Concistoro. Il Papa crea 20 nuovi cardinali: “Trattate potenti e piccoli allo stesso modo”

27 agosto 2022 | 17:58
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Concistoro. Il Papa crea 20 nuovi cardinali: “Trattate potenti e piccoli allo stesso modo”
Concistoro. Il Papa crea 20 nuovi cardinali: “Trattate potenti e piccoli allo stesso modo”
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Concistoro. Il Papa crea 20 nuovi cardinali: “Trattate potenti e piccoli allo stesso modo”
Concistoro. Il Papa crea 20 nuovi cardinali: “Trattate potenti e piccoli allo stesso modo”

Il Pontefice impone la berretta rossa a 20 nuovi cardinali (in San Pietro ne sono però presenti 19, uno è stato ricoverato in ospedale). Cinque gli italiani, tra cui uno di 48 anni (il più giovane porporato del mondo). E ammonisce: “La grande diplomazia e la piccola pastorale sono nel cuore di ogni prete, di ogni cardinale”

Città del Vaticano – “La grande diplomazia e la piccola pastorale sono nel cuore di ogni prete, di ogni cardinale”. In una basilica di San Pietro gremita da fedeli provenienti da ogni parte del mondo, Papa Francesco presiede il Concistoro per la creazione di 20 nuovi cardinali. Annunciato a fine maggio, il rito si è svolto, come da tradizione, ai piedi del baldacchino del Bernini, che sormonta la tomba del Principe degli Apostoli.

Inizialmente i porporati doveva essere ventuno ma poi uno di loro, mons. Lucas Van Looy ha rinunciato in anticipo alla porpora per polemiche legate al suo mancato ruolo nella gestione della pedofilia. Sedici gli elettori in caso di conclave. Gli italiani sono cinque, tra cui solo due under 80: mons. Oscar Cantoni, vescovo di Como, e mons. Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulan Bator (Mongolia). Quest’ultimo con i suoi 48 anni compiuti all’inizio dell’estate, è il più giovane porporato del mondo. Gli over 80 sono invece il vescovo emerito di Cagliari Arrigo Miglio, l’ex rettore della Gregoriana padre Gianfranco Ghirlanda, e mons. Fortunato Frezza, canonico di San Pietro.

Assente in basilica monsignor Richard Kuuia Baawobr, vescovo di Wa, in Ghana, che, come ha precisato il Pontefice, “all’arrivo a Roma si è sentito male per un problema al cuore, ha avuto un intervento ed è ricoverato”.

Il rito inizia con la processione: Bergoglio la salta, entra dalla porta laterale sulla sedia a rotelle e si fa trovare davanti all’Altare della Confessione con indosso già i paramenti. Francesco legge la formula di creazione e proclama poi i nomi dei nuovi cardinali. Il rito prosegue con la professione di fede dei porporati e il giuramento di fedeltà e obbedienza. Ad assistere c’è anche Angelo Becciu, Il cardinale, che è stato invitato dal Papa ed è imputato nel processo in Vaticano per lo scandalo finanziario del Palazzo londinese (leggi qui), è seduto in prima fila lato destro della Basilica vaticana.

Questo weekend sarà decisivo per le sorti della Chiesa. A Roma sono giunti tutti i cardinali del mondo, non solo per assistere alla vestizione delle nuove porpore, ma soprattutto per capire se la riforma della Curia, finalmente portata a termine da Bergoglio, funziona. Il documento entrerà in vigore da marzo ma vi sono ancora diverse “lacune” da colmare. Secondo molti osservatori, questo Concistoro di fine estate sarebbe una sorta di pre-conclave.

Il Papa crea altri 20 cardinali: chi sono i nuovi porporati

I principi della Chiesa, che in questi giorni avranno anche l’occasione per conoscersi meglio, sono chiamati – per espressa volontà del Pontefice – a scegliere le strade da seguire nei prossimi decenni, mettendo d’accordo le due grandi “correnti” che animano la Chiesa: tradizionalisti e progressisti.

Una vera “croce”, che Bergoglio condividerà con i nuovi porporati: “La nostra missione oggi è quella di aiutarLa a portare questa croce e non di aumentarne il peso. Con grande gioia desideriamo camminare al Suo fianco sapendo che a Lei sono state affidate le chiavi del Regno. E con gratitudine e trepidazione, quindi, Santo Padre, che Le offriamo il nostro profondo rispetto e la nostra obbedienza che sarà, se il Signore lo desidera, usque ad sanguinis effusione. Oggi, nonostante la nostra fragilità, ci rallegriamo e La-ringraziamo perché, rispondendo alla Sua chiamata, desideriamo con Lei essere sempre di più al servizio del Vangelo”, ha detto, nell’indirizzo di saluto, all’inizio del rito, il cardinale Arthur Roche, Prefetto del dicastero per il Culto divino.

Nell’omelia, Papa Francesco traccia invece le linee guida e i modelli che i nuovi cardinali dovranno seguire per svolgere al meglio la loro missione. Rifacendosi al Vangelo di Luca, il Pontefice incentra la sua riflessione su una particolare frase di Gesù: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12,49). Un fuoco, spiega il Santo Padre, che “si rivela pienamente nel mistero pasquale di Cristo, quando Egli, come colonna ardente, apre la via della vita attraverso il mare tenebroso del peccato e della morte”. Bergoglio parla anche di un altro fuoco, quello di brace, come narra l’evangelista Giovanni (cfr 21,9-14), acceso da Gesù stesso, dopo la risurrezione, mentre i discepoli erano sulle barche e tiravano su la rete stracolma di pesci: “Il fuoco di brace è mite, nascosto, ma dura a lungo e serve per cucinare. E lì, sulla riva del lago, crea un ambiente familiare dove i discepoli gustano stupiti e commossi l’intimità con il loro Signore. Ci farà bene, cari fratelli e sorelle, in questo giorno, meditare insieme a partire dall’immagine del fuoco, in questa sua duplice forma”.

“Il Signore ci chiama nuovamente a metterci dietro a Lui, a seguirlo sulla via della sua missione. Una missione di fuoco – dice il Papa rivolgendosi ai nuovi cardinali –, sia per quello che è venuto a fare sia per come lo ha fatto. E a noi, che nella Chiesa siamo stati presi tra il popolo per un ministero di speciale servizio, è come se Gesù consegnasse la fiaccola accesa. Così il Signore vuole comunicarci il suo coraggio apostolico, il suo zelo per la salvezza di ogni essere umano, nessuno escluso”. Un fuoco “potente”, come quello “che ha animato l’apostolo Paolo nel suo instancabile servizio al Vangelo. È anche il fuoco di tanti missionari e missionarie che hanno sperimentato la faticosa e dolce gioia di evangelizzare, e la cui vita stessa è diventata vangelo, perché sono stati anzitutto dei testimoni”.

“Poi c’è l’altro fuoco, quello di brace”,  che fa pensare “ad esempio a San Charles de Foucauld: al suo rimanere a lungo in un ambiente non cristiano, nella solitudine del deserto, puntando tutto sulla presenza: la presenza di Gesù vivo, nella Parola e nell’Eucaristia, e la sua stessa presenza fraterna, amichevole, caritatevole”. Ed è lo stesso “che ogni giorno riscalda la vita di tanti sposi cristiani”, “ravvivato con una preghiera semplice, ‘fatta in casa’, con gesti e sguardi di tenerezza, e con l’amore che pazientemente accompagna i figli nel loro cammino di crescita”. “E non dimentichiamo il fuoco di brace custodito dai vecchi: il focolare della memoria, sia nell’ambito familiare sia in quello sociale e civile. Quant’è importante questo braciere dei vecchi! Attorno ad esso si radunano le famiglie; permette di leggere il presente alla luce delle esperienze passate, e di fare scelte sagge”, aggiunge Francesco.

“Che cosa dice in particolare a me e a voi questo duplice fuoco di Gesù? Mi pare che ci ricordi che un uomo di zelo apostolico è animato dal fuoco dello Spirito a prendersi cura coraggiosamente delle cose grandi come delle piccole, perché non coerceri a maximo, contineri tamen a minimo, divinum est“, prosegue il Pontefice che cita il cardinale Agostino Casaroli (Segretario di Stato dal 1979 al 1990, ndr). “Penso, ad esempio, al cardinale Casaroli, giustamente celebre per il suo sguardo aperto ad assecondare, con dialogo sapiente, i nuovi orizzonti dell’Europa dopo la guerra fredda – e Dio non voglia che la miopia umana chiuda di nuovo quegli orizzonti che Lui ha aperto!”. E ammonisce: “Grande diplomazia e piccola pastorale: questo è il cuore di un prete, il cuore del cardinale”.

Al termine del Concistoro, il cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, ha, infine letto la “Peroratio” e presentato brevemente le biografie dei due Beati: Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, fondatore della Congregazione dei Missionari di San Carlo e della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo, e Artemide Zatti, laico professo della Società Salesiana di S. Giovanni Bosco (Salesiani). Nel corso del Concistoro, il Papa ha decretato che i Beati siano iscritti all’Albo dei Santi domenica 9 ottobre 2022.

Concluso il rito, come da tradizione, Papa Francesco e i nuovi Cardinali sono andati in visita al monastero Mater Ecclesiae per incontrare il Papa emerito, Benedetto XVI, per un breve saluto. Dopo aver ricevuto la sua benedizione, insieme a quella del Papa, e aver pregato insieme il Salve Regina, i nuovi Cardinali si sono recati al Palazzo Apostolico o all’Aula Paolo VI per le visite di cortesia.

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