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Il Papa: “Dal comunismo al consumismo, attenti alle ideologie che non danno libertà”

30 aprile 2023 | 17:11
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Il Papa: “Dal comunismo al consumismo, attenti alle ideologie che non danno libertà”
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Il Papa: “Dal comunismo al consumismo, attenti alle ideologie che non danno libertà”
Il Papa: “Dal comunismo al consumismo, attenti alle ideologie che non danno libertà”
Il Papa: “Dal comunismo al consumismo, attenti alle ideologie che non danno libertà”

Nell’ultima tappa del Viaggio Apostolico in Ungheria, prima di far rientro a Roma, il Papa incontra gli studenti della Facoltà di Informatica e Scienze Bioniche dell’Università Cattolica “Péter Pázmány” di Budapest: “Quanti individui isolati, molto “social” e poco sociali, ricorrono, come in un circolo vizioso, alle consolazioni della tecnica come a riempitivi del vuoto che avvertono, correndo in modo ancora più frenetico mentre, succubi di un capitalismo selvaggio, sentono come più dolorose le proprie debolezze, in una società dove la velocità esteriore va di pari passo con la fragilità interiore”

Budapest – “L’Ungheria ha visto il susseguirsi di ideologie che si imponevano come verità, ma non davano libertà. E anche oggi il rischio non è scomparso: penso al passaggio dal comunismo al consumismo. Ad accomunare entrambi gli ‘ismi’ c’è una falsa idea di libertà; quella del comunismo era una ‘libertà’ costretta, limitata da fuori, decisa da qualcun altro; quella del consumismo è una “libertà” libertina, edonista, appiattita su di sé, che rende schiavi dei consumi e delle cose. Quanto è facile passare dai limiti imposti al pensare, come nel comunismo, al pensarsi senza limiti, come nel consumismo! Da una libertà frenata a una libertà senza freni”.

A conclusione del Viaggio Apostolico in Ungheria, Papa Francesco incontra gli studenti e i docenti della Facoltà di Informatica e Scienze Bioniche dell’Università Cattolica “Péter Pázmány” di Budapest. L’ultimo discorso è incentrato sul senso della libertà della ricerca scientifica e, rifacendosi al romanzo “Il padrone del mondo” di Robert Benson, il Pontefice osserva come “in questo libro, in un certo senso ‘profetico’, scritto più di un secolo fa, viene descritto un futuro dominato dalla tecnica e nel quale tutto, in nome del progresso, viene uniformato: ovunque si predica un nuovo ‘umanitarismo’ che annulla le differenze, azzerando le vite dei popoli e abolendo le religioni. Abolendo le differenze, tutte”.

“Ideologie opposte convergono in una omologazione che colonizza ideologicamente: questo il dramma, la colonizzazione ideologica; l’uomo, a contatto con le macchine, si appiattisce sempre di più, mentre il vivere comune diventa triste e rarefatto”, aggiunge il Santo Padre.

“In quel mondo progredito ma cupo, descritto da Benson, dove tutti sembrano insensibili e anestetizzati, – sottolinea Bergoglio – pare ovvio scartare i malati e applicare l’eutanasia, così come abolire le lingue e le culture nazionali per raggiungere la pace universale, che in realtà si trasforma in una persecuzione fondata sull’imposizione del consenso, tanto da far affermare a un protagonista che ‘il mondo sembra in balia di una vitalità perversa, che corrompe e confonde ogni cosa’”.

Nel suo discorso non mancano poi tanti riferimenti al grande intellettuale e uomo di fede Romano Guardini. Riferimenti che usa per mettere in guardia sui rischi della tecnocrazia. “Guardini – osserva Francesco – non demonizza la tecnica, la quale permette di vivere meglio, di comunicare e avere molti vantaggi, ma avverte il rischio che essa diventi regolatrice, se non dominatrice, della vita. E lasciava ai posteri una domanda inquietante: ’Cosa ne sarà della vita se essa finirà sotto questo giogo? Cosa accadrà quando ci troveremo davanti al prevalere degli imperativi della tecnica? La vita, ormai, è inquadrata in un sistema di macchine. In un tale sistema, la vita può rimanere vivente?’. La vita può rimanere vivente? È una questione che, specialmente in questo luogo, dove si approfondiscono l’informatica e le ‘scienze bioniche’, è bene porsi”.

“Quanto intravisto da Guardini appare evidente ai nostri giorni: pensiamo alla crisi ecologica, con la natura che sta semplicemente reagendo all’uso strumentale che ne abbiamo fatto. Pensiamo alla mancanza di limiti, alla logica del ’si può fare dunque è lecito’. Pensiamo anche alla volontà di mettere al centro di tutto non la persona e le sue relazioni, ma l’individuo centrato sui propri bisogni, avido di guadagnare e vorace di afferrare la realtà”, sottolinea Francesco.

Nel suo intervento, il Papa riflette sull’erosione dei legami comunitari, “per cui la solitudine e la paura, da condizioni esistenziali, paiono tramutarsi in condizioni sociali. Quanti individui isolati, molto ‘social’ e poco sociali, ricorrono, come in un circolo vizioso, alle consolazioni della tecnica come a riempitivi del vuoto che avvertono, correndo in modo ancora più frenetico mentre, succubi di un capitalismo selvaggio, sentono come più dolorose le proprie debolezze, in una società dove la velocità esteriore va di pari passo con la fragilità interiore. Dicendo ciò non voglio ingenerare pessimismo – sarebbe contrario alla fede che ho la gioia di professare -, ma riflettere su questa ‘tracotanza di essere e di avere’, che già agli albori della cultura europea Omero vedeva come minacciosa e che il paradigma tecnocratico esaspera, con un certo uso degli algoritmi che può rappresentare un ulteriore rischio di destabilizzazione dell’umano”.

L’incontro si conclude con la preghiera del Padre nostro. Termina così il Viaggio Apostolico di Papa Bergoglio nel cuore dell’Europa: una tre giorni incentrata sulle parole dell’accoglienza (leggi qui) e dell’apertura al prossimo (leggi qui), con un pensiero sempre presente all’Ucraina (leggi qui). Bergoglio, lasciata l’Università, fa rotta verso l’aeroporto Internazionale Ferenc Liszt di Budapest per la cerimonia di congedo. Quindi, alle 18, la partenza per Roma. Poco meno di due ore di volo: l’arrivo dell’aereo papale all’aeroporto di Fiumicino è previsto intorno alle 20. Sul volo di rientro la consueta conferenza stampa del Papa coi media al seguito. (Foto © Vatican Media)

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