Le dichiarazioni

Accoltellamento a Fiumicino, i residenti: “Il campo di battaglia? Nelle scorse settimane musica, pallone e birre… E senza mascherina”

29 marzo 2021 | 14:05
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Accoltellamento a Fiumicino, i residenti: “Il campo di battaglia? Nelle scorse settimane musica, pallone e birre… E senza mascherina”

“Appena vedono passare una pattuglia della Polizia Locale, i ragazzi si dileguano, per poi tornare a fare quello che stavano facendo”

Fiumicino – “Sono 50 anni che abito qui. Prima qui non veniva mai nessuno, ma ora vediamo violenza ed assembramenti. Siamo stanchi di tutta questa confusione”. E’ questo il grido d’allarme dei cittadini che abitano nei pressi del luogo dove è avvenuto l’accoltellamento di un ragazzo a Fiumicino (leggi qui).

Quello, che è sempre stato un quartiere tranquillo di Isola Sacra, caratterizzato dalla presenza di un paio di vasti appezzamenti di terreno dove ogni tanto qualcuno viene solo a falciare l’erba, si è, infatti, trasformato in un terreno di battaglia. Il proprietario del terreno dovrebbe essere un privato, ma non si sa con precisione. I residenti per lo più ci portano a spasso i cani e ci fanno giocare i propri bambini, ma non hanno mai vista un’eccessiva affluenza di persone, ne tanto meno episodi del genere.

Eppure, stando a quanto dicono i cittadini residenti, nell’ultime due settimane di zona rossa è diventata sempre più frequente la presenza di giovani che si riunivano proprio in quel campo per giocare a pallone, ascoltare la musica ed aggregarsi, per di più senza mascherina: “Passeggio spesso qui perché ci abito, – ha raccontato Gianni un residente – ma tutti questi ragazzi non li avevo mai visti prima. Spesso mangiano e bevono, abbandonando a terra i loro rifiuti. Ma quello che non mi andava giù è che non indossano nemmeno la mascherina. Tutto questo è inaccettabile.

Per questo motivo ho segnalato la cosa alle autorità locali, ma quel giorno, appena hanno visto passare una pattuglia della Polizia Locale, i ragazzi si sono dileguati in un secondo, per poi tornare a fare quello che stavano facendo come se niente fosse”.

Stando a quanto dicono i cittadini, con le limitazioni imposte dalla zona rossa, con la chiusura dei parchi pubblici e delle scuole, questi ragazzi avrebbero “scoperto” questo nuovo punto di aggregazione. Un luogo tranquillo, poco trafficato e ben nascosto dove potersi incontrare con gli amici indisturbati e non curanti delle limitazioni imposte dal Covid.

Non si può per certo affermare che quei giovani siano gli stessi che hanno organizzato la violenta rissa di ieri, ma ai residenti è sorto il dubbio che ci possa essere qualche collegamento: “Dove sono i controlli? – ha affermato Fernanda, un’altra residente -. Non si può uscire di casa e qui ogni pomeriggio c’è tutto questo baccano. Ieri, ci siamo spaventati perché tutta questa violenza qui non si è mai vista”. “I genitori dove sono? – le fa eco la signora Anna, un’altra abitante del quartiere -. E’ l’educazione di base che manca”.

Il dubbio su cosa stia succedendo ai nostri ragazzi rimane. Certo è che, episodi del genere ci sono sempre stati, seppur in contesti diversi, ma la pandemia da Covid a stravolto tutto e anche il “fare a botte” si è adattato ai cambiamenti in corso. Che sia la mancanza di punti di aggregazione o di riferimento ad alimentare tutto questo, resta inaccettabile che un punto qualsiasi della città, anche il più tranquillo, possa trasformarsi in un campo di battaglia o in un luogo dove non vige nessuna regola.
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