittoRenzi. Una quattro giorni ai quali sono stati invitati numerosi esponenti politici, tra cui – e la cosa ha “sorpreso” (quasi) tutti – numerosi ministri del Governo Meloni, che hanno accettato l’invito a confrontarsi con la platea renziana. E se giovedì 14 settembre ospite d’onore è stato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, oggi è stato il turno del titolare agli Affari Europei, Raffaele Fitto.

Tanti gli argomenti toccati ma, inevitabilmente, fari puntati soprattutto sulla delicata questione Pnrr. Ed è proprio su quest’ultimo che Fitto ha dato una notizia: “La terza rata è in arrivo, siamo ormai alle battute finali”. Nel caso in cui ciò si rivelasse vero, terminerebbe finalmente la soap opera legata ai quasi 19 miliardi congelati dall’Ue. Ma su questo ci torneremo più avanti.

“I tagli? Falso”

Il Pnrr, ovvero i 209 miliardi di euro messi a disposizione dall’Ue per la “rinascita” post-Covid, rappresenta uno snodo cruciale per il nostro Paese. Ma, come noto, negli ultimi mesi c’è stata una brusca frenata: se le prime due rate sono state erogate senza troppi problemi, la terza (da 19 miliardi di euro) è congelata da mesi. La telenovela però sembra essere vicina alla conclusione, e ad annunciarlo è stato proprio Fitto dal palco di Santa Severa: “La terza rata è in arrivo, siamo alle battute finali. A breve avremo la data di pagamento. Nel dibattito italiano, purtroppo, sembra che il Pnrr sia un regalo che c’è stato fatto, quando la verità è che 68 milioni sono a fondo perduto e tutti gli altri a prestito, quindi vanno spesi bene. O spendiamo bene o ci facciamo male“. Ma allora perchè tutta questa fatica per la terza rata? Fitto ha spiegato che “le prime due rate sono state erogate sulla base di semplici provvedimenti normativi. Dalla terza in poi bisogna mettere a terra i progetti, quindi spendere i soldi. E per riuscirci abbiamo dovuto modificare ben 47 punti del programma. E’ paradossale che chi ha votato il Pnrr in maniera convinta, oggi critichi la difficoltà di raggiungimento degli obiettivi scelti da loro”. Insomma, il ministro ha anche punzecchiato, nemmeno troppo velatamente, il M5S ed il Partito democratico, ovvero la maggioranza che impostò il Pnrr.

Itagli al Pnrr? E’ falso. Si è creata una polemica strumentale. C’è un decreto di finanziamento da parte del Ministero dell’Economia che non è stato toccato: se qualcuno pensa il contrario, me lo deve dimostrare. Abbiamo semplicemente chiesto alla Commissione di spostare alcuni progetti su altre fonti di finanziamento: questo perchè si tratta o di progetti vecchissimi o che col Pnrr non hanno nulla a che fare, tipo lo stadio di Firenze e Venezia”.

Sui migranti

Come noto, Fitto non si occupa esclusivamente di questioni “tecniche” come il Pnrr, ma più in generale di tutte le materie che riguardano l’Ue. Tra queste c’è l’immigrazione: come noto la situazione sbarchi a Lampedusa è fuori controllo e vari filmati documentano la sofferenza di quelle persone, ma anche la scarsa programmazione delle Istituzioni. La questione sta sollevando grosse polemiche, con l’opposizione Pd-M5S che spezzo punzecchia il Governo sul mancato rispetto delle promesse elettorali (blocchi navali, rimpatri ecc) Un caos di cui, tra l’altro, Francia e Germania non vogliono farsi carico. E a Fitto è stato chiesto di esprimersi anche su questo, ovvero sul tema immigrazione: “La situazione in Africa sta cambiando drasticamente. Ci sono stati cambi di governi in forma non democratica, ma anche alcune tragedie. Penso al terremoto che ha colpito il Marocco (leggi qui) o all’alluvione in Libia (leggi qui). La nostra posizione è cambiata? No, è cambiato lo scenario: dobbiamo fare in modo che la questione immigrazione diventi un fenomeno europeo, e non più italiano o del singolo paese”.

E, a proposito di Ue, secondo il ministro “quello che sta succedendo adesso dipende anche dalla situazione in Tunisia. L’accordo sottoscritto con la Tunisia c’è e resta valido. Bisogna insistere per attuarlo, non vedo alternative”. Si riferisce al memorandum d’intesa firmato dall’Ue ed il governo tunisino siglato a luglio: secondo quest’ultimo, detto in soldoni, Bruxelles dovrebbe pagare Tunisi per evitare che i migranti partano. Polemiche? Tante, visto che in Tunisia esiste una dittatura de facto che non rispetta i diritti umani di quelle persone. E tra l’altro, nonostante siano stati promessi quattrini, la situazione sembra non migliorare.

“In Ungheria elezioni democratiche. L’Ue sia casa di tutti”

Più in generale, il titolare agli Affari Europei ha posto l’accento sul fatto di rendere l’Ue una vera “casa” per tutti, e non solo per pochi eletti: “Ha causato polemiche la visita della presidente Giorgia Meloni a Budapest, dove è stata ricevuta da Orban. La Premier ha visitato quasi tutti gli Stati: dalla Francia alla Svezia, passando per la Germania. Dunque quale sarebbe lo stupore? A me risulta che in Ungheria ci siano stati elezioni libere e democratiche. Dobbiamo lavorare – ha spiegato – affinchè l’Unione europea sia la casa di 27 Paesi, e non solo  di quei governi affini al nostro pensiero politico”. Così ha chiosato, a difesa della presidente del Consiglio, sulla recente visita di Meloni a Budapest. Per poi affacciarsi brevemente alla finestra delle prossime Europee: “Siano elezioni caratterizzate dal confronto e dal dibattito politico, in grado di analizzarne le criticità. Non si giochi su contrapposizioni mediatiche effimere, ma sulle scelte concrete“.

Nello specifico, Fitto si è soffermato su alcuni temi che negli ultimi hanno toccato milioni di taliani, e quindi di europei. Come, ad esempio, l’energia: “Il 24 febbraio 2022, quando la Russia ha invaso l’Ucraina, abbiamo tutti scoperto come non fossimo autonomi sull’energia. Eppure in realtà tutti sapevamo, anche prima della guerra, di come dipendessimo da Putin. A seguito di ciò, si è subito cercato di uscire da questa dipendenza, facendo accordi con altri paesi. Ma non avremmo potuto farlo prima?” si è chiesto. Per poi aggiungere: “Si deve avere il coragggio di dire che su questo, ad esempio, l’Ue ha sbagliato. E se n’è accorta troppo tardi”.

Dito puntato anche sulla questione ambiente: secondo il Ministro, Bruxelles ha avuto un approccio “troppo ideologico e poco pragmatico. Abbiamo ragionato senza tenere conto di ciò che accade in India, Cina, Stati Uniti, ovvero i paesi più inquinanti al mondo. Siamo tutti d’accordo sul voler risolvere la questione del cambiamento climatico, ma ragionando in maniera ideologica l’unico risultato che otteniamo è mettere in ginocchio il sistema produttivo“. Il dibattito è stato incentrato soprattutto sulla direttiva europea “Case green”: quest’ultima – su cui bisognerà ancora lavorare – prevede che tutte le case debbano raggiungere la classe energetica categoria D entro il 2033. Secondo il ministro “bisogna tenere conto delle caratteristiche dei singoli paesi: gli italiani hanno un rapporto fortissimo con la casa. Risparmiano una vita per potersela comprare e poi darla in eredità ai figli, e questo non può essere messo in discussione da una direttiva. E più in generale – ha concluso – non si può fare un vestito di taglia unica per 27 stati…”

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