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Zona rossa, zona arancione e zona gialla. Come lo sport viene praticato all’interno delle tre macro aree

Entrerà in vigore domani il Decreto approvato ieri dal Governo. Italia divisa in tre. Nella zona rossa chiusi anche i centri sportivi. Jogging, corsa e passeggiata consentite

Roma – Zona gialla, zona arancione e zona rossa. L’ultima condizione è l’estrema situazione di emergenza sanitaria. Sono queste le macro regioni italiane disegnate dal Decreto governativo del 3 novembre. Nella zona gialla (area moderata di trasmissione di contagio) sono inserite Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Umbria, Toscana, Veneto, Sardegna. Insieme alle province di Trento e Bolzano. Nella zona arancione si trovano solamente due regioni, Puglia e Sicilia (area media di contagio). La zona rossa comprende le regioni del Nord Ovest d’Italia, Piemonte, Lombardia, Val D’Aosta, ma anche la Calabria, all’estremo sud della Penisola.

In base al livello di contagio registrato in queste ore, tali aree vengono amministrate in modo diverso, sotto il profilo di chiusure, divieti e permessi. E lo sport? Come viene gestita la pratica all’interno delle tre zone? I provvedimenti adottati saranno in vigore fino al 3 dicembre. Iniziando dalla giornata di domani, 6 novembre. Il coprifuoco scatterà dalle 22 e durerà fino alle 5 del mattino, in tutto il Paese e sarà obbligatorio esibire l’autocertificazione in caso di spostamenti (per salute, emergenze e per lavoro).

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Tornando alla gestione della pratica sportiva, la zona gialla e la zona arancione non presentano differenze. In queste due macro aree la pratica sportiva si può svolgere all’interno dei centri sportivi all’aperto, a porte chiuse, senza pubblico nell’area adibita. E sempre rispettando il distanziamento. Discipline non di contatto, ma individuali. Con la zona rossa si eguaglia invece la gestione dello sport “professionistico”. Gli atleti tesserati con il Comitato Olimpico Italiano e con il Comitato Italiano Paralimpico, di “interesse nazionale” vale a dire campioni e campionesse appartenenti agli ambiti olimpici e paralimpici, possono proseguire ad allenarsi e a svolgere le competizioni nazionali, nel rispetto dei protocolli emanati dalle Federazioni Sportive di appartenenza. In attesa di ulteriori indicazioni del Coni e del Cip, che dovrebbero arrivare in queste ore, le norme del decreto governativo fanno da stella polare e segnano comportamenti e misure di contenimento.

Le piscine, le palestre e gli impianti ospitanti gli allenamenti e le competizioni degli atleti di interesse nazionale restano aperti. Tutti gli altri impianti che ospitano praticanti amatoriali o dilettanti restano chiusi. Si conferma lo stop delle discipline di contatto a livello ludico – amatoriale. Insieme ai tornei dilettantistici regionali.

Nella zona rossa la serrata è più severa, anche per lo sport. Chiuse le piscine, insieme alle palestre e ai centri sportivi indoor e outdoor. Si può correre, praticare sport all’aria aperta, fare jogging però (come nelle altre due zone gialla e arancione) anche in parchi circoscritti, ma a livello individuale (o con conviventi), nel rispetto delle distanze di sicurezza se si incrociano altre persone. Non serve la mascherina durante l’attività motoria e sportiva, anche se si consiglia di portarla con sé. Non occorre l’autocertificazione e si può svolgere nei pressi della propria abitazione. Si può andare in bicicletta. Nelle zone di montagna, si può sciare a distanza di sicurezza con gli amanti delle discese innevate. Intanto gli impianti, in attesa che le Regioni adottino misure e linee guida, restano comunque chiusi. Nelle regioni rosse sono consentite le competizioni a livello nazionale. Si può passeggiare (mera passeggiata) ma come attività singola o con conviventi. Si deve indossare la mascherina. Nel Decreto è evidenziato “purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie”.

(Il Faro online)